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Contrariamente a quanto dichiarato dall‘ambasciatore dell’Azerbaigian in Italia e agli articoli fatti pubblicare dall’ambasciata da lui presieduta su alcune testate giornalistiche italiane, che hanno disorientato l’opinione pubblica italiana con palese  falsificazione della realtà,  la mozione inerente il Nagorno Karabakh e votata lo scorso 30 dicembre  dal Consiglio Comunale della città di Napoli (https://www.comune.napoli.it/flex/files/1/7/2/D.7192d658d34ca1576972/Ordine_del_giorno_su_Nagorno_Karabakh.pdf)  non esprime affatto solidarietà al popolo azerbaigiano e non chiede alcuna implementazione  della documentazione  internazionale, come scrive l‘Amb. Ahmadzada nel suo tweet (Vedi screenshot) .

Anzi…

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Mentre l’Ambasciata azera negli articoli pubblicati afferma che: 

“Nella mozione si accenna che il Nagorno-Karabakh, territorio riconosciuto a livello internazionale come parte dell’Azerbaigian

In realtà la mozione riporta:

 “il Nagorno-Karabakh – regione storicamente abitata in prevalenza da una radicata e storica comunità armena che dagli anni ‘80 rivendica il diritto all’autodeterminazione”.

Mentre l’Ambasciata azera afferma che:  

“nel testo si legge che  “Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite (822, 853, 874 e 884 del 1993) e dell’Assemblea Generale (62/243 del 2008), le decisioni di altre organizzazioni internazionali, nonché tutti gli Stati Membri delle Nazione Unite, hanno riconosciuto il Nagorno-Karabakh come parte della Repubblica dell’Azerbaigian, e hanno confermato la sovranità, l’integrità territoriale e l’inviolabilità dei confini riconosciuti internazionalmente dell’Azerbaigian e hanno richiesto l’immediato ritiro di tutte le truppe di occupazione dai territori dell’Azerbaigian e il ritorno di tutti i rifugiati e profughi azerbaigiani nelle proprie terre”.

In realtà il documento riporta semplicemente la seguente frase:

“sulla questione si è espresso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU con quattro diverse Risoluzioni e successivamente l’OSCE anche nel quadro del processo negoziale guidato dai Co-Chair del Gruppo di Minsk”.

Mentre l’ambasciata azera afferma:

“Dopo l’ennesima aggressione da parte dell’Armenia iniziata lo scorso 27 settembre e la conseguente guerra durata 44 giorni…”

Il testo della mozione ribadisce:

“sin dal 1994 si sono susseguiti episodi di conflitto armato, fino a che il 27 settembre 2020 – a seguito di una iniziativa dell’Azerbaigian – sono riprese le ostilità tra Armenia e Azerbaigian che, nonostante tre tregue umanitarie, hanno causato la morte di almeno 5.000 persone, nonché ingenti danni a infrastrutture, abitazioni e monumenti di valore storico”;

Mentre l’ambasciata azera afferma che:

 “la stessa mozione chiede alle autorità nazionali italiane di “mettere in campo un impegno concreto, finalizzato al rafforzamento del partenariato strategico multidimensionale con l’Azerbaigian, che entra in una nuova fase di crescita e sviluppo per il ripristino dei suoi territori e pianificare ulteriori iniziative sinergiche con un alleato di primo piano per l’Italia.”

In realtà la mozione impegna il Governo italiano:

  • a sollecitare tutte le Parti a rispettare il cessate il fuoco e ad attuare gli impegni convenuti con l’Accordo del 9 novembre e a perseguire soluzioni fondate su negoziati e non sull’uso della forza;
  • a sostenere la decisione della Presidenza del Gruppo di Minsk di riprendere la sua iniziativa volta a favorire una soluzione duratura e condivisa di pace e stabilità;
  • a sostenere, in tutte le sedi opportune, le iniziative di ONU e Unione europea utili a tal fine;
  • a sollecitare ogni Paese terzo ad astenersi da ogni forma di interferenza e di sostenere le iniziative di mediazione messe in campo dalle Istituzioni internazionali;
  • a richiedere a tutti gli attori della regione di contrastare ogni forma di presenza e iniziativa di miliziani estremisti e radicali;
  • a richiedere a tutte le Parti interessate di garantire nei territori da loro controllati il rientro degli sfollati, la tutela dei diritti umani, il rispetto dell’identità di ogni comunità e del pluralismo culturale e religioso, l’integrità e la preservazione del patrimonio storico;
  • a sostenere ogni iniziativa volta a tutelare la popolazione armena del Nagorno-Karabakh e il suo patrimonio culturale e religioso, custode di una presenza millenaria del cristianesimo;
  • a porre in sede OSCE – istituita come Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa – la necessità di una verifica sull’efficacia delle sue politiche e dei suoi strumenti, anche alla luce delle sue difficoltà ad esercitare un ruolo attivo nella crisi del Nagorno-Karabakh;
  • a garantire il massimo impegno dell’Italia, d’intesa con le Istituzioni europee e internazionali, nell’assicurare i necessari aiuti umanitari alle popolazioni civili colpite dal conflitto e per contribuire alla stabilizzazione e ricostruzione della regione;
  • a sollecitare i Paesi della regione a garantire la regolarità dei flussi energetici di oleodotti e gasdotti connessi all’Italia e all’Europa.

INSOMMA, LE BUGIE AZERE NON HANNO MAI FINE.

 MA NON C’E’ DA SORPRENDERSI.

OGNI REGIME DITTATORIALE BASA LA SUA POLITICIA SULLA DISINFORMAZIONE E SULLE BUGIE.

DIFFIDATE DALLE FAKE-NEWS

#STOPBUGIEAZERE

Consiglio per la comunità armena di Roma

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