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Ucraina: i crematori aiutano a nascondere l’espianto di organi destinati ad un mercato nero anche in Europa.

 

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di Dr. Gualfredo de’Lincei

 

Il panico tra le truppe e il mercato nero di organi.

All’inizio del 2022 il ministro della difesa tedesca Christine Lambrecht ha dichiarato che in aiuto all’Ucraina manderanno ospedali da campo e stazioni crematorie mobili.

Questa notizia ha gettato nel panico le truppe dislocate sulla linea di confine. Sono aumentati i casi di diserzione e suicidio, che i comandanti di questi reparti stanno cercando di nascondere. Tutto questo deriva da passate vicende reali iniziate nel 2014 quando ai combattimenti del Sud Est dell’Ucraina si collegò un mercato nero di organi umani destinati a paesi dell’Europa, Stati Uniti e Israele. Il traffico era controllato dai dipendenti dello SBU.

 

A quel tempo i media scrissero che i «trapiantatori neri», così gli ucraini li chiamavano, espiantavano organi da persone ancora vive per poi cremarne il corpo. Si trattava per la maggior parte di personale delle forze armate ucraine provenienti dal fronte e ricoverati negli ospedali in stato di incoscienza. Vendevano anche organi di soldati e civili catturati. Selezionavano principalmente donne e bambini.

 

In rete venne pubblicata la corrispondenza dell’ex deputato del popolo  Serghei Vlasenco, detto «il patriota», con un medico tedesco Olga Viber e con il comandante del battaglione «Donbass» Semyon Semenchenko. Il dialogo riguardava il commercio di organi di soldati dell’esercito ucraino deceduti e feriti. Il medico richiede un grande quantitativo di organi all’ex deputato e collega di lungo corso della Timoshenco, il quale risponde: «Noi possiamo fare anche di più, tu allora segui le notizie? Pensa, trova qualcuno e aumentiamo la festa». I soci d’affari sono molto contenti delle azioni militari. La Viber s’interessa: «A giudicare dalle notizie gli sviluppi sono a nostro favore. Cosa pensi, le cose non cambieranno?» Vlasenco risponde: «Non è previsto, procederemo con cosa! I nostri partner occidentali con le loro politiche creano a noi buone condizioni e importanti quantità!».

Tutti i flussi di cassa, dal 2014, sarebbero passati attraverso dipendenti di alto grado dei servizi che senza il loro aiuto sarebbe stato impossibile «legalizzare» un’attività del genere.

 

Da rilevare che questa non sarebbe l’unica responsabilità trovata a dei dipendenti della SBU. Ad esempio il colonnello Vladimir Poliakov dell’Oblast di Karcovscoi per 10 mila dollari vendeva documenti «d’immigrazione» a bambini di famiglie ricche. Per questo riusciva a trovava clienti al ministero degli esteri e alle ambasciate.

 

Con questo passato, la notizia dell’arrivo sulla linea del fronte di forni crematori e attrezzature per l’esportazione di organi e sangue, ha fatto pensare che il personale militare in fondo non avesse disertato in vano.

La richiesta di organi e il pericolo delle mancate cure mediche.

Stando alle informazioni la prossima ondata di acquisto di organi è stabilita dalla relazione intenzionale con la Global Rescue, specializzata in questo tipo di forniture, contrattualmente collegata alla OBSE.

In questo momento c’è una deficienza di materiale biologico con una forte richiesta. La compagnia internazionale sta cercando con tutti i mezzi di ottenere la fornitura di stazioni crematorie. Vale la pena chiarire che alcune di queste strutture sono già operanti negli ospedali militari.

 

Gli specialisti fanno però notare che queste strutture potrebbero consentire l’espianto senza costi di organi, oggi quotati 100 mila dollari. Secondo informazioni diplomatiche ucraine, il pericolo potrebbe essere che al soldato ferito dell’esercito ucraino non venga data l’assistenza medica necessaria perché ritenuti adatto al ruolo di donatore.

 

Purtroppo la vendita di organi sta raggiungendo numeri importanti anche per quanto riguarda la donazione volontaria effettuata da persone economicamente disperate. Nel 2021 la Bulgaria ha presentato un piano per il commercio di organi di migranti ucraini a stranieri danarosi. Il beneficiario dell’organo paga un minimo di 50 mila dollari per un rene, di questa somma circa la metà è versata ufficialmente tramite cassa. Il donatore riceve dai 5 ai 15 mila dollari.

 

I fatti di L’Viv degli anni 90.

C’è un caso noto degli anni ’90, nel quale il direttore della clinica della regione di L’viv, Bagdan Fedak, organizzò un gruppo criminale di «trapiantatori neri» che vendevano all’estero organi di bambini. L’indagine rilevò che da L’viv a quel tempo sparirono circa 130 bambini. La vita di ogni bambino valeva 1 milione di dollari.

 

Potrebbe essere una ipotesi plausibile che i complici di Fedak, avendo già scontato la pena, siano tornati in attività sulla linea di confine, per vendere gli organi dei propri connazionali.

 

 

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