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Reggio Emilia. «Non è semplice cantare senza un pubblico davanti».

Lo ha sostenuto Mario Biondi durante i festeggiamenti del suo 50° compleanno al Ruote Da Sogno di Reggio Emilia durante la presentazione del nuovo album “Dare” in uscita venerdì 29 gennaio.

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«Dare o anche osare in inglese, è una sintonia fra le due parole – ha precisato – Dare è un atto di grande forza e coraggio, e non è semplice, perché non si sa mai quanto è giusto quello che si dà: nella mia vita il dare è una sorta di mantra, come io sul palco e fuori dal palco siamo uguali».

Nel giorno del suo compleanno, a Mario sono arrivati gli auguri di Renato Zero («Mi hai fatto lo sgarro di nascere 20 anni prima di me e sono tuo padre: è uno scherzo»), Sarah Jane Morris, Gigi D’Alessio, Roby Facchinetti, Nina Zilli, Il Volo, Nek, Red Canzian, Al Bano.

«Dare è un’attitudine oltre che una scelta di vita – ha aggiunto – Sono contento di questi auguri anche perché con questo nuovo disco torno al mio sound con le band che hanno dato lustro alle mie canzoni. Festeggiare i miei cinquant’anni è un’emozione che mi pervade l’anima e il 29 gennaio, giorno successivo al mio cinquantesimo compleanno, esce questo mio nuovo album».

Questo importante compleanno Mario lo sente tantissimo.

«Ho imparato tanto durante il mio percorso e tengo i piedi nel presente per costruire un buon futuro – ha ammesso – Ho fatto sicuramente degli sbagli fino ad ora e avrei voluto fare meglio un sacco di cose, ma c’è tempo».

Al Ruote Da Sogno di Reggio Emilia Mario Biondi ha tenuto uno show-case con la sua band esibendosi, fra le altre, in “Jeannine” e “Strangers in the night” contenute nel disco.

«Abbiamo cantato finalmente dopo un anno di disattività – ha confessato – In questo periodo i ‘live’ sono una incognita: noi vogliamo esserci con tutti gli elementi di questa band, disposti a spingere sull’acceleratore anche in una situazione un po’ più difficile».

Per quanto riguarda il tour, le due anteprime previste inizialmente a maggio scorso e successivamente spostate, ad oggi saranno recuperate invece a marzo: il 14 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 16 al Teatro degli Arcimboldi di Milano.

Inevitabile toccare il tasto festival di Sanremo per tutto quello che sta succedendo.

«Il festival di Sanremo è una manifestazione che ha dato tanto alla musica, da Modugno a Diodato, e troveranno il modo per farlo anche con tutti questi divieti – ha riflettuto – Pubblico o figuranti, credo che sia fondamentale che appaghi l’occhio con le presenze in sala: con una canzone inedita credo che il pubblico, qualsiasi pubblico, ti aiuta a cantarla. Ho bei ricordi per la mia partecipazione all’edizione del 2018 con la canzone “Rivederti”, anche se mi aspettavo un po’ più di attenzione da parte della critica».

L’album “Dare” comprende 16 brani, dieci originali, due remix e quattro reinterpretazioni di grandi successi internazionali, quali “Strangers in the night”, resa celebre da Frank Sinatra, “Cantaloupe island” di Herbie Hancock, “Jeannine” di Eddie Jefferson e “Someday we’ll all be free”, rivisitazione in chiave jazz dell’inno soul di Donny Hathaway.

«Sento tanta responsabilità nell’interpretare questi standard – ha osservato – “Strangers in the night” però l’ho trasportata in una dimensione molto lontana da quella di Sinatra perché ho ascoltato anche la versione di James Browm che solo lui si è potuto permettere di cantare in quella maniera fuori da ogni parametro musicale».

I duetti con Incognito, Commodores, sono stati formativi per Mario Biondi.

«Mi danno sempre bagagli di esperienze, di insegnamento e capisci delle cose per il linguaggio che adoperano – ha confidato – Pino Daniele incastrava la sua voce con l’armonia: avrei tanto voluto fare una tournèe insieme ma la vita ha voluto diversamente».

Per festeggiare al meglio i suoi 50 anni Mario ha voluto un album che unisse lo stile degli esordi, marcatamente jazz e soul, a sonorità ancora poco esplorate, tra funk, disco, pop, perfino con passaggi rock, andando a definire un sound molto vario ma sempre eclettico, adulto e contemporaneo.
«All’origine volevo fare quattro dischi per ogni tipo di repertorio – ha accennato – Successivamente abbiamo deciso di accorpare i progetti: oso vivere oltre i generi e per me la musica non debba essere timbrata con i vari marchi jazz, blues, funky, rock, disco, o altro».

La copertina, realizzata da Paolo De Francesco, ritrae Mario con alle spalle il celebre murale “alato” di Colette Miller, visual artist e performer nativa di Richmond in Virginia che vive a Los Angeles, autrice del progetto “Angel wings”.

«La Miller ha progettato di regalare le ali degli angeli – ha ricordato – Il colore rosso predominante, le ali colorate, mi portano all’arcangelo Gabriele che porta buone notizie e sono quelle che oggi ci vogliono».

Questo periodo pandemico Mario lo sta vivendo discretamente bene.

«Ci ha sparigliato le carte questa situazione ma mi ha permesso di stare un po’ di più con la famiglia – ha riflettuto – Mi ha tolto un po’ di fluidità sul palco e sto imparando di accettare tutto quello che mi succede: devo spendere un po’ più di tempo per riprendere. Sono dispiaciuto per tutto questo chiacchericcio politico che serve a poco: vedo solo liti ma spero che marzo sia il nostro mese, anche rischiando, ma cercando di dare».

Nella versione digitale dell’album sono contenuti “Show some compassion”, brano registrato con molti colleghi durante il lockdown a sostegno del progetto di riqualificazione dell’area-baraccopoli di Messina promosso dall’associazione A.ris.mè, e i due remix di “Cantaloupe island” ad opera di DJ Meme e Piparo.

Ad accompagnarlo in questa avventura ci sono amici vecchi e nuovi quali Dodi Battaglia, Il Volo, la storica band londinese degli “Incognito”, la cantante, autrice e pianista jazz tedesca Olivia Trummer, ma anche i musicisti con cui Mario ha raggiunto il successo a metà degli anni 2000 (The Highfive Quintet di Fabrizio Bosso) e la sua attuale band che da anni lo accompagna in tutto il mondo.

Franco Gigante

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