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Apprendo con grande piacere, dalla nota stampa diffusa nei giorni scorsi dalla Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Roma e la provincia di Rieti, che dal 23 aprile al 21 settembre 2021 il “carro d’oro” di Eretum, oggetto di una mia recente interrogazione a Franceschini, sarà esposto al pubblico innanzi tutto a Rieti, in Palazzo Dosi Delfini, quindi (temporaneamente) al Museo Nazionale romano e in fine a Fara in Sabina (RI), che da sempre lo rivendica per la propria sede museale e sembra abbia reperito i fondi per attrezzare gli spazi necessari. Il progetto reatino, denominato “Strada facendo. Il lungo viaggio del carro di Eretum“, è incentrato sulla Tomba dei carri più che sul singolo veicolo, dunque sull’intero corredo funerario del “principe di Eretum“, rubato anni addietro dalla tomba XI della necropoli di Colle del Forno, in agro di Montelibretti (RM), per finire in Danimarca, e nasce dalla meritoria collaborazione del MiBACT con la Fondazione Varrone di Rieti, il Consiglio Superiore delle Ricerche e il Comune di Rieti. Nell’interrogazione lamentavo proprio il fatto che, nonostante il rientro in Italia dello straordinario reperto risalga a tre anni fa, esso non avesse ancora trovato una degna cornice espositiva in cui si potesse valorizzarlo non come ‘trofeo’ del meritorio lavoro d’indagine e recupero svolto dai Carabinieri TPC ma per il suo valore culturale. Mi fa specialmente piacere la conferma che l’eccezionale apprestamento funebre dell’ignoto “principe” sabino, prima del rientro a Fara, abbia a Roma la visibilità nazionale che merita, come avevo chiesto nell’atto di sindacato ispettivo: non solo per soddisfare le giuste aspettative del grande pubblico ma anche per non prestare ulteriormente il fianco alla più ricorrente delle contestazioni che ci vengono mosse dai musei stranieri costretti a restituire all’Italia beni culturali illecitamente esportati, cioè, come già scrissi ,”che il Paese non sia in grado, per mancanza di capacità e/o di volontà, di valorizzare i capolavori ritornati in patria in esito a lunghissime, contrastate e dispendiose istruttorie internazionali”.

 

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Margherita Corrado (M5S Senato – Commissione Cultura)

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