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«Esco dal Movimento a testa alta, ritenendo di non averne tradito i princìpi e i valori democratici, sicuro di averli difesi fino alla fine, soprattutto nella mia Calabria, sempre vittima della ’ndrangheta, della corruzione e della paura di cambiare». Lo afferma il deputato Francesco Sapia, «formalmente espulso dal Movimento 5 Stelle – si legge in una nota – per aver votato contro la fiducia all’esecutivo Draghi». «Al di là di generici riferimenti all’occupazione femminile, alla legalità e alla sicurezza, nell’illustrare il suo indirizzo di governo – osserva il parlamentare – il presidente Mario Draghi ha eluso il problema della distanza culturale, economica e sociale dell’Italia meridionale da quella settentrionale, causata da ingiustizie e diseguaglianze colpevolmente irrisolte, a cominciare dai criteri vigenti di ripartizione del Fondo sanitario, che hanno determinato un mercato perpetuo della salute, debiti, disavanzi e povertà a discapito dei cittadini Sud. Nel Mezzogiorno c’è poi una questione ancora più pesante, cioè quella calabrese, che non può essere trascurata o, peggio, ignorata o ridotta a commissariamenti inutili». «Perciò – prosegue lo stesso parlamentare – ho assunto una decisione tutta politica, intanto per coerenza con le battaglie, soprattutto per la sanità calabrese, condotte alla luce del sole con la bandiera del Movimento 5 Stelle, cui il Sud diede una valanga di voti alle Politiche del 2018. Nessun finanziamento o programma europeo – continua il deputato – può servire ai singoli Paesi, se un governo nazionale non investe risorse finanziarie ed energie politiche partendo dalle aree più svantaggiate come il Mezzogiorno italiano, in cui persiste un’evidente arretratezza nel campo dell’istruzione, della formazione, delle infrastrutture, delle opportunità, del lavoro, delle garanzie per i più deboli e della tutela della salute». «Per il Sud – sottolinea il parlamentare – si continuano a imporre modelli di sviluppo che vanno benissimo per aree con caratteristiche produttive ed economiche differenti. Ma noi non siamo la regione padana né il Nord-Ovest. Per quanto concerne l’ammodernamento degli ospedali, i criteri di distribuzione delle risorse fanno ancora riferimento alla popolazione residente, il che è assurdo. Ancora, per il finanziamento dei Servizi sanitari siamo fermi ad algoritmi tremendi che non considerano i tanti malati cronici del Mezzogiorno, più bisognosi di farmaci e di assistenza. Rispetto a problemi, Draghi ha voltato del tutto lo sguardo. Spero che non lo faccia il Movimento 5 Stelle, spero che abbia un sussulto di dignità». «Proseguirò – conclude Sapia – nell’impegno a favore del Mezzogiorno e della Calabria in particolare, continuando a proporre interventi e soluzioni di equità concreta, anche sul piano fiscale. Non è possibile che il Sud venga messo ai margini del programma di spesa pubblica, a debito, che lo Stato si accinge ad avviare».

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