Advertisement

La sessione della giornata internazionale di Eurovisioni, organizzata in collaborazione con AGCOM, aveva per titolo “L’attività delle piattaforme tra DSA e direttiva SMAV. La frontiera di una nuova regolazione?”.

Michel Boyon, presidente Eurovisioni, ha spiegato che la sessione intende rispondere ad un quesito di grande attualità: è arrivato il tempo di regolamentare le piattaforme Internet ? Google, Netflix, Facebook e Amazon (o anche l’ultimo arrivato Tik Tok) debbono rispettare le regole che si applicano in Europa ai loro concorrenti europei o possono continuare a seguire le regole vigenti nei loro paesi d’origine, come hanno fatto sinora ?

Advertisement

La questione è diventata di scottante attualità dopo i recentissimi avvenimenti come la chiusura dei conti Twitter e Facebook del Presidente in carica degli Stati Uniti o il caso della bambina di Palermo morta soffocata per un tragico gioco seguito via Tik Tok. In base alla legge USA, le piattaforme possono chiudere il conto di un loro utente (foss’anche il presidente in carica), semplicemente in base al loro regolamento interno, senza coinvolgimento della magistratura o della polizia. Come ha ricordato Boyon, per un qualsiasi soggetto europeo ciò non sarebbe possibile, perché la chiusura potrebbe avvenire solo dietro ordine dell’autorità giudiziaria o di polizia. Così come negli USA Tik Tok, non sarebbe considerata responsabile di quanto accaduto alla bambina di Palermo, perché si limita a trasportare contenuti postati dagli utenti (ivi inclusi quelli altamente pericolosi), come quel gioco rivelatosi mortale).

IL DISCORSO DI MICHEL BOYON:

 

Per David Bertolotti, directeur des affaires institutionnelles et internationales d’Eutelsat la televisione resta di gran lunga il media più affidabile e importante per tenere insieme la comunità di tutti i cittadini di un paese e dell’Europa. “ La crisi che viviamo da oltre un anno ci ha dimostrato che il media televisivo é rimasto, per la grande maggioranza di noi, il mezzo più affidabile e sicuro per informarsi.  La televisione lineare resta anche il miglior mezzo per consentire ai telespettatori di ritrovarsi insieme allo stesso momento per condividere programmi di intrattenimento. Perché la televisione crea legami”. «Ciò non toglie – ha aggiunto Bertolotti – che affinché la concorrenza fra media sociali e media tradizionali sia sana e possa permettere ai telespettatori di avere sempre più scelta, bisogna che tutti gli attori rispettino le stesse regole. Ed è tutta qui la scommessa delle regole che l’Europa vuole introdurre nel sistema”

 

IL DISCORSO DI DAVID BERTOLOTTI:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI DAVID BERTOLOTTI:

 

Secondo il Presidente della RAI, Marcello Foa, i Servizi pubblici europei stanno intraprendendo uno sforzo rilevante per arrivare a una piattaforma digitale europea, uno sforzo che vede tra l’altro la RAI, ma anche France Télévisions, in prima linea. Si è appena conclusa la parte progettuale e si sta entrando nella fase operativa, che vedrà i primi risultati nel luglio del 2021, cioè tra pochi mesi, e che rappresenta uno sforzo importante per garantire all’Unione Europea, a tutti i player del Servizio pubblico europeo, uno spazio che sia consono alle nostre esigenze e che sia pienamente funzionale alle nostre democrazie, alla tutela anche della privacy in un mercato digitale che vede come prioritarie queste tematiche.

IL DISCORSO DI MARCELLO FOA:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI MARCELLO FOA:

 

La risposta alla domanda posta è stata netta e chiara da parte di quasi tutti gli intervenuti. E’ tempo che in Europa si applichino le regole europee anche ai soggetti extraeuropei quando si rivolgano alla clientela, ai cittadini europei.

Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect dell’Unione Europea –che è responsabile per le telecomunicazioni e Internet –  ha illustrato ad Eurovisioni  la riforma della Direttiva E-commerce (vecchia ormai di oltre 20 anni, varata quando Google aveva due anni e Facebook non era nemmeno nata)  presentata dalla Commissione Europea di Ursula von der Leyen nel dicembre 2020. La direttiva del 2000 sarà sostituita da due regolamenti (DSA – Digital Service Act e DMA – Digital Market Act)  e sarà discussa al Parlamento europeo nei prossimi mesi. Viola è stato chiarissimo su quali siano gli scopi di questo nuovo regolamento , quando ha precisato che “non può certo essere un’entità privata a decidere se il presidente degli Stati Uniti possa esprimersi o meno. Non può essere una società privata a decidere cosa possano vedere (o no) miliardi di cittadini. Più grande è la quota di mercato, più grande deve esser la responsabilità.”

Quando la riforma sarà approvata, casi come quelli menzionati, non saranno più possibili, perché le piattaforme saranno direttamente considerate responsabili degli atti illegali che avvengono sulle loro reti.

Come Viola ha spiegato “i cittadini europei dovranno aver la possibilità di sporgere reclamo contro le piattaforme e di potersi rivolgere ad un giudice se pensano di non aver ottenuto quanto era nel loro diritto. Le piattaforme non dovranno piu poter rispondere che non è loro responsabilità se qualcuno usa il loro servizio per svolgere attività illecite, come ad esempio la commercializzazione di prodotti contraffatti.Questi attori devono assumersi le loro responsabilità. Il DSA mantiene in vigore il principio che le piattaforme non abbiano automaticamente responsabilità, obbliga però le piattaforme ad intervenire subito quando un’autorità che segnala che qualcosa di sbagliato sta accadendo.”

Viola ha anche detto che il controllo non potrà esser solo centralizzato a Bruxelles, ma che dovrà esser capillare e vicino agli utenti, ai cittadini. Per questo ogni governo dell’Unione Europea dovrà identificare un “Digital service coordinator”, un’autorità indipendente che dovrà raccogliere le segnalazioni dei cittadini,ma che sia anche capace di intervenire direttamente e con grande rapidità in casi di abuso.

“Ci sarà un’autorità di coordinamento dei Servizi Digitali in ciascun paese della UE. La scelta di quale essa debba essere sarà naturalmente lasciata ad ogni paese: potrà essere qualsiasi autorità, purché sia indipendente. E probabilmente CSA, AGCOM, Medienanstalt potrebbero diventare le autorità digitali nei loro paesi.”

 

IL DISCORSO DI ROBERTO VIOLA:

I TESTI DEL DSA e DMA (in inglese):

https://ec.europa.eu/newsroom/dae/document.cfm?doc_id=72148

https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/proposal-regulation-single-market-digital-services-digital-services-act_en.pdf

 

Viola ha detto questo in una sessione dove erano presenti proprio i presidenti delle tre autorità di controllo sui media citate (AGCOM per l’Italia, CSA per la Francia e MedienAnstalt per la Germania), oltre che il presidente di ERGA, che è l’organismo che raggruppa tutte le autorità di controllo  sui media dei paesi UE.

Tutti hanno immediatamente raccolto la palla al balzo ed hanno confermato la loro disponibilità a diventare i “cani da guardia” del rispetto delle regole da parte delle piattaforme, sia pure con qualche distinguo.

Giacomo Lasorella, presidente AGCOM, ha sottolineato come il rapporto fra autorità e libertà nella rete, non sia piu un rapporto duale, ma è ormai un triangolo in cui ai cittadini ed  allo stato/alla UE si è aggiunto un terzo attore: le società private che gestiscono l’accesso ed i servizi di Internet. Intervenire su questo nuovo equilibrio è quindi tema assai complesso, che richiede un accordo europeo e DSA e DMA sono le benvenute perché finalmente applicano lo stato di diritto europeo anche su Internet.

IL DISCORSO DI GIACOMO LASORELLA:

 

Michèle Léridon, Commissaria CSA, ha confermato la disponibilità del suo organismo a fare la sua parte in questa nuova architettura regolamentare di Internet : “Saremo vigilanti sulla questione dell’architettura della regolamentazione, evocata dal presidente Lasorella e auspichiamo che il DNA lasci ampio spazio alle Autorità di regolazione nazionali (ARN) come l’AGCOM e il CSA.”.

IL DISCORSO DI MICHÈLE LÉRIDON:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI MICHÈLE LÉRIDON:

 

Roch Olivier Maistre, presidente del CSA è andato ancora oltre, precisando che  “la priorità deve esser data all’adozione di misure ambiziose nel quadro di DSA e di DMA. E’ per questa ragione che noi auspichiamo che il DSA – che già rappresenta un progresso enorme- vada il più lontano possibile. Per esempio che il testo finale includa regole anche per i contenuti dannosi, e non si limiti solo a quelli chiaramente illegali. E che non si concentri esclusivemente, solo sul principio del paese d’origine, principio cui già la riforma della direttiva SMA ha apportato dei correttivi ».

IL DISCORSO DI ROCH OLIVIER MAISTRE:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI ROCH OLIVIER MAISTRE:

 

Ma non tutti sono convinti che la soluzione dei Digital service coordinators nazionali sia semplice e senza ostacoli sul suo cammino, come sottolineato dal presidente dell’ERGA (il coordinamento delle autorità europee), il tedesco Tobias Schmid, che è anche presidente del MedienAnstalt, il coordinamento delle autorità tedesche): “Con il pacchetto  Digital Services Act, l’Europe coglie la sua chance ma anche la sua responsibilità unica di salvaguardare la libertà su internet nel rispetto dei principi del diritto europeo. I regolatori europei dei media supportano questo approccio di una cooperazione rafforzata a livello paneuropeo. Personalmente non capisco perché vi sia bisogno del network dei Digital Service Coordinators nazionali, quando già esiste e funziona perfettamente sia la rete dei Regolatori dei media (ERGA) che quella dei regolatori delle telecomunicazioni  (BEREC). Credo, fra l’altro, che non sarà facile spiegare questa necessità di creare un nuovo organismo agli stati membri.”

 

Laura Aria, commissaria AGCOM, ha fatto presente che le nuove regole devono essere accolte con favore non solo dai Governi e dagli utenti, ma anche dalle piattaforme stesse, perché esse mirano a far si che gli utenti si sentano (e siano) tutelati.

IL DISCORSO DI LAURA ARIA:

 

Chiamato in causa dalla Aria, il responsabile European policy di Facebook, Johan Ketteelaar, ha espresso apprezzamento per l’approccio regolamentare della Commissione, che viene guardato con interesse nel resto del mondo. Si è detto orgoglioso del fatto che l’Europa sia la prima ad aver adottato un sistema normativo in linea con i propri valori, che coinvolge le online platforms e che viene copiato da altri Paesi del Mondo.

Ha tuttavia espresso perplessità sulla capacità che avranno i futuri Digital Services coordinators nazionali, quando si tratta di controllare i milioni di contenuti disponibili sulla rete ed ha ricordato che la sola Facebook attualmente impiega 35.000 persone nel mondo solo per questa funzione. Una collaborazione fra piattaforme e regolatori è l’unica soluzione possibile.

Ha anche convenuto sull’opportunità di assegnare responsabilità maggiori alle piattaforme di maggiori dimensioni. Ha tenuto a precisare che Facebook non è contro la regolazione europea, come lo dimostra il fatto che essa abbia già applicato le nuove regole previste nella direttiva SMAV varata nel 2019, anche se non è ancora entrata in vigore in tutti i paesi dell’Unione.

IL DISCORSO DI JOHAN KETTEELAAR:

 

Nel dibattito sono inoltre intervenuti il prof. Oreste Pollicino dell’Università Bocconi, che ha ricordato come sia necessario assicurare una piena compatibilità tra il DSA e le legislazioni settoriali e come sia importante assicurare una piena regolamentazione di soggetti che, ci piaccia o no, oggi svolgono funzioni para-costituzionali (accesso all’informazione, libertà di espressione etc);

IL DISCORSO DI ORESTE POLLICINO:

 

Il presidente di Confindustria Radio TV, Franco Siddi che ha fatto presente che il problema principale per i media tradizionali è il bilanciamento di regole e responsabilità tra media tradizionali e nuovi media. I passi fatti dalle piattaforme sono utili, è vero, ma occorre farne altri, ad esempio occorre fornire maggiori strumenti per la lotta alla pirateria;

IL DISCORSO DI FRANCO SIDDI:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI FRANCO SIDDI:

 

Secondo la rappresentante delle tv pubbliche Kati Bremme di France Télévisions, “si tratterà quindi di ripensare le regole e le best practice, e magari di coinvolgere le piattaforme in iniziative congiunte per la produzione e distribuzione di contenuti educativi”

IL DISCORSO DI KATI BREMME:

IL TESTO DELL’INTERVENTO DI KATI BREMME:

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteMyanmar: Save the Children, scioccante l’uccisione di un minore durante le proteste nel Paese
Articolo successivoRoma/Amministrative: Vittorio Sgarbi ufficializza la candidatura a sindaco e le liste di appoggio. Conferenza Stampa domani a Roma.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui