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In California l’americano supera al play-off il connazionale Finau e festeggia il secondo titolo sul circuito. L’azzurro chiude 8/o come Johnson e rientra tra i migliori 100 giocatori al mondo. Ora è 85/o

 

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Il trofeo ricevuto dal suo idolo, Tiger Woods. Per un trionfo arrivato a pochi passi da dov’è cresciuto, in California, in un torneo visto dal vivo, in compagnia del papà, per la prima volta a due anni. Per Max Homa il sogno di vincere il The Genesis Invitational è realtà. A Pacific Palisades l’americano supera alla seconda buca supplementare Tony Finau e festeggia il secondo titolo in carriera sul PGA Tour. Ma nel distretto occidentale di Los Angeles da registrare c’è anche la terza Top 10 stagionale di Francesco Molinari, ottavo. Nuovo risultato di prestigio per l’azzurro, che passa dalla 107/a alla 85/a posizione del world ranking, rientrando così tra i migliori 100 giocatori al mondo.

L’impresa di Homa arrivata pure grazie alla spinta della moglie e del caddie – Il Riviera Country Club (par 71), percorso di gara – per il golf – delle Olimpiadi del 2028, per Homa, 30enne di Burbank (cittadina a pochi chilometri da Los Angeles), è sempre stato il campo più amato. Fin da quando chiedeva autografi ai campioni di una competizione che, all’epoca dei fatti, si chiamava Los Angeles Open.

“Questo torneo significa tantissimo per me, non riesco davvero a spiegare la felicità che sto provando”. E’ la gioia dello statunitense, per una impresa arrivata anche grazie al sostegno dell’amico-caddie e della moglie Lacey. Dopo un birdie alla buca 17 (la penultima di giornata) Homa alla 18 ha fallito il putt della vittoria da meno di un metro. E con un parziale di 66 (-5) su un totale di 272 (-12) colpi ha portato Finau allo spareggio. “Questa è la nostra città, il tuo torneo e il tuo campo da golf. Dobbiamo vincere”. Joe Greiner, caddie e amico di lunga data così ha incitato Homa dopo il brutto errore. “Dimentica in fretta e vinci”, le parole pronunciate invece al telefono dalla moglie prima del play-off. Dove con un par alla seconda buca di spareggio Homa è riuscito a superare Finau (bogey). A cui non è bastato realizzare il miglior parziale di giornata (64, -7). Nuova beffa per il 31enne di Salt Lake City (Utah), che ha collezionato la terza Top 5 consecutiva in stagione dopo il quarto posto al The American Express e il secondo al Farmers Insurance. Continuando però il digiuno con la vittoria (l’unica sul circuito) che manca dal marzo 2016 quando riuscì a vincere allo spareggio il Puerto Rico Open.

La festa a Pacific Palisades è stata tutta per Homa, che ha incassato un assegno di 1.674.000 dollari a fronte di un montepremi complessivo di 9.300.000. Homa s’è costruito la vittoria nell’arco di tutte e quattro le giornate di gara, in cui è stato l’unico giocatore a far registrare sempre un punteggio sotto il par (66 70 70 66). Con questa impresa Homa è salito al decimo posto della FedEx Cup e al 38/o del world ranking (era 91/o alla vigilia del The Genesis). Per Homa si tratta del secondo successo (in 110 partenze) sul circuito dopo il primo arrivato nel maggio 2019 al Wells Fargo Championship.

 

Molinari nuovamente tra i migliori – Chicco Molinari al Riviera Country Club, circolo di cui è diventato membro dopo il trasferimento con la famiglia a Los Angeles, con un 67 (-4) finale caratterizzato da 5 birdie e un solo bogey (alla 17), che non gli ha permesso di piazzarsi tra i migliori cinque, ha chiuso il The Genesis all’ottavo posto con 278 (68 73 70 67, -6) colpi. Eguagliando il miglior risultato stagionale già raggiunto a gennaio nel The American Express, a cui aveva fatto seguito il decimo posto al Farmers Insurance Open. Per il torinese, che negli ultimi due tornei giocati (AT&T Pebble Beach Pro-Am e The Genesis) non ha potuto contare sul caddie Mark Fulcher perché positivo al Covid, ancora una ottima prova. Arrivata in un evento che ha visto in gara otto tra i migliori dieci giocatori al mondo.

Stesso score del piemontese per gli americani Dustin Johnson (numero 1 mondiale) e Wyndham Clark, oltre che per l’australiano Matt Jones. Il risultato raggiunto in California ha permesso a Molinari di recuperare 22 posizioni nel ranking mondiale. Era dal 2019 (vittoria all’Arnold Palmer, 3/o posto al WGC-Dell Technologies Match Play, 5/o al The Masters, nel mezzo anche il 56/o posto al The Players) che Molinari non realizzava tre piazzamenti – nelle ultime 4 gare giocate – tra i migliori dieci.

 

Il PGA Tour parla ancora americano – Per la quarta settimana consecutiva un torneo del PGA Tour è stato vinto da un giocatore americano. Dopo le affermazioni di Patrick Reed (Farmers Insurance), Brooks Koepka (Phoenix Open) e Daniel Berger (AT&T) ora è toccato a Homa. Vittoria ma non solo. Perché al terzo posto con 273 (-11) colpi, alle spalle di Homa e Finau, s’è classificato Sam Burns, leader dopo i primi tre round e che ha cominciato a mostrare segni di cedimento nel “moving day”, che ha subito un ritardo di quasi 4 ore (prima della seconda e definitiva sospensione per l’arrivo dell’oscurità) a causa del forte vento.

 

Gli altri protagonisti – In California bel finale anche per l’australiano Cameron Smith, quarto con 275 (-9). Mentre hanno condiviso la quinta posizione (277, -7) lo spagnolo Jon Rahm, il norvegese Viktor Hovland e l’inglese Matthew Fitzpatrick. Quindicesima posizione (280, -4) per tre big quali Xander Schauffele (quarto al mondo), Patrick Cantlay (leader della FedEx Cup e settimo nel world ranking) e Jordan Spieth, che arrivava da un quarto (Phoenix Open) e terzo posto (AT&T).

 

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