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Torino. «Credo che anche lo sport sia stato danneggiato durante questa pandemia con gli stadi che sono aperti solo formalmente mentre gli aspetti culturali non sono stati mai presi in considerazione».

Lo ha detto Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno, alla presentazione del brano “Mai dire mai (la locura)” con cui è in gara per la prima volta fra i campioni al festival di Sanremo.

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“Mai dire mai (la locura)”, dallo spagnolo pazzia, follia, farà sicuramente parlare al festival.

«È un anno che non lavoro, come anche i miei collaboratori, ed è ingiusto che tutto questo succede ormai da un anno – ha sostenuto l’artista – Sul palco di Sanremo non potevo far finta che sia successo tutto questo. Non avrebbe senso fare solo un festival sulla musica, senza ricordarci che è un anno che lavoriamo in certe condizioni e non viene annullata dalla settimana santa del festival: fuori, purtroppo, continueranno ad avere dei problemi: mi sembrava ingiusto andare al festival e far finta di niente».

Willie Peyote partecipa per la prima volta al festival di Sanremo.

«Non ho mai bussato alla porta del Sanremo – ha ammesso – Mi hanno chiesto qualche volta se volessi partecipare e quest’anno ho accettato perché è l’unico palco che suona ormai in Italia ma, se fossi stato in tour, non lo avrei mai fatto».

Con cinque album all’attivo, Willie Peyote negli anni ha ottenuto sempre più consensi da parte di pubblico e critica per la sua capacità di fondere l’energia e la padronanza tecnica della musica rap con testi che guardano alla canzone d’autore per come affrontano le tematiche sociali e attuali, il tutto con un’ironia tagliente e divertente.

«Rap e indie spopolano ormai nelle classifiche – ha osservato – Il gusto del pubblico è cambiato e il festival arriva leggermente in ritardo ma per fortuna se n’è accorto».

In questa canzone Willie Peyote parla anche dei rapper.

«Parlo del pubblico in questa canzone e del nostro approccio alla cultura – ha precisato – Non ce l’ho con i miei colleghi ma come il pubblico si pone nei confronti della musica e la percepisce. Quando mi hanno proposto questa opportunità ho detto che se mi volete al festival la canzone non è passabile di modifiche e, con mio sommo stupore, mi hanno accettato».

“Mai dire mai (la locura)” sarà disponibile in tutti gli store digitali dopo essere stata presentata sul palco del teatro e anche in una esclusiva versione 45 giri, un vinile 7’’ con sul lato B l’inedito “La depressione è un periodo dell’anno” dal 26 marzo.

«La canzone parla di come ci siamo ormai abituati a mettere al primo posto il mero intrattenimento, in tutti i campi, dall’arte e alla cultura, passando per lo sport e arrivando anche alla politica – ha puntualizzato – Avere un personaggio che funziona è più importante che avere talento, avere il consenso è più importante che avere un programma, far parlare di sé è più importante che avere qualcosa da dire. Anche in pandemia “the show must go on”, quindi si gioca lo stesso anche con gli stadi vuoti, teatri chiusi e concerti annullati ma con gli streaming e i talent show la giostra sembra continuare a girare».

Discutibili per Willie Peyote le decisioni del ministro Franceschini.

«Non vorrei scendere nello specifico ma ci sarebbe molto da discutere – ha affermato – Mi ha stupito che Draghi l’abbia confermato: c’è grande confusione da parte di tutti, ma anche nella campagna vaccinale, è tutto strano, navigano a vista su tutti i punti di vista. Non posso prescindere dalla realtà che mi circonda anche se si può cercare di evadere, e io scrivo partendo da fuori».

A questo punto la ripartenza è la cosa più importante.

«Se tutti sono distanziati, mascherinati e distanziati all’ingresso e all’uscita, un teatro è meno pericoloso di un ristorante dove la bocca non ce l’hai certo coperta – ha confessato – La ripartenza si può fare, parliamo di come ci potrebbe essere il pubblico dentro a teatri, cinema e arene: quel poco già fatto non ha provocato focolai».

Per la serata di giovedì 4 marzo dedicata alla canzone d’autore, Willie Peyote sarà accompagnato sul palco da Samuele Bersani per presentare “Giudizi universali” scritta e interpretata da Bersani nel 1997 e diventata una delle canzoni più amate da pubblico e critica.

«Sono molto emozionato perché è veramente un regalo che Samuele ha deciso di farmi – ha sottolineato – È il brano capolavoro della musica e vado a Sanremo per giocare facendo una delle mie canzoni preferite: lui ha accettato e si è fidato di me; due anni fa non ci avrei creduto se me lo avessero chiesto. Non mi sono permesso di riscriverla perché evidentemente decide lui quanto modificarla: cerco di farlo al meglio delle mie possibilità».

Dopo Sanremo Willie Peyote si godrà un periodo di riposo forzato.

«Mi disintossicherò da tutto questo – ha concluso – Spero di tornare a suonare quanto prima con tutti quelli che lavorano con me e con cui non ci vediamo neanche più anche se sono una parte importante della mia vita: mi metterò a scrivere per il disco nuovo».

Franco Gigante

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