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“Oltre alla violenza sulle donne, ce n’è un’altra, di minore dimensione e frequenza, ma taciuta e sotterranea, quella da parte femminile sugli uomini, che, a causa dello stereotipo della virilità e della quasi certezza di non essere creduti, non denunciano quasi mai”. Così inizia la lettera pubblicata sul blog de L’Espresso da Stefania Rossini, che ha ironicamente intitolato: “Poveri uomini!”. Ironia più che opportuna, non per il racconto del lettore riguardo a mariti maltrattati dalle rispettive mogli, ci mancherebbe altro, ma per l’errore, certamente inconsapevole, d’aver contrapposto i due tipi di violenza. Il solo accostamento è sbagliato per due ragioni. C’è un abisso tra la quantità di donne e bambine che subiscono violenza dagli uomini, e la quantità di uomini che subiscono violenza dalle donne. Si pensi solo agli stupri che subiscono donne e bambine. E’ come accostare un laghetto all’oceano. E c’è una differenza sostanziale tra i due tipi di violenza. La violenza di genere si distingue nettamente da altre forme di violenza. Si tratta della violenza perpetrata dagli uomini contro le donne proprio perché donne. La violenza contro le donne è il prodotto di una cultura sessista e discriminatoria, e nulla ha da spartire con i maltrattamenti perpetrati da donne contro uomini.
Renato Pierri

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