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Ghemon è fra i campioni al Sanremo 2021 con “Momento perfetto”

Milano. «L’ultimo anno è stato intenso e in parallelo ho vissuto anch’io il lockdown che mi ha un po’ bloccato ad osservare quello che succedeva».

Lo ha precisato Gianluca Picariello, in arte Ghemon, parlando di “Momento perfetto”, con cui parteciperà al festival di Sanremo nella categoria campioni, e dell’album “E vissero feriti e contenti” che esce venerdì 19 marzo.

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«Durante lo scorso anno non mi sentivo consumato e avevo voglia di fare musica – ha confessato il cantautore – A tempo di record è arrivato con grande desiderio questo disco: non mi sono ricaricato le pile con i concerti ma ero già carico, fino a chiudermi in studio concentrato a fare musica».

“Momento perfetto” Ghemon l’ha scritta senza pensare di poterla portare a Sanremo.

«È nata nella maniera più spontanea possibile – ha ammesso – La prima cosa che è venuto subito è stato il ritornello e non mi capita tanto spesso: è venuto fuori per conto suo, era lì, mi sono immaginato questo pezzo pe quel palco ed è un brano che scuote».

Ghemon torna al festival di Sanremo a due anni da “Rose viola”, ma quest’anno sarà diverso.

«Manca quella parte di colore e folclore della gente che ci piace – ha riflettuto – Sul palco è invece lo stesso ma mi dispiace che non ci sia il pubblico davanti in sala: per me non è la prima volta poiché ho già cantato davanti a posti vuoti, ma l’emozione è comunque grande e sarà altrettanta la voglia di offrire uno spettacolo bello».

Nella serata delle cover Ghemon porterà il medley (“Le ragazze”, “Donne”, “Acqua e sapone” e “La canzone del sole”) con i Neri Per Caso.

«Ho scelto i Neri Per Caso perché li ho sempre trovati eccezionali – ha spiegato – Mi hanno sempre messo di buon umore: fra di noi ci sta lo scherzo, non ho puntato sull’effetto nostalgia; lo scorso maggio ho ascoltato i loro dischi e mi son detto che se casomai andassi a Sanremo vorrei portarli per il piacere che la musica italiana è malleabile».

Venerdì 26 febbraio esce l’album “E vissero feriti e contenti” su tutte le piattaforme digitali, in cd e vinile nero e rosso autografato.

«È un disco in cui vengono mostrate tutte le mie anime – ha sottolineato – Ho spaziato tra generi diversi, cercando di costituire io l’elemento di unione; ho potuto esprimermi non solo come cantante e autore dei testi, ma anche nella produzione e nella supervisione artistica: al mio settimo disco sono finalmente io, al completo. È musica in italiano ma che parla internazionale, una cosa in cui ho sempre creduto per poter essere unico nel nostro panorama»

Ghemon esce con un disco di inediti a meno di un anno da “Scritto nelle stelle” che ha debuttato al secondo posto della classifica degli album più venduti e al primo di quella dei vinili.

«Esce a neanche un anno dal mio lavoro precedente e in un momento in cui il mondo si stava fermando – ha detto – L’ho prodotto perché sentivo l’esigenza di creare, la voglia di comunicare ma soprattutto l’ho fatto per amore della musica, in cui mi sono rifugiato e grazie alla quale ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro».

Il titolo dell’album è nato in un modo molto particolare.

«Ero sul ballatoio della mia casa e non stavo pensando al titolo – ha accennato Gianluca – È arrivato da solo, per tutto quello che stavamo vivendo perché non me ne fregava niente ma volevo la celebrazione della musica, quello che eravamo stati e quello volevo essere».

Sulla copertina dell’album, Ghemon è ritratto con un gatto.

«Per la verità io non ho gatti ma il cane Tonino – ha osservato – Affronto gli anni della mia vita come se stessi facendo un film e il gatto è simbolico perché mi piacciono gli elementi di surrealtà: è in una posizione rampante pronto a scattare; questo è il mio settimo album e non è un caso che i gatti hanno sette vite».

Niente concerti dal vivo per il momento anche per Ghemon ma c’è l’alternativa di quelli in streaming.

«Mia mamma la sentivo al telefono tutti i giorni e lo scorso anno ha utilizzato anche lei zoom – ha affermato – Questo momento ci ha offerto delle opportunità e io, da spettatore di concerti dal vivo che comunque sono irripetibili, posso anche cogliere questa occasione che ci ha offerto la possibilità di implementare gli spettacoli in streaming».

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