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Povero Zingaretti Nicola sfortunato, era il più bravo… ma ha sbagliato tutto!

Lettera aperta al PD

Alcuni giorni addietro, avendo appreso della decisione di Zingaretti di dimettersi da segretario del PD, sono rimasto esterefatto ed incredulo. Essendo io iscritto al PD, da parecchi anni, ed avendo a suo tempo sofferto per l’ascesa del “rottamatore”, renzie, ed avendo tentato il possibile all’interno del PD per favorire un ritorno ad una politica di sinistra, fui uno di coloro che videro con favore l’ascesa di Zingaretti e la sua elezione a segretario del Partito. Purtroppo l’idillio è stato alquanto breve, ben presto mi resi conto che, con il suo atteggiamento gattopardiano, anch’egli proseguiva nel percorso di allontanamento dagli ideali che avevano contraddistinto la vera “sinistra”. Il PD ormai non può più considerarsi l’erede del glorioso Partito Comunista, al massimo, e solo parzialmente, arriva a rappresentare una maschera socialdemocratica centrista.
Comunque avevo approvato (come un male minore) l’alleanza con il M5S e la formazione del governo Conte in cui, a parte le evidenti incapacità e cantonate prese da alcuni ministri, si tentava almeno di mantenersi su posizioni che non andavano troppo contro il volere “popolare”.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, giunse la notizia dell’abbandono da parte di Zingaretti, ma ciò avveniva solo dopo la formazione del “governissimo” di Draghi (che univa in un abbraccio mortale il PD ed il M5S al Berlusconi ed al Salvini). La nascita del “governissimo” fu per me uno schiaffo morale al quale non posso porgere l’altra guancia e perciò ho definitivamente smesso di considerarmi un appartenente al PD. Ciò non toglie che non riesco ancora a comprendere le motivazioni dell’abbandono di Zingaretti. Ed anche la mia compagna Caterina spesso mi chiede “ma tu lo sai perché Zingaretti si è dimesso?” e cosa potevo risponderle?
Nessuna delucidazione chiara mi veniva dai comunicati del PD ed anche dai “compagni” di sezione e del Provinciale e del Regionale non giungevano risposte ma solo ambigui appelli al “restare uniti”, mentre si facevano già i primi nomi di ipotetici successori. Le misteriose dimissioni di Zingaretti assomigliano tantissimo alle dimissioni di Ratzinger, avvenute senza un vero motivo, semplice “stanchezza”…?

Paolo D'Arpini nasce a Roma il 23 giugno 1944. Nel 1970/71 fonda a Verona il Circolo culturale "Ex" e scrive il suo primo libro Ten poems and ten reflections (Rummonds Editore). Nel 1976, a Calcata, fonda Annapurna la prima azienda italiana a occuparsi di alimentazione integrale e vegetariana. Nel 1984 fonda a Calcata il Circolo vegetariano VV.TT , e di lì a poco anche il Comitato per la Spiritualità Laica, pubblica i libri "Calcata. racconti dalla città invisibile" e "Incontri con i santi" (Edizione VV.TT.). Nel 1996, ad Acquapendente, partecipa alla fondazione della Rete Bioregionale Italiana, di cui diventa coordinatore nel 2009. Nel 2010 si trasferisce a Treia, nelle Marche, e pubblica "Vita senza tempo" assieme a Caterina Regazzi (Edizioni Vivere Altrimenti), "Riciclaggio della memoria, appunti su Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica", "Treia: storie di vita bioregionale" (Edizioni Tracce), "Compagni di viaggio" (Edizioni OM). Collabora regolarmente con la rivista laica "Non Credo" (Edizioni Religion Free) e con diversi blog ecologisti, tra cui Terra Nuova, Long Term Economy, Politicamente Corretto

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