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Bisogna adottare un approccio più umano e meno tattico difronte a questioni importanti che riguardano il mondo del lavoro ed i lavoratori in generale.

Durante i lavori dell’assise consiliare, ha colpito in modo estremamente negativo l’atteggiamento del Sindaco sulla problematica dei lavoratori ex lsu-lpu ed il silenzio assordante di tutti finora.

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Dopo essersi lodato da solo, il Sindaco ha attaccato a testa bassa questi lavoratori, rei di aver rivendicato qualche ora di lavoro in più. Usando toni alquanto baldanzosi ha attribuito loro l’etichetta di “pettegoli”, arrivando finanche a parlare di “parassitismo” e ad alimentare così di fatto lo stucchevole ed oltraggioso chiacchiericcio secondo il quale questi dipendenti sarebbero dei fannulloni intenti solo ad occupare scrivanie.

La temerarietà dell’onnipotente Sindaco però non si è placata e, con le sue parole, velatamente ha fatto intendere al pubblico che ascoltava l’idea fuorviante che questi lavoratori – precari da una vita – rappresentano una pesante zavorra per l’efficientamento dei servizi comunali offerti ai cassanesi, e che se fosse stato possibile, avrebbe preferito sostituirli magari con 20 giovani professionisti scelti direttamente da lui, che di certo avrebbero fatto “galoppare le pratiche”. Così facendo, non solo ha mortificato profondamente tali lavoratori ma ha anche subdolamente affermato l’assioma secondo il quale se uno ha un lavoro non può rivendicare anche i diritti, perché in fondo c’è chi il lavoro non ce l’ha proprio.

La produttività del singolo dipendente è normalmente correlata a quella della struttura, dell’ufficio in cui il singolo lavoratore è inserito. Ciò significa che – ad eccezione dei casi in cui il dipendente è particolarmente svogliato, e per i quali l’Amministrazione in qualità di datore di lavoro è più che legittimata ad intervenire severamente – deve essere chiaro che se la struttura già dall’alto è sgangherata ed inefficiente, anche il rendimento di un impiegato si abbassa ed abbassa inevitabilmente la qualità dei servizi offerti.                                                É fondamentale in tale contesto anche il ruolo ricoperto dai dirigenti, a cui devono essere affidati obiettivi chiari al fine di controllarne i risultati.

In virtù di ciò è legittimo chiedersi, quali interventi sono stati adottati nel corso ormai di circa 10 anni di governo Papasso per correggere tali inefficienze da lui riscontrate nel Palazzo.

Oltretutto, la nota più bizzarra di questo surreale dibattito innescato sul lavoro dei dipendenti pubblici, sulla loro produttività e sul loro costo a carico dei cittadini, è alimentato proprio da uno che appartiene alla categoria e che quindi, indirettamente, lo subisce: Papasso, che da anni ormai riesce a lavorare per la comunità come Sindaco e contemporaneamente, nell’arco della giornata lavorativa, ad adempiere alle sue mansioni di responsabilità in importanti strutture regionali come dipendente pubblico, potrebbe ben spiegare a questi lavoratori come riuscire ad essere un campione di performance e cosa significa offrire servizi di qualità alla collettività.

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