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Acuita dalla pandemia che ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso

            “ Mentre le vie della municipalità collinare di Napoli, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, peraltro con tante persone in strada nonostante la zona rossa, sembrano sempre più adatte a un percorso da Camel Trophy, visti i dissesti e le buche presenti, che continuano a lievitare in assenza delle necessarie opere manutentive, gli storici negozi, presenti sulla collina partenopea da lustri, costituendone il tessuto portante dell’economia, con il trasferimento di padre in figlio da generazioni, offrendo possibilità occupazionali a tanti giovani alla ricerca di un impiego, continuano ad abbassare definitivamente le saracinesche. L’ultima goccia che ha fatto traboccato il vaso, peraltro già pieno, è stata generate dal prolungarsi delle chiusure a causa dell’emergenza determinata dalla pandemia che, particolarmente in quest’ultimo  periodo, ha colpito segnatamente alcuni settori, tra i quali quelli  degli esercizi commerciali adibiti alla vendita di abbigliamento, di calzature, di pelletteria, di  gioielli ma anche quello delle agenzie di viaggi “. E’ l’amara considerazione di Gennaro Capodanno, presidente dl Comitato Valori collinari, che da lustri segue le vicende di un settore, quello del commercio, che vede sulla collina la più alta concentrazione di esercizi commerciali dell’area partenopea, con circa 1.600 attività, alcune delle quali della grande distribuzione, presenti nel solo territorio del Vomero, su una superficie di poco più di due chilometri quadrati.

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“ Per ultimo, proprio in questi giorni, nella centralissima via Tino di Camaino ha chiuso un negozio adibito a filiale di un’agenzia di viaggi, presente da lustri con sede sulla collina partenopea –  puntualizza Capodanno – . Ma girando per le strade e le piazze del Vomero e dell’Arenella non è difficile imbattersi in locali che, allo stato, appaiono privi di un’attività o con il “si loca” “.

 

“ E così,  senza che vengano messe in campo valide quanto concrete iniziative di sostegno da parte degli Enti a tanto preposti, sia a livello nazionale che locale,  per superare la difficile quanto perdurante crisi economica, che ha subito un colpo ferale dalla pandemia – sottolinea Capodanno -, aziende commerciali e artigianali che, in decenni di attività, avevano reso famosi gli esercizi di tradizione della collina vomerese, continuano inesorabilmente a scomparire. Una trasformazione, quella del settore commerciale che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata nel corso degli ultimi vent’anni. Così, al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche famiglie, che si erano dedicate al commercio e all’artigianato per generazioni, sono arrivate attività di diversa tipologia, con prevalenza, da un poco di tempo a questa parte, di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande: bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, osterie, gelaterie, wine bar, birrerie, pub, enoteche “.

 

 

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