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Con una interrogazione parlamentare pubblicata giovedì 8 aprile, l’Atto Senato n. 3-02407 (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1210702), ho interrogato il Ministro della cultura in merito alla sorte del palazzo tardo-cinquecentesco di Via San Biagio de’ Librai, a Napoli, già sede del Monte dei Pegni e in procinto di essere ‘svenduto’ da Intesa Sanpaolo. Ho chiesto in primo luogo se, dopo la petizione del 2017 firmata da Italia Nostra, Palazzi di Napoli, Cgil, Ram e F. Masucci di Cappella Sansevero, egli abbia “dato seguito alla richiesta di vincolo di destinazione museale, tesa a rafforzare il provvedimento di tutela esistente”. Soprattutto, ho chiesto a Franceschini “se non ritenga di voler chiarire, almeno per una volta, che un bene culturale di particolare valenza per la storia, anche sociale, della città di Napoli, com’è il Palazzo del Sacro Monte di Pietà, non possa essere destinato ad usi, quali quelli individuati dagli imprenditori Amoroso e Miccio, che non sono compatibili con la sua valenza monumentale, cioè di luogo della memoria e della identità storica della città, interrompendo la dissennata deriva verso la banalizzazione del patrimonio culturale, le cui testimonianze, anziché essere oggetto di studio e di conoscenza, sono ridotte al rango ancillare di meri contenitori per ‘eventi’ i più disparati, in una continua celebrazione autoreferenziale di un eterno presente, senza memoria e senza storia”. In fine, gli ho domandato “se non voglia, al contrario, sollecitare con fermezza Intesa Sanpaolo a donare/restituire il Palazzo al pubblico”, come suggerito ad es. dal prof. Carlo Iannello, “e attivarsi poi con le amministrazioni campane perché l’edificio possa essere destinato a scopi compatibili con la sua dignità, come ospitare strutture di alta formazione universitaria e profilo internazionale quali la Scuola Superiore Meridionale, così risarcendo, idealmente, il Sud Italia, del sistematico depauperamento di risorse di cui è stato vittima prima con l’Unità e poi con le privatizzazioni degli ultimi decenni”.

 

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Margherita Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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