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TOKYO, 12.04.21 – Il governo giapponese, in una riunione che si terrà domani, potrebbe decidere di scaricare nell’oceano 1,23 milioni di tonnellate di acqua radioattiva proveniente da Fukushima. Ad opporsi molte ONG e gruppi di cittadini che chiedono con forza che questa opzione venga accantonata. Per chiedere al Governo di fermarsi, Greenpeace ha raccolto 183.754 firme in Giappone e Corea del Sud.

«Se il Governo dovesse decidere di rilasciare acqua radioattiva nell’oceano, certificherebbe che le audizioni pubbliche e gli incontri con i gruppi di pescatori che lo stesso esecutivo ha tenuto sono stati una pura formalità, dato che l’opinione pubblica è chiaramente contraria a questa eventualità», dichiara Kazue Suzuki, Campagna Clima ed Energia di Greenpeace Giappone. «L’attuale regolamento non limita la quantità totale di radioattività da rilasciare e permette di rilasciarne molta solo se diluita. Alcuni dei radionuclidi da rilasciare hanno una durata di vita di migliaia o decine di migliaia di anni. La decisione di rilasciare l’acqua contaminata nell’oceano lascerà enormi problemi per il futuro».

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La TEPCO sarà responsabile dell’effettivo rilascio dell’acqua radioattiva, ma un recente scandalo sull’accesso di personale non autorizzato alla sala di controllo dell’impianto nucleare ha portato a dubbi sull’idoneità della compagnia nel gestire i materiali radioattivi.

«La decisione di rilasciare l’acqua nell’oceano è insostenibile, se consideriamo l’incalcolabile impatto sull’ambiente e sulla comunità e teniamo conto delle capacità di TEPCO», continua Suzuki. «Il governo giapponese dovrebbe continuare a conservare l’acqua contaminata nel sito di Fukushima Daiichi, mentre sviluppa la tecnologia per rimuovere le radiazioni» conclude.

Leggi il report (in inglese)  “Stemming the Tide 2020: The reality of the Fukushima radioactive water crisis”

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