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“Pompei in mano ad un capace amministratore?! Ma mi faccia il piacere!”, avrebbe detto Totò, accompagnando l’esclamazione con un gesto eloquente. Nei giorni scorsi i media hanno dato conto della controfirma da parte del Ministro per la Pubblica Amministrazione della nomina di Gabriel Zuchtriegel alla guida del Parco di Pompei, istituto autonomo del Ministero della cultura (MiC) affidato ad una direzione di livello generale, nomina decisa dal ministro Franceschini e che il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, aveva resa pubblica il 20 febbraio scorso. Zuchtriegel proviene dalla direzione, anch’essa autonoma ma di livello non generale, del Parco archeologico di Paestum e Velia, riuniti in un unico istituto dal 2020, di cui lo stesso Osanna ha assunto l’interim in attesa di dare un successore all’archeologo tedesco, che lo reggeva da fine 2015. La promozione di Zuchtriegel ad un incarico di gran lunga più prestigioso è avvenuta in esito ad una procedura non concorsuale al termine della quale Franceschini lo ha preferito agli altri due candidati rientranti nella terna licenziata dalla commissione che ha valutato tutti gli aspiranti a quella posizione.

Se la cittadinanza italiana lo ha sottratto alle critiche di chi non condivide l’entusiasmo ministeriale per i direttori stranieri, e l’accelerazione della nomina, attesa per i primi di marzo, ha tentato di metterlo al riparo dalle polemiche nate a gennaio dai lavori di restauro del teatro ellenistico-romano di Elea-Velia, la risposta della Regione Campania all’interrogazione presentata alla Giunta il 10 marzo dalla consigliera Maria Muscarà rischia di minare ulteriormente l’immagine idilliaca del direttore Zuchtriegel che il Ministero oggi della cultura ha cercato di costruire. Egli era stato infatti osannato dai giornali come capace amministratore che aveva speso centinaia di milioni per il Parco di Paestum. La risposta della dirigente dello Staff 91 “Promozione e valorizzazione Beni Culturali”, Nadia Murolo, cui si chiedeva di quantificare i fondi assegnati al Parco dalla Regione dal 2015 in poi per restauri e valorizzazione, nonché di precisare quali lavori e quali spese fossero stati realmente effettuati, certifica invece per tabulas che la Direzione è stata incapace, nell’ambito di una proposta progettuale mirata del valore di 2,5 milioni di euro, di spendere i fondi (pari a euro 2.170.000) del progetto “Lavori e forniture per la ristrutturazione, l’ammodernamento e la riqualificazione generale del Museo Archeologico Nazionale di Paestum”, finanziato sui fondi del POR FESR Campania 2007-2013 con il D.D. 895 del 9.10.2014. Tale finanziamento si è dovuto infatti revocare nel 2016, perché nessuna spesa era stata realizzata per tale intervento.

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Il direttore Zuchtriegel appare invece più attivo sul fronte degli interventi di valorizzazione, per i quali ha ottenuto dalla Regione, tramite i fondi POC, dal 2017 al 2020, ca. 950.000 euro; ne risultano spesi fino al 2019 ca. 567.000. Quanto ai 550.000 euro delle mostre allestite nel 2018-2019, in base alle spese rendicontate, la Regione ha potuto erogare solo i primi acconti, “mentre la spesa non è ancora certificata”. Per le mostre programmate, invece, l’una nel 2020 (e da realizzare, causa pandemia, entro dicembre 2021), e l’altra nel 2021, entrambe da euro 200.000, non risulta che Zuchtriegel abbia presentato alcuna proposta progettuale.

Trovano dunque riscontro oggettivo i timori di chi pensa con sgomento sia al futuro di Paestum e Velia, date le condizioni in cui versa il Parco all’atto del cambio della guardia, sia, soprattutto, alla gestione di Pompei, realtà infinitamente più complessa e ancora più bisognosa, date le cifre che vi si spendono, di una direzione ineccepibile quanto a competenza, trasparenza e legalità.

 

Margherita Corrado (Senato Gruppo Misto – Commissione Cultura

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