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Quarto artista

Antonello Viola

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Isola di Favignana 1 – Oro, turquoise, azzurro reale chiaro e giallo di Napoli, 2019-2021

Isola di Favignana 2 – Oro, turquoise, elio green e giallo di Napoli, 2019-2021

Fino al 6 maggio 2021

BUILDINGBOX

via Monte di Pietà 23, Milano

visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7

www.building-gallery.com

BUILDINGBOX installation view (dettaglio) – “La forma dell’oro”, 4/12 Antonello Viola, 09.04.2021 – 06.05.2021)
BUILDINGBOX presenta fino al 6 maggio 2021 un’installazione inedita di Antonello Viola (Roma, 1966), quarto artista invitato nell’ambito de La forma dell’oro, il progetto espositivo annuale, a cura di Melania Rossi, che indaga l’utilizzo dell’oro nella ricerca artistica contemporanea attraverso le opere di dodici artisti invitati a misurarsi con il tema prescelto.

Le installazioni sono visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dalla vetrina di via Monte di Pietà 23 a Milano.
Per Antonello Viola la pittura è un manifesto, l’affermazione di un ideale costitutivo.

Dalla pittura non esistono vie di fuga, come non si può fuggire troppo lontano da sé stessi, tanto che l’artista delimita lo spazio dedicato al colore tracciando un confine nelle sue opere, entro il quale poi stratifica, sottrae, cancella e sovrascrive con pigmenti a olio e foglia oro. Viola trova così la compostezza formale che gli permette di muoversi libero nella dimensione temporale. Lo sconfinamento è nel tempo, la gestazione di un suo lavoro può durare anni, in cui le velature a olio e le campiture d’oro si stratificano formando la pelle dell’opera, che porta tutti i segni del tempo, delle scelte e dei ripensamenti. Nei suoi lavori la figura sembra essere evaporata e anche il supporto alla pittura perde peso.

 

Nel corso della sua ricerca Viola ha abbandonato la tela, passando alla carta giapponese e al vetro, per allontanarsi dal romanticismo, dall’accademia che la tela porta con sé. Una scelta verso l’assoluta purezza pittorica. L’artista non cerca metafore, non gli interessa dare una spiegazione o una lettura narrativa del suo lavoro ma si percepisce nelle sue opere un particolare misticismo, raggiunto con rigore e metodo. Ogni minima variazione umorale è resa visibile sottoforma di graffio, linea, campitura nascosta. Rendere visibile l’invisibile, dare spazio alla pura interiorità piuttosto che al suo racconto, acquisisce inevitabilmente una dimensione sociale, un significato universale.

 

Per La forma dell’oro, Viola presenta un’installazione formata da due opere di pittura e foglia oro su vetro, Isola di Favignana 1 (2019-2021) e Isola di Favignana 2 (2019-2021), create appositamente per BUILDINGBOX. L’oro fa parte della sua palette da una decina d’anni, l’artista ne ha studiato potenzialità cromatiche e materiche. La presenza di campiture dorate di vari colori conferisce ai suoi lavori una connotazione iconica, citando i fondi oro medievali e le icone bizantine, ma con un respiro contemporaneo e quasi iconoclasta che si rivolge a dinamiche interiori, a ricordi personali e alla percezione del tempo.

Corruttibile/inossidabile, materiale/spirituale, privato/universale, sono gli opposti che emergono dall’uso del re dei metalli da parte di Antonello Viola.

BUILDINGBOX installation view – “La forma dell’oro”, 4/12 Antonello Viola, 09.04.2021 – 06.05.2021)

La forma dell’oro

 

BUILDINGBOX dedica la stagione 2021 al progetto La forma dell’oro, un’esposizione in dodici appuntamenti con cadenza mensile, a cura di Melania Rossi.

La mostra vuole dare una panoramica sull’utilizzo dell’oro nella ricerca artistica contemporanea, attraverso dodici installazioni di artisti che alludono al “re dei metalli” con modalità e pratiche diverse.

 

Definito “carne degli dei” dagli antichi egizi, oggetto simbolo della discordia nel mito greco, l’oro diviene nell’interpretazione cristiana sia emblema della manifestazione divina, sia incarnazione della vanità terrena e dei vizi umani. Un fatto è certo: nel corso dei secoli, questo elemento naturale ha conservato un alto valore espressivo tanto nella sfera del sacro, quanto in quella del profano. Nella tradizione rappresentativa, l’oro è definito da una polifonia di metafore che vanno dal divino al demoniaco, dallo spirituale al materiale, dalla perfezione alla corruzione. Lo spettro della sua potenza simbolica è tale da arrivare persino ad alludere all’assenza, alla negazione dello spazio-tempo e della gravità.

 

I pittori d’epoca medievale e del primo Rinascimento se ne servivano per rappresentare ciò che eccede la realtà materiale e supera l’uomo. L’aura mistica propria di tecniche antiche quali il fondo oro, il lustro e la doratura rappresentano l’imprescindibile punto di partenza per tutti gli artisti che ancora oggi scelgono di inserire quest’elemento nella loro prassi artistica.

Che tipo di fascino esercita l’oro nel mondo odierno? A quali scopi se ne serve l’arte contemporanea?

Tutti lucenti nella loro doratura, le opere e i lavori site-specific degli artisti selezionati da Melania Rossi (in oro vero o falso, oppure in bronzo, ottone, plastica, ceramica, vetro, carta) richiamano inevitabilmente la tradizione storico-artistica, portando al contempo la personale ricerca di ogni autore. Ciascun artista offre infatti un punto di vista diverso sul metallo nobile, osservato con seduzione alchemica o volontà dissacratoria. Alcuni, considerandolo un colore, ne hanno studiato le proprietà pittoriche; altri, considerandolo un materiale plastico, ne hanno indagato le potenzialità scultoree. Altri artisti, invece, hanno operato dei ribaltamenti di senso rispetto ai significati mitici, filosofici e letterari assunti dall’oro lungo le epoche.

 

La forma dell’oro è dunque una mostra fatta di eccezioni: qui, è tutto oro quel che luccica.

La mostra si compone di un’installazione al mese per dodici mesi, visibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24, nella vetrina BUILDINGBOX. Un confronto senza pause tra diversi ed eccellenti modi di intendere l’aurum, metallo nobile, eterno e incorruttibile nella sua natura più pura.

Cenni biografici

 

Antonello Viola (Roma, 1966) vive e lavora a Roma.

Nelle sue opere, attraverso un processo di accumulo, stratificazione e sottrazione, Viola stabilisce un nuovo rapporto con lo spazio, un rinnovato dialogo tra la dimensione interiore dell’opera e l’ambiente che la circonda. Da questo assunto unito al metodo, trae vantaggio il suo lavoro, che si esprime in un linguaggio composto di materia, fluidità e ricchezza cromatica. Le sue ultime produzioni sono caratterizzate dall’uso di vari materiali: la carta giapponese, il vetro, l’oro in foglia e i pigmenti a olio; in un equilibrio di formati singoli e multipli presentati in allestimenti rigorosi.

 

Antonello Viola ha esposto in spazi pubblici in Italia e all’estero e insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a numerose mostre collettive istituzionali tra le quali: Manifesta 13 – Real Utopias, 2020; Looking for Utopia, Novecento, Venezia, 2019; Materiale immateriale, Navicella sospesa, Roma, 2019; THE ARTIST / KNIGHT, Kasteel Van Gaasbeek, Bruxelles, 2017; Fragile per sempre, Palazzo Incontro, Roma, 2012; Tra cielo e terra, Museo Marino Marini, Firenze, 2011; 54° Biennale di Venezia, 2011; Impresa/Pittura Ciac Castello Colonna, Genazzano Roma, 2010; Sistema Paese, Ministero degli Affari Esteri, Roma, 2010; Collezione Farnesina  – Experimenta, Ministero degli Affari Esteri, Roma, 2009.

 

Fra le sue più recenti personali: Anche Bach mi ha salvato, Francesca Antonini Arte Contemporanea Roma 2020 e Antonello Viola. Aktuelle arbeiten, Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano, 2018.

La forma dell’oro

a cura di Melania Rossi

da gennaio 2021

1.        Paolo Canevari, Monumenti della Memoria (Golden Works), 2019. 12 gennaio – 10 febbraio

2.        Emiliano Maggi, Horned Vessel 2021, Horned Mirror 2021, Golden Worn 2020. 11 febbraio – 9 marzo

3.        Rä di Martino, Allunati #19, 2021. 10 marzo – 8 aprile

4.        Antonello Viola, Isola di Favignana 1 – Oro, turquoise, azzurro reale chiaro e giallo di Napoli, 2019-2021, Isola di Favignana 2 – Oro, turquoise, elio green e giallo di Napoli, 2019-2021. 9 aprile – 6 maggio

5.        Jan Fabre, A Devilish Ashtray, 2020. 7 maggio – 4 giugno
 

BUILDING

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