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I partecipanti a una conferenza, organizzata martedì dal centro americano “Republic-Underground”, hanno chiesto il dispiegamento del Consolato americano a Dakhla al fine di facilitare i contatti tra gli operatori economici locali e le loro controparti americane, e per promuovere gli investimenti e l’aiuto americano allo sviluppo della regione, in conformità con l’Accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Marocco.

Segnato dalla partecipazione in particolare di Michael Flanagan, ex membro del Congresso americano; Erik Jensen, ex capo del Minurso e rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara (1993-1998); Richard Weitz, Direttore del Center for Politico-Military Analysis presso l’Hudson Institute; Elisabeth Myers, avvocato e accademica, e Nancy Huff, presidente della ONG americana “Teach the Children International”, questo incontro è stato un’opportunità per invitare l’attuale amministrazione americana a sostenere gli sforzi del Marocco per risolvere il conflitto del Sahara sulla base di un soluzione basata sul piano di autonomia, come unica soluzione a questa controversia regionale.

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I relatori hanno anche chiesto che l’Algeria contribuisca efficacemente agli sforzi delle Nazioni Unite volti a raggiungere una soluzione politica alla controversia regionale sul Sahara marocchino e ad assumersi la propria responsabilità come una vera parte del conflitto. Nelle loro conclusioni, i relatori hanno ritenuto che gli Stati Uniti dovrebbero opporsi ad alcuni abusi del diritto internazionale e del principio di autodeterminazione volti a destabilizzare e frammentare gli stati sovrani.

I partecipanti hanno anche chiesto di porre rimedio al calvario umanitario nei campi di Tindouf, in territorio algerino, e di facilitare il ritorno alla madrepatria delle popolazioni sequestrate in questi campi. A tal proposito, hanno sottolineato la responsabilità del Polisario per le sue azioni destabilizzanti e provocatorie, pur sottolineando il ruolo e le responsabilità dell’Algeria come Paese ospitante del Polisario. Inoltre, altri esperti americani di diritto e di relazioni internazionali hanno sottolineato, mercoledì, la rilevanza della proclamazione degli Stati Uniti sul Sahara marocchino, affermando che il sostegno all’autonomia sotto la sovranità marocchina è stata la politica seguita da molto tempo. Stati sotto diverse amministrazioni e questo, nell’ambito di una conferenza virtuale organizzata dall’Ordine degli avvocati della città di New York (NYCBAR) sull’argomento. diversi oratori in questa conferenza tra cui Elliott Abrams, ex diplomatico americano senior e vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca (2005-2009), e anche specialista del Medio Oriente presso il prestigioso American Think Tank “Council on Foreign Relations e Eugene Kontorovich, professore e direttore del Centro per il Medio Oriente e il diritto internazionale presso la George Mason University che ha affermato che l’attuale amministrazione americana dovrebbe mantenere e approvare la proclamazione adottata dal suo predecessore, dato che il Regno del Marocco costituisce “un fedele alleato strategico di lunga data” di gli Stati Uniti d’America.

I relatori hanno evidenziato il ruolo dell’Algeria nel perpetuare la disputa regionale sul Sahara marocchino, sottolineando che se non fosse stato per il palese appoggio algerino al Polisario, questo conflitto si sarebbe concluso da tempo nel quadro del piano di autonomia marocchino. Se questa è la notizia cosi come le agenzie hanno riportato. Urge a questo punto una riflessione. I lavori di questo seminario  mettono in luce la legalità della sovranità del Marocco sul suo Sahara, in particolare da parte di specialisti in diritto internazionale ed esperti esperti nella risoluzione dei conflitti.

Marco Baratto
studioso di relazioni internazionali

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