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Ancora chiuso l’ingresso da via Aniello Falcone con gravi disagi

Prevale la presenza delle transenne grigie sul poco verde a disposizione

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            ” Ancora una volta stamani, all’atto della riapertura al pubblico del parco della villa Floridiana al Vomero, abbiamo assistito all’ennesimo flop, riscontrato già l’anno scorso in occasione di ben due inaugurazioni, una per l’apertura di ciascuno dei due cancelli d’ingresso al parco, con tanto di fotografi e telecamere, dopo che il parco era rimasto chiuso per ben sei mesi. Insomma, ancora una volta la montagna ha partorito il più classico dei topolini e, dopo l’ennesima chiusura protrattasi ben otre i termini fissati dall’ordinanza regionale che aveva chiuso parchi e giardini, chi si aspetta di trovare stamattina il parco borbonico fruibile in tutta la sua antica bellezza è rimasto profondamente deluso “. A intervenire sulla vicenda è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori, che è sceso in campo più volte, pure con la creazione di un gruppo sul social network Facebook, che conta oltre tremila iscritti, al fine di consentire la piena fruibilità del parco borbonico, all’interno del quale si trova anche il museo delle arti decorative Duca di Martina, peraltro chiuso da mesi.

 

            ” Innanzitutto non si comprendono i motivi per i quali è stato riaperto soltanto l’accesso da via Cimarosa e non anche quello di via Aniello Falcone, i cui cancelli rimangono sbarrati, con gravi disagi per tutti quei visitatori che abitano nella parte bassa del Vomero – afferma Capodanno -. Visto che i musei rimangono ancora chiusi perché, se il problema fosse l’assenza di personale per la guardiania, non vengono distaccati i dipendenti del museo Duca di Martina o di altri museo viciniori, come quello di San Martino, per tenere aperti entrambi gli accessi del parco, così come avveniva prima dell’ultima chiusura? Una domanda che attende una risposta che comporti comunque, in immediato, la possibilità da parte dei cittadini  di poter accedere al parco anche da via Aniello Falcone “.

 

            ” Passeggiando lungo i viali si osserva l’oramai consueto, da dieci anni a questa parte, tripudio del grigio delle numerose transenne che limitano l’acceso a buona parte delle aree del parco borbonico, rispetto al verde delle piante a disposizione. Si comincia dalla scala, posta immediatamente a sinistra dell’accesso da via Cimarosa, dove campeggia su una grata metallica un segnale rosso di divieto di circolazione, che impedisce l’accesso a tutta l’area sopraelevata, dopo si trovano il teatro di verzura e l’area destinata ai giochi dei bambini con le giostrine che furono vandalizzate oltre due anni fa e che fino ad oggi non sono state ancora ripristinate. Un poco più avanti è stata lasciata sul viale principale una panchina rotta che andava rimossa o ripristinata. Invece sta lì in brutta mostra e non si comprende il perché “.

 

            ” Vero è – prosegue Capodanno –  che finalmente è stata eliminata dal prato centrale la ceppaia del pino caduto, che qualcuno voleva trasformare in una sorta di opera d’arte ma che non si è mai capito perché non fosse stata smaltita l’anno scorso, insieme al tronco, nei sei lunghi mesi di chiusura del parco. Resta il dato che l’aiuola centrale presenta numerose zone prive anche di un solo filo d’erba e che sarebbe staro il caso di procedere almeno a una nuova piantumazione per ripristinare il manto erboso che, allo stato, si presenta a chiazze. Quando alla pulizia, dietro alle  numerose transenne che continuano a impedire l’accesso a buona parte del parco si osservano ancora numerosi alberi e rami da tempo caduti e non ancora rimossi “.

 

            ” Scendendo lungo lo scalone – aggiunge Capodanno -, nell’area del belvedere, dove si può ammirare uno dei più interessanti panorami della città, area che resta anch’essa ancora parzialmente transennata, l’unica novità è costituita dall’intervento di tempietto ionico che è stato ripulito e ridipinto. Stamani, tra le tante disfunzioni ancora presenti, si osservava anche la tracimazione dell’acqua dalla fontana con le tartarughe e i pesciolini rossi, con la conseguenza che la zona antistante risultava completamente bagnata e resa scivolosa. Nei pressi della fontana faceva poi brutta mostra di se uno dei pochi cestini portarifiuti presenti, che non era stato svuotato “.

 

            ” In definitiva – sottolinea Capodanno -, nulla di nuovo sotto il sole. Una chiusura quelle delle ultime settimane, protrattasi anche oltre la data del 6 aprile scorso, quando altri parchi erano stati riaperti al pubblico, del tutto ingiustificata alla luce del fatto che le ordinarie attività di pulizia e di manutenzione che risultano effettuate potevano essere tranquillamente realizzate anche nel corso del giorno di chiusura settimanale del parco, evitando di privare i tanti frequentatori dell’unico polmone di verde pubblico a disposizione della zona “.

 

            ” Adesso – puntualizza Capodanno – attendiamo di conoscere se sono stati finalmente stanziati i fondi annunciati dal ministero della cultura già oltre due anni fa, e in che misura. In caso positivo auspichiamo che sia già in corso la realizzazione dei progetti esecutivi con il relativo cronoprogramma dei lavori, che andranno idoneamente pubblicizzati, anche perché potrebbero comportare altre chiusure. Un ulteriore sacrificio per i cittadini con l’auspicio che finalmente, dopo oltre dieci anni di degrado e d’abbandono che, a partire dall’anno 2011,  hanno visto chiudere di volta in volta la maggior parte dei viali e delle aiuole, senza che s’intervenisse per tempo, l’antico parco borbonico possa essere restituito nella sua interezza all’antico splendore e reso fruibile anche nelle ore serali, visto che, tempo addietro, fu dotato anche di un impianto d’illuminazione, con l’organizzazione di eventi e di spettacoli da svolgersi pure d’estate, principalmente nel museo Duca di Martina e nel teatro di verzura, una volta che sarà stato restaurato. Così come andrà definita la destinazione dei numerosi immobili che si trovano all’interno del parco, solo alcuni dei quali occupati, che potrebbero essere destinati ad attività sociali e a ludoteche “.

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