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«Il ritorno in giunta di Franco Talarico merita una netta censura politica. L’assessore della Regione Calabria al Bilancio e al Personale è coinvolto nell’inchiesta Basso profilo, della Dda di Catanzaro, con l’ipotesi di corruzione elettorale. Pertanto, ora dovrebbe mettersi da parte e difendersi, com’è suo diritto». Lo afferma, in una nota, il deputato Francesco Sapia, di L’alternativa c’è, che sottolinea: «Soprattutto adesso, in Calabria c’è bisogno di segnali chiari, inequivocabili. Occorrono esempi pubblici, perché la questione morale – rimarca il parlamentare di L’alternativa c’è – non può essere retorica, passerella, atteggio, chiacchiere e contraddizioni. Non si tratta di cedere al giustizialismo, ma di affermare un principio: davanti a inchieste pesanti, è giusto che i politici coinvolti, innocenti sino a sentenza definitiva, facciano un passo indietro e rinuncino a ruoli di responsabilità pubblica per provare la loro estraneità ai fatti contestati». «Invito il presidente facente funzione, Nino Spirlì, a intervenire con fermezza, nel caso in cui – conclude Sapia – Talarico non volesse dimettersi. La presidente Jole Santelli volle in giunta un uomo dello Stato come il colonnello Ultimo, proprio per significare la sua attenzione verso la legalità e l’etica pubblica, i due vaccini più efficaci per il futuro della nostra terra».

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