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Dopo le recenti polemiche sulle centinaia di opere d’arte di proprietà del Comune di Napoli, talune di grande pregio, malamente custodite nei depositi sotterranei del Maschio Angioino, ho interrogato il ministro Franceschini per sapere innanzitutto “se il diritto/dovere di ispezione in capo all’ufficio territoriale di tutela del Ministero della Cultura (MiC) sia stato regolarmente esercitato, e con quali esiti”, nonché per quale ragione “data l’urgenza di rimuoverle dagli ambienti insalubri che ne hanno causato/favorito il degrado, non ne sia stata disposta dal soprintendente ABAP la custodia coattiva in un museo pubblico ex art. 43 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”. La seconda domanda è in sé provocatoria, tant’è che la successiva non poteva non essere: “dove il prefato Soprintendente, volendo applicare l’art. 43, potrebbe disporre la custodia coattiva delle suddette opere d’arte dal momento che, a termini delle cd. riforme Franceschini, non ha più alcun rapporto con i musei del territorio (e con i loro depositi), i quali o dipendono dalla Direzione regionale Musei, che fa capo alla Direzione generale Musei, mentre le Soprintendenze fanno capo alla Direzione generale ABAP, o addirittura godono di autonomia speciale, dunque sono retti da direttori generali”. Considerata poi la modestia delle risorse stanziate dal Comune per la messa in sicurezza delle opere, ho chiesto ancora al Ministro se “non ritenga necessario, per assicurarne il restauro come vuole l’art. 29 del prefato Codice, imporre all’Ente i necessari interventi conservativi ex art. 32, cioè eseguendoli in sua vece per poi rivalersi nei confronti del Comune”. In fine, pur avendolo omesso nell’atto di sindacato ispettivo depositato ieri, rilevo che essendo tornate in funzione, grazie agli interventi condotti nel post-terremoto, molte delle chiese e degli altri istituti religiosi da cui provengono le opere d’arte suddette, il loro restauro potrebbe essere propedeutico alla restituzione alle sedi originarie.

Margherita Corrado (Senato, L’alternativa c’è – Commissione Cultura)

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