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 Previsti 283 milioni di euro nel 2021, 1,7 miliardi nel 2020. Nel 2021 DOMINA prevede solo 200mila famiglie beneficiarie, nel 2020 più di 1,3 milioni di richieste

 

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Per fronteggiare la diffusione della pandemia, il decreto legge del 13 marzo 2021, n. 30, prevede, tra gli altri provvedimenti, un nuovo bonus baby sitter. Sono previsti interventi di sostegno per lavoratori con figli minori affetti da COVID-19, in quarantena o in caso di sospensione dell’attività didattica in presenza. La norma vale per tutti i casi sopra che si siano verificati dal 1° gennaio al 30 giugno 2021 e dispone un tetto massimo, per ogni famiglia con figli minori di 14 anni, di 100 euro settimanali.

 

Il bonus è riconosciuto anche ai minori di 14 anni affetti da disabilità grave, iscritti a scuole di ogni ordine e grado per le quali sia stata disposta la sospensione dell’attività didattica in presenza o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale, per i quali sia stata disposta la chiusura. Il provvedimento legislativo si rivolge però solo ad alcune tipologie di lavoratori: iscritti in via esclusiva alla gestione separata; lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Inps; lavoratori autonomi iscritti alle casse professionali autonome; personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico; lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato (medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico e di radiologia, operatori socio-sanitari. Sono compresi anche i medici di base e i pediatri, gli ostetrici, i soccorritori, gli autisti, i medici e il personale sanitario addetto al servizio del 118.

I fondi sono erogati mediante il libretto famiglia, come l’anno scorso. A differenza del 2020, i soldi pubblici non possono essere utilizzati per remunerare le prestazioni rese dai familiari, fino al terzo grado di parentela. Congedo e bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting sono riconosciuti nel limite complessivo di 282,8 milioni di euro per tutto il 2021.

 

Al primo bonus baby sitter, istituito nel 2020, l’Osservatorio nazionale DOMINA, aveva dedicato una sezione del suo Rapporto annuale sul lavoro domestico, elaborando i dati statistici delle richieste e degli stanziamenti. Si può provare a fare un raffronto tra i due provvedimenti e a ipotizzare qualche previsione sull’efficacia dell’attuale decreto legge.

L’anno scorso la disponibilità finanziaria era di 1,7 miliardi di euro, circa sei volte tanto quella attuale. Le famiglie che nel 2020 avevano inoltrato la richiesta del bonus sono state poco più di 1,3 milioni, il 45% dei potenziali beneficiari (quasi 2,9 milioni di famiglie con figli da 0 a 12 anni). Se manteniamo le proporzioni, quest’anno potrà essere soddisfatto al massimo il 7,5% delle famiglie che potrebbero aver bisogno di questo contributo. Con cento euro a settimana per sei mesi, poi, ogni famiglia potrebbe ottenere al massimo 2.600 euro, ma per distribuire le risorse ad almeno 200mila famiglie, ogni nucleo dovrà accontentarsi di 1.300 euro.

“Meglio di niente”, commenta Lorenzo Gasparrini, segretario generale di DOMINA, che lancia un messaggio al governo: “ci aspettiamo ben altri interventi di sostegno al nostro settore. La pandemia non è finita e puntare con convinzione sulle famiglie per la ripresa del Paese mi sembra doveroso e lungimirante”.

 

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