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Una lapide e uno slargo ricordano ai posteri  il giovane eroe

 

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            “ Purtroppo, come già avvenne l’anno scorso, anche quest’anno a Napoli, a causa della pandemia e delle relative restrizioni, lunedì prossimo non si potrà tenere nella mattinata la consueta manifestazione pubblica che, negli anni precedenti, ha visto nella piazzetta del quartiere Chiaia, che oggi porta il suo nome, la partecipazione di tantissime persone, per commemorare il ventottesimo anniversario del brutale assassinio di Maurizio Estate, vittima innocente della criminalità e medaglia d’oro al valore civile, spirato tra le braccia del padre, dopo che gli avevano sparato per essere intervenuto, poco prima, sventando uno scippo. Il grave fatto di sangue, che destò tanta commozione, avvenne il 17 maggio 1993, a Napoli, al largo Vetriera a Chiaia, oggi appunto largo Maurizio Estate, dove una lapide, posta tempo addietro, ricorda la nobile figura di questo giovane che ancora oggi rappresenta un fulgido esempio di altruismo e di amore per il prossimo “. A ricordare, ancora una volta, il tragico evento è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che in passato si era strenuamente battuto affinché lo slargo, nel quale avvenne il grave fatto di sangue, fosse appunto intitolato al giovane eroe, cosa che avvenne dopo ben venticinque anni dall’uccisione di Maurizio Estate.

 

            “ Negli anni scorsi, in occasione della commemorazione, sono stati presenti anche gli alunni di una scuola media statale che ha assunto Maurizio Estate come simbolo di eroismo, realizzando pure un filmato dove si descrive la vita della vittima della criminalità – ricorda Capodanno -. In occasione della commemorazione del 17 maggio 2005, il primo cittadino del capoluogo partenopeo, nel ricordare il giovane, che, quando fu ucciso, aveva appena 23 anni e stava per convolare a nozze, nel corso dell’intitolazione di una piazza a Scampia, lo paragonò a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che si gettò su Giuliana Sgrena per difenderla “.

 

            “ Leggendo la lapide dedicata a Maurizio – sottolinea Capodanno – tornano in mente le parole pronunciate dal fratello: “Spero che questa lapide sia di monito per i giovani, altrimenti ci piegheremo alla barbarie. Ricordare è importante, una città senza memoria non ha futuro. È facile andare via, il difficile è vivere qui a Napoli. Ma non possiamo andarcene. Dobbiamo sperare ed essere sempre di più a farlo“ “.

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