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Da qualsiasi osservatorio sociale si voglia soppesarne il gradimento,  si evince che, fatta salva qualche eccezione, l’interesse per la politica da parte della stramaggioranza degli Italiani è al lumicino, come lo è anche l’interesse per gli stessi politici, i quali,  come noto, in un raggruppamento di massa voluto dal Presidente della Repubblica sotto la gestione dell’attuale primo ministro al fine di   “governare”,  sembrano, anzi lo sono davvero, appiccicati in funzione di quella sorta di vincita del lotto, alias  Recovery,  le cui pedine sono state programmate e giocate dal Covid.  Insomma verrebbe da dire, benvenuto Covid…

Fare un’affermazione contraria non sarebbe possibile, né tantomeno conveniente, al punto da dover ipotizzare con assoluta certezza che oggi, in mancanza dei benefici pandemici (si fa per dire ovviamente)  saremmo in una giostra fatta girare dall’imponderabilità degli eventi, anche tragici, realtà per la quale il popolo italiano, come detto dianzi, non annette  quasi nessuna  fiducia persino sulle Istituzioni.

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Questo spaccato socio-politico ha dei riflessi sulla povera gente che, anche se le cose dovessero cambiare in meglio, come pare stia anche avvenendo economicamente (le stime sul PIL appaiono confortanti rispetto alle previsioni) ha finito per destabilizzare, posto che ce ne fosse ancora bisogno,  gli equilibri in quasi tutti i contesti sociali che, come vediamo tutti i santi giorni,  stanno arrancando a fatica per sopravvivere.

Oggettivamente, esistono poi forti e giustificate preoccupazioni sulle modalità di impiego dei fondi UE, circostanza che, a mio parere, aumenta ancora la sfiducia in una ripresa con  i crismi che tutti si aspettano, stante la constatazione quotidiana, invero molto sindacabile,  per la quale, in merito al Recovery, chi è al governo dissente dal governo di cui fa parte.

Non vorrei fare la voce grossa, ma mi par di poter dire che, rebus sic stantibus, non mancheranno sorprese quando si entrerà nel vivo della questione Recovery in quanto non esiste onestà politica riconducibile a vera democrazia, e nemmeno un minimo di mediazione o compromesso democratico all’interno delle varie anime,  ma solo il desiderio, pur stando in maggioranza, di scalzare l’avversario utilizzando pretestualmente, ma aggiungerei anche disonestamente,  la situazione del “dentro tutti al governo” per far fuori alcuni.  E questa è cosa orrenda che,  a mio avviso,  è contro natura politica per non dire “contra-legem”, anche se ciò non è previsto dalla Costituzione.

Appare pertanto poco attendibile che, ad un certo momento, fors’anche in pieno utilizzo dei fondi UE in contestualità con le imminenti politiche nelle grandi città e vari capoluoghi di provincia, non parta qualche scintilla da corto circuito.

Staremo a vedere. Ma non c’è sicuramente da illudersi.

Arnaldo De Porti

Belluno-Feltre

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