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DATEMI ASSICURAZIONE CHE IL DOMANI SARA’ VIVIBILE.

Ogni giorno, dal piedistallo della mia sin troppo attempata condizione anagrafica, mi sforzo di incutere fiducia in chi mi sta attorno, specie ai giovani e, indirettamente, incutendola agli altri, cerco di incamerare anche in me questa speranza, ma si tratta di auto violenza psico-fisica che viene immediatamente smentita dai fatti che succedono quotidianamente in tutti i contesti della vita socio-politica e persino religiosa.

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Politica, magistratura, giornalismo, società, commercio e, persino  mondo clericale, sembrano non essere più in grado di trovare un minimo di normalità, come si evince dai fatti clamorosi che la stampa, anche quest’ultima con i suoi gravi difetti, ci vengono ogni giorno propinati con sempre maggiore intensità, al punto che, di questo passo,  si correrà il rischio di una graduale e continua assuefazione che, come spesso dice anche il Papa, dobbiamo tutti aver paura dell’indifferenza, condizione quest’ultima che diventa madre dell’immobilismo nel fare, nel programmare, nel credere e nell’amare.

E’ forse necessario ricordare quanto succede nella gestione politica per la quale, per governare, si sono messi insieme cani e porci offendendo le persone serie, oneste fattive che vogliono davvero gestire il bene comune? Alzi la mano chi potrà rispondere affermativamente!

E’ necessario ricordare ancora il cattivo esempio che ci viene dato persino da coloro che ce lo devono fornire rispettando codici civili, penali e costituzione (salvo le eccezioni ovviamente)?  Penso sia difficile rispondere anche qui con onesta convinzione.

Che dire del giornalismo di cui pure io faccio parte? Nelle varie emittenti, nei social, ma anche su carta, non esiste confronto, ma solo competizione per spuntarla meglio rispetto ai competitor ai fini dello share e delle vendite, spesso con una tale faccia tosta che, onestamente, mette in difficoltà morale anche chi ascolta o legge.

Società?  Manca il dialogo, più non ci si conosce, e traspare una sorta di revanscismo a difesa per tema di essere di meno.

Anche il mondo clericale mostra la sua “secolarità”, al punto da apparire, giorno dopo giorno, in ritardo rispetto a questa società che, con tutti i suoi gravi difetti, mostra tuttavia una qualche posizione materiale di vantaggio rispetto ad esso, avulso dalle difficoltà oggettive del vivere quotidiano da parte dei laici.

Ah!, dimenticavo, la sanità. Niente da dire sulla scoperta in tempi rapidi del vaccino e della sua applicazione in ambito nazionale, tuttavia – domanda che mi faccio tutti i giorni – vorrei sapere quanti sono stati i decessi per malasanità riconducibile a logistica territoriale, improvvisazione e protocolli arrivati dall’alto che, secondo me, hanno mostrato delle grosse crepe in questo settore. Non andrebbe poi sottaciuto che, quand’anche il vaccino dovesse fronteggiare il virus, (come lo spero onestamente) ancora non si sa per quanto tempo esso avrà oggettiva efficacia, stante il fatto che non sembra improbabile che, dopo prima e seconda inoculazione, non si debba far ricorso alla terza e quarta, in quanto la sperimentazione sin qui effettuata non ha offerto la possibilità di valutare i tempi dell’efficacia stessa, così come trovo abbastanza sindacabile che si possa parlare di immunità di gregge con tanta sicumera.

Per concludere, mi par di poter dire che, stante il fatto che dette mie perplessità appaiono evolversi in maniera graduale e progressiva, c’è da ritenere che essendo la progressività in totale antitesi con la loro reversibilità, tutto ciò non prospetti elementi di fiducia verso il futuro, ove non si cominci da subito a mettere in seria discussione quei pilastri sociali che, nel bene e nel male ci hanno condotti sino ad oggi, e ciò per sostituirli con gestioni nuove della politica, della sanità, della vita sociale, ecc. ecc., pena il crollo di un sistema esistenziale fisiologico fornitoci da madre natura, realtà di cui nemmeno il Covid pare averci fatto capire.

Ciò che va riformato è anche il cosiddetto regime democratico che oggi si è trasformato in libertà di fare tutto ciò che si vuole alla faccia di ogni regola degna di questo nome, ma anche della stessa sanità che, salvo qualche eccezione, prevalentemente continua a premiare chi possiede mezzi e abbandona chi non ce li ha.

Alla luce di quanto sopra è più che evidente l’urgenza di una riforma globale del sistema che non dovrà essere mai più gestito da persone che fanno politica per il potere e non per l’interesse del bene comune.

Ma questo sfogo fa  parte del mondo dei sogni!

 

Arnaldo De Porti

Belluno-Feltre

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