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“Noi aspettiamo questo e siamo sorpresi da quello,” scriveva Wittgenstein nelle Ricerche filosofiche. La comune esperienza dell’attesa ci rivela, ogni volta, lo scarto fra quel che aspettiamo e l’evento che interrompe l’attesa, fra l’atteso e l’ospite che si presenta alla porta.

 

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Che cosa dobbiamo fare di questo scarto, che è poi lo scarto fra il linguaggio e il reale?

 

Ricominciare ad aspettare finché la coincidenza sia perfetta o accogliere l’ospite e la sua novità? In fondo tutta la vita dipende da questa decisione.

 

“Ogni ospite misura la nostra umanità sul tempo che intercorre fra la rinuncia alla rappresentazione che lo aveva preceduto e il benvenuto sulla porta”.

 

La ricerca di Ginevra Bompiani riscritta e riproposta dopo 33 anni (prima edizione Feltrinelli, 1988) è la rappresentazione di quanto l’attesa sia sempre in gioco.

 

Ginevra Bompiani è una editrice, scrittrice, traduttrice, saggista, anglista che ha insegnato all’Università di Siena e ha fondato la casa editrice nottetempo. Per Bompiani nella seconda metà degli anni ’60 ha progettato una delle più belle collane del Novecento “Il Pesanervi. I capolavori della letteratura fantastica”. Ha tradotto fra gli altri Céline, Artaud, Yourcenar, Deleuze, Colette. Alcuni suoi libri: La stazione termale (Sellerio 2012) e La neve (et al. 2013), L’ultima apparizione di Josè Bergamin (nottetempo 2014), Mela zeta (nottetempo 2016), L’altra metà di Dio (Feltrinelli 2019).

 

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