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A Napoli marciapiedi invasi da pedane, ombrelloni e tavolini

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Problemi di deambulazione per i pedoni e per i diversamente abili

 

            “ Ormai a Napoli, e segnatamente nell’ambito della municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella con circa 120mila residenti, gli esercizi pubblici, in particolare bar e ristoranti, la fanno da padrone occupando marciapiedi e strade con dehors, pedane, tavolini, sedie, ombrelloni e fioriere, rendendo oltremodo difficoltoso il transito dei pedoni e, segnatamente, delle persone diversamente abili – afferma Gennaro Capodanno, presidente del comitato Valori collinari -.  Anche le principali strade e piazze del quartiere appaiono purtroppo afflitte da queste problematiche che, durante la stagione estiva, risultano ancora più evidenti “.

 

            “ Ci domandiamo, tra l’altro – sottolinea Capodanno –, i motivi per i quali tante autorizzazioni rilasciate peraltro per periodi limitati, con rinnovi continui alle relative scadenze, diventino di fatto definitive, anche in aree riconosciute, con delibera di Giunta municipale, di particolare pregio storico ed ambientale, per le quali dunque non sarebbe consentita la possibilità di rilasciare questo tipo di autorizzazioni, se non per brevi e determinati periodi “.

 

            ” Inoltre – puntualizza Capodanno -, in molti casi, risulta disatteso l’articolo 20 del vigente codice della strada il quale sancisce che: “Nei centri abitati, ferme restando le limitazioni e i divieti di cui agli articoli ed ai commi precedenti, l’occupazione di marciapiedi da parte di chioschi, edicole od altre installazioni può essere consentita fino ad un massimo della metà della loro larghezza, purché in adiacenza ai fabbricati e sempre che rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga non meno di 2 m. Le occupazioni non possono comunque ricadere all’interno dei triangoli di visibilità delle intersezioni, di cui all’art. 18, comma 2. ” “.

 

            “ Al riguardo l’attività sanzionatoria dell’amministrazione comunale appare sovente sporadica e comunque priva d’efficacia operativa definitiva, dal momento che, almeno nell’ambito del quartiere collinare, la situazione al riguardo peggiora di giorno in giorno, come testimoniano le ultime installazioni in ordine di tempo – aggiunge Capodanno -. Stesso discorso si potrebbe fare per  i controlli degli spazi effettivamente occupati rispetto a quelli autorizzati che nei fatti appaiono moltiplicati per fattori anche di notevole entità “.

 

            Sull’esigenza di effettuare controlli più rigorosi ed efficaci per eliminare tali situazioni che creano notevoli difficoltà alla viabilità pedonale, con particolare riferimento alle persone afflitte da difficoltà motorie, munite di carrozzine, Capodanno richiama ancora una volta l’attenzione degli uffici competenti dell’amministrazione comunale.

 

 

2 Commenti

  1. A tal proposito pur avendo spiattellato in prima pagina la foto della nostra pizzeria, tengo a dare solo una importante precisazione: l’occupazione del suolo pubblico viene fatta previa precisa misurazione degli spazi e facendo regolare richiesta comunale prima di poter procedere fattivamente alla stessa. Ci tengo solo a ribadire che ci siamo permessi di “occupare” ciò che ci è stato regolarmente concesso dalle autorità competenti. Con la speranza di avere eventuali chiarimenti, porgo cordiali saluti. Il titolare della pizzerie in foto

  2. Abbiamo ricevuto la specificazione del titolare della pizzeria in foto e ne abbiamo preso atto. L’articolo non ha nulla contro l’esercizio in quanto tale in quanto regolarmente autorizzato. Siamo sicuri che i ristoratori avrebbero preferito lavorare sempre come sempre senza doversi barcamenare in queste circostanze che, oltre che essere dispendiose sono anche scomodissime. Si sa che queste sono emergenze e per questi motivi sono state adottati e permessi rimedi che vorrebbero ” risarcire” in qualche modo le perdite di un anno e mezzo di coronavirus e di chiusure forzate e che neanche i ristoratori stessi avrebbero mai voluto che interferissero con la propria attività. Tanto era dovuto
    Il direttore Salvatore Viglia

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