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“Ecodistretto a Villapiana? L’unico rifiuto che dovranno “smaltire” è il NO dei cittadini”

Il tardivo consiglio comunale straordinario, tenutosi ieri pomeriggio, non è sufficiente a sanare una iniziale negligenza informativa sottolineata finanche nell’intervento di un consigliere della minoranza. Infatti, in barba al rapporto di fiducia che dovrebbe intercorrere tra una comunità ed il cosiddetto “primo cittadino” della stessa, i villapianesi -circa una settimana fa- hanno dovuto apprendere da una nota stampa dell’assessore De Caprio che il Comune di Villapiana è stato indicato quale sito destinato alla realizzazione di un eco-distretto con relativa discarica di servizio.

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Da parte nostra, come cittadini attenti e preoccupati per le sorti del territorio, sorgono alcuni quesiti più che ragionevoli, perché non si considera il diniego espresso precedentemente dagli altri comuni che hanno rigettato con forza -su spinta della popolazione- il medesimo progetto?

Negli anni passati, infatti, le proteste di cittadini ed associazioni del Pollino hanno fermato gli infausti progetti della Regione, scongiurando un simile scempio dapprima nella zona Frascineto-Castrovillari dipoi nei pressi di Morano Calabro.

Oltre allo studio di fattibilità, tra l’altro fin troppo repentino nel fornire valutazioni di carattere positivo, non sarebbe il caso di predisporre uno studio più approfondito al fine di ottenere una valutazione maggiormente ponderata? Beninteso, con il coinvolgimento di tecnici super partes ed attraverso un tavolo di confronto permanente coi comitati cittadini.

Inoltre, è verosimile ritenere che l’individuazione del luogo sia avvenuta in conseguenza ad una fase di indagine preliminare, di ricerca sul sito proposto, giusto?

Ebbene, possibile che la popolazione non sia stata resa edotta delle intenzioni dell’amministrazione comunale? Ignorati, umiliati ed estromessi da una decisione che avrà indubbie ripercussioni sul piano individuale e sull’assetto socio-economico del paese. Se tale indagine ancora non è stata svolta, registriamo un ulteriore motivo di riprovazione verso la superficialità di un metodo intollerabile.

E’ innegabile che, anche in riferimento al territorio villapianese, vi siano due aspetti di grande rilievo che rendono il summenzionato progetto un’idea scellerata con riferimento alla naturale propensione turistica del luogo ed all’economia locale a vocazione agricola. Settori che riceverebbero un duro colpo qualora, la zona, divenisse l’immondezzaio dell’intera provincia.

In base a quanto emerso dallo studio di fattibilità commissionato dalla Regione Calabria, i tecnici puntano su un’area di 50 mila metri quadrati, non sufficienti alla realizzazione di un impianto così imponente, a cui dovrebbe aggiungersi un ampliamento che ne dovrebbe triplicare l’estensione.

Ricordiamo che l’impianto dovrà farsi carico di tutti i rifiuti della provincia di Cosenza, una quantità abnorme: 146 mila tonnellate di rifiuti all’anno, secondo quanto previsto dal Piano Regionale per il nuovo eco-distretto, praticamente 400 tonnellate al giorno.

Occorre, pertanto, anteporre ad ogni genere di interesse le ragioni oggettive che spingono a contrastare la progettazione dell’impianto: l’inquinamento ambientale e il rischio per la salute dei cittadini prima di tutto, per non parlare della puzza (i cittadini di Celico purtroppo convivono già con questo dramma) che pervaderà l’intera area in questione, compreso il centro abitato.

Non è pensabile che il problema atavico della gestione rifiuti debba trovare l’ipotetica risoluzione soltanto attraverso la mortificazione di un’intera area. Il Movimento 5 Stelle ormai da anni propone la realizzazione di impianti piccoli e di prossimità che possano essere funzionali nell’affrontare le necessità di territori circoscritti a fronte di studi specifici e attenti alle potenzialità del territorio. Strategia da abbinare necessariamente al principio cardine delle politiche “zero Waste”, riciclo ed economia circolare. Il problema della gestione dei rifiuti, lo sappiamo bene, è gravissimo, pertanto deve comportare un approccio di rinnovamento totale nel metodo e nella programmazione che, non dimentichiamo, comporta anche la corretta applicazione delle direttive europee in materia, già colpevolmente disattese da politiche regionali insufficienti.

 

– Comunicato congiunto: Attivisti m5s gruppo “Fattivi Italia” ed i Deputati Giuseppe D’Ippolito e Paolo Parentela.

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