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La mia lettera dimezzata su “Oggi”
“Care lettrici e cari lettori, anche questa settimana sono stato costretto a dedicare questa pagina interamente alle vostre lettere sul tema vaccini, non vax e Green pass.
Sapete come la penso, ma credo sia giusto dar voce anche a chi la vede diversamente. L’importante è che il confronto resti civile, tra persone civili”.
Così, scrive il direttore di Oggi, Umberto Brindani, nella rubrica lettere, sul settimanale del 5 agosto. Però al sottoscritto, il bravo direttore civilmente la voce l’ha data a metà. Ha dimezzato, infatti, una mia lettera sull’argomento, eliminando la parte più interessante. Solo ragioni di spazio, oppure paura di pubblicare la verità? Entrambi i motivi probabilmente.
Trascrivo la lettera. Il direttore ha sostituito con tre puntini tutta la parte che comincia con le parole: “Un cretino un po’ cattivello”. Mi viene anche il pensiero che abbia avuto timore di dare fastidio al “pozzo di scienza”. Ecco la lettera, pubblicata integralmente su altri siti, intitolata: Sono un cretino se non mi vaccino”: 
Mi è parso di capire che se non mi vaccino sono un cretino.  Ma sì, mi è sembrato di capire che sono sullo stesso piano di coloro che credono la terra sia piatta. Così ho sentito dire da uno scrittore. Può darsi però che io abbia capito male, il che, essendo un cretino, sarebbe anche normale. Peggio di un cretino, se si considera che la faccenda della certificazione verde non mi è per niente simpatica. Non mi sono mai state simpatiche le discriminazioni. Da sempre quindi sarei un cretino. Un cretino un po’ cattivello, giacché non mi curerei della libertà altrui di non ammalarsi. La mia libertà di vaccinarmi o non vaccinarmi, finisce là dove comincia la libertà del mio prossimo di non ammalarsi. Così ho sentito dire da un pozzo di scienza onnipresente in televisione. Il ragionamento sembra non fare una piega. Ma a me, che sono un cretino un po’ cattivello, sembra sia una maniera abbastanza singolare di ragionare. Il pozzo di scienza, nella sostanza mi scambia per san Francesco e mi chiede di fare un sacrificio per tutelare la sua salute. Obiezione: “Vaccinarsi non è un sacrificio”. Risposta: “Permetti che sia io a decidere se per me sia un sacrificio?”. Seconda obiezione: “Ma è anche per il tuo bene”. Risposta: “Grazie, ma, ammesso che lo sia, di norma il bene s’impone ai bambini. Oppure anche ai cretini?”.
Renato Pierri

 

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