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Il significato dell’ecologia profonda è racchiuso nella comprensione che nulla è  separabile nella vita, il tutto compartecipa al tutto. Questo concetto è stato espresso con molta saggezza sin da cinquemila anni fa in un detto vedico che afferma: “Dal Tutto sorge il Tutto. Se dal Tutto togli il Tutto, sempre il Tutto rimane”.  Perciò l’ecologia profonda è il riconoscimento dell’inscindibilità della vita ed il bioregionalismo non è altro che la descrizione dei vari processi vitali e delle forme visibili della vita e della materia  nella consapevolezza di tale inscindibilità.


Quindi la descrizione “geografica” bioregionale è solo funzionale all’integrazione dell’ambito descritto, un po’ come avvenne ai tempi di Menenio Agrippa che descrisse  lo Stato in termini di  complementarietà degli organi strutturati per il  funzionamento dell’intero organismo.

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La visione taoista è  molto vicina al discorso dell’ecologia profonda e del bioregionalismo. Il concetto del continuo intercalare  di yin e yang (attivo e passivo, caldo e freddo, luce tenebra, sole luna, ecc.) stabilisce la messa in moto del processo vitale e della sua prosecuzione in termini evoluzionistici. Da ciò se ne deduce che utilizzare  neologismi quali “bioregionalismo od ecologia profonda” non può rappresentare una “novità”,  e non è un “copyright”,  come spesso viene indicato nelle terminologie identificative attuali da dizionario.

Bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dire che l’unitarietà della vita e delle sue continue mutazioni è una componente della vita stessa, quindi non può essere ascritta ad estensori dei termini descrittivi.  

 

La parola è sempre riduttiva. Ed infatti la descrizione mai può rappresentare la sostanza.  Questi stessi concetti qui espressi lo dimostrano… Però non possiamo negare l’importanza della capacità di analisi e di percezione che è propria dell’intelligenza-coscienza, quella che spesso mi son trovato a definire “spiritualità naturale (o laica)”. 

 

La coscienza è essenziale per comprendere i processi vitali e  da quando esistono le categorie , da quando cioè nella società umana sono nati i concetti di  buono e cattivo, si è  cercata una via integrativa che potesse rendere comprensibile l’interrelazione di quelle forze che sempre co-agiscono in tutte le mutazioni.

E qui arriviamo alla conclusione che il bioregionalismo e l’ecologia profonda possono essere solo sperimentati in prima persona, anzi debbono essere vissuti sulla propria pelle. Come disse Gichin Funakoshi: «Ciò che hai imparato dagli altri, ascoltando le loro parole, verrà da te presto dimenticato. Ciò che hai imparato da te stesso, con tutto il tuo corpo, non potrai scordarlo per il resto della vita».


Questo farsi prima  sperimentatori e poi rielaboratori integrativi, questo continuo accettare le possibilità presenti all’occasione  senza spingere per una soluzione precostituita è la giusta via di mezzo, la stessa indicata da un grande pragmatico naturista: il Buddha.

Insomma in un modo o nell’altro arriviamo alla conclusione che l’adesione al bioregionalismo, all’ecologia profonda  ed alla spiritualità naturale fanno parte della vita e non sono argomenti di studio didattico.

 

Paolo D’Arpini – Portavoce della Rete Bioregionale Italiana

Fonte: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2021/08/ecologia-profonda-e-bioregionalismo.html

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