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Colazione amara a Treia il  4 settembre 2021 (Anno 1 dell’Era Covid).  

Mentre aspettavo che la barista preparasse il cappuccino bollente d’asporto,  visto che non posso sedere all’interno per mancanza di green pass, non ho resistito alla vista di un giornale nazionale abbandonato su un tavolo…  le notizie riportate in prima pagina sono scottanti: “Approvata la terza dose, per contrastare alcune varianti, ed avanti con  l’obbligo vaccinale in tutte le sue fasi. Chi si rifiuterà verrà  sottoposto a misure restrittive e punitive. Le ipotesi variano dalla sanzione amministrativa a quella penale,  fino alla sospensione dal lavoro o al divieto di frequentare alcune attività. Nel governo, stanno pensando a un’estensione della misura già seguita per il Green pass, prevedendo una multa da 400 a 1.000 euro.”  

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Non  ho avuto il coraggio di andare oltre,  ma poi parlando con un amico, insegnante di scuola superiore, fin’ora dubbioso sull’obbligo vaccinale,  ho avuto da lui conferma che la direzione scolastica lo ha informato che se non  si sottoporrà all’inoculazione verrà sospeso dal servizio senza stipendio e gli verrà comminata una multa da mille euro per “assenza ingiustificata”. 

L’obbligo vaccinale, se tutto procede secondo i desiderata di Draghi (con l’approvazione della maggioranza  dei partiti del suo governissimo)  è quindi  in itinere, e se ne prevede l’estensione entro ottobre di quest’anno. Anche se -dal punto di vista legale- dopo l’approvazione dell’Aifa  degli anticorpi monoclonali, non dovrebbe essere consentita la promulgazione di obbligo vaccinale vista la presenza di una cura sicura (vedi:  https://www.aifa.gov.it/uso-degli-anticorpi-monoclonali)

Ma il governissimo, come il carrozzone di Renato Zero, “va avanti da sé”… (https://www.youtube.com/watch?v=HdegeDb3IkI)… Purtroppo  pochi, se vorranno sopravvivere,  potranno opporvisi, pena la persecuzione e la fame,  visto che  le punizioni per i non vaccinati sono  talmente pesanti che sarà difficile sottrarsi alla puntura. 

Siamo alla stella gialla sul bavero?

 

Paolo D’Arpini

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