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Sconcertante è l’aggettivo che meglio descrive la risposta data ieri, in Commissione Cultura, alla mia interrogazione al ministro Franceschini sullo stato di degrado in cui versa la villa maritima di Minori (SA). L’incapacità di affrontare la problematica in modo strutturale e organico, com’è indispensabile e improcrastinabile, è il solo dato che emerge con la massima chiarezza da quanto riferito dal Sottosegretario del Ministero della Cultura. Sconcertante, dicevo, innanzi tutto perché assicura costante vigilanza e sopralluoghi frequenti da parte della Soprintendenza, contraddicendo le opposte testimonianze dei residenti. Non esita ad affermare il falso persino su dati meno aleatori, dichiarando: “…l’accesso è tuttora possibile a tutti gli ambienti della Villa, seppure solo con gruppi molto piccoli negli ambienti più interni”. In realtà, tutti i vani (e sono la maggior parte) che non si affacciano direttamente sul giardino porticato sono chiusi al pubblico, come ho verificato di persona all’inizio di luglio, quando persino un braccio del portico era inagibile a causa dei muschi proliferati sulla pavimentazione. Il fatto che in futuro la visita alla villa e all’annesso Antiquarium, oggi gratuita, sarà a pagamento e legata a quella della villa romana di Positano mediante un biglietto unico, ma neppure Positano è ‘pronta’, sembra dover giustificare lo stallo odierno e futuro… Del resto, senza riconoscere l’assoluta urgenza degli interventi di restauro atti a fronteggiare la rovina progressiva di pitture, stucchi, mosaici e dare rassicurazioni al riguardo, la risposta ministeriale si concentra sulla storia pregressa e futura – l’oggi non esiste – del progetto di restauro da ca. 5 milioni di euro finanziato dal CIPE: un progetto del 2001, a dimostrazione che la problematica è molto risalente, rivisto nel 2009. L’originale sarebbe già stato oggetto di una profonda revisione ma alcuni aspetti sarebbero ancora da rivedere, e però, assicura la Sottosegretaria, l’intervento sarà realizzato entro il 2023. Qualcosa non torna. E al riguardo ci sono i contatti, in atto e/o a venire, con le università campane e l’Istituto Centrale per il Restauro ma anche la notizia che si vuole eseguire uno scavo archeologico definito “preventivo” e indispensabile per aggiornare la progettazione (per il nuovo accesso dal basso?). Peccato che la ricerca scientifica, nel caso di Minori, non sia giustificata prima di avere risolto le severe problematiche idrauliche e geologiche che compromettono la sopravvivenza della villa nelle pressoché perfette condizioni di conservazione restituite dallo scavo che, quasi un secolo fa, la mise in luce. Sembra mancare completamente, insomma, la consapevolezza della priorità della tutela del complesso architettonico e dei suoi apparati decorativi rispetto ad ogni iniziativa di (presunta) valorizzazione post-restauro, la priorità della conservazione come responsabilità pubblica nei confronti dlele generazioni future. Incredibile che il MiC si ponga l’obiettivo dell’apertura del viridarium ai cittadini come un “giardino urbano”, quasi dimenticando che anch’esso è parte del monumento, mentre non fa una piega sapendo che i mosaici sono  oggi e resteranno a lungo coperti dall’erba, gli stucchi vanno e continueranno ad andare in malora, le pitture scompaiono divorate dall’umidità.

 

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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