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Ora il disegno globale sul futuro del nostro territorio inizia ad essere evidente. Avevo denunciato con forza la pericolosità di quel famoso, o famigerato, rigassificatore di GNL che qualche tempo fa fece discutere l’intera città denunciandone non solo la pericolosità, ma anche il fatto che la sua realizzazione avrebbe di fatto impedito il traffico crocieristico nella nostra città e avrebbe frustrato per sempre quella che ritengo ne sia la naturale vocazione turistica. Ci ho creduto a tal punto che mi sono  battuta con forza per inserire nella legge di conversione del  decreto semplificazioni dello scorso anno un emendamento, oggi legge dello Stato, che modifica il codice dell’ambiente e stabilisce  che tra le  aree non idonee alla realizzazione del PNIEC, ossia il Piano Nazionale integrato per l’Energia ed il Clima, fossero inserite anche quelle , a terra e a mare, caratterizzate dalla presenza di siti di interesse nazionale da bonificare ovvero aree limitrofe.

Ignoro se la Ionica Fuel che presentò il progetto al Ministero dell’Ambiente, attuale MITE, ne sia a conoscenza. Ignoro se ne sia a conoscenza anche la GLOBAL MED che invece dichiara di stare discutendo per l’utilizzo di scoperte di gas sui suoi permessi per fornire un impianto di GNL a terra vicino Crotone. Coincidenze?  Se lo sono, sono sicuramente sinistre e non foriere di buoni presagi per il futuro del nostro territorio.

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GLOBAL MED, tuttavia, appare sicura che i suoi permessi non saranno ritirati e si lancia ad ipotizzare scenari futuri che rientrerebbero nell’alveo della transizione ecologica. In merito ho i miei dubbi, ma come darle torto considerando che, nel frangente, per alzare il sipario sul danno ambientale che ne deriverebbe da Crotone, così come dagli altri Comuni interessati, solo le osservazioni di un privato cittadino, il Dottor Vincenzo Garrubba, sono state inviate all’Autorità competente per la Valutazione ambientale strategica nei termini previsti per la consultazione pubblica scaduta ormai qualche giorno fa? Eppure osservazioni ve ne sarebbero state a iosa da avanzare non soltanto dal punto di vista geologico, ma anche dal punto di vista ambientale e francamente appare imbarazzante, considerata l’elevatissima posta in gioco, non solo il silenzio delle Amministrazioni comunali interessate ma, almeno per quanto riguarda Crotone, anche attribuire la responsabilità delle omesse osservazioni alla scarsità del personale del Comune.

Appare opportuno ed indispensabile, allora, che le Amministrazioni Comunali,  dopo avere perso questa opportunità fondamentale, studino celermente e mettano in campo tutte le ulteriori prerogative che la legge  riserva loro per tutelare il nostro territorio ed i suoi cittadini A partire dall’adozione di misure cautelative in presenza di incertezza scientifica sui possibili danni geologico – ambientali  fino a surrogarsi nelle osservazioni del nostro concittadino per sostenere con forza che il territorio ed il mare del crotonese, già martoriati da un selvaggio inquinamento ambientale, possano sperare di affrancarsi dagli appetiti selvaggi di società private che finiranno di saccheggiarli  e devastarli altrimenti anche questa  sarà l’ennesima dimostrazione, vedi caso aeroporto, che tutto l’impegno della rappresentanza parlamentare nazionale  non troverà mai concreta attuazione a causa della inerzia delle amministrazioni locali competenti siano essi regioni, province o comuni interessati.

Elisabetta Barbuto (M5S Camera)

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