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SPINNAMENTO DEGLI SQUALI. L’OIPA DIFFONDE L’INIZIATIVA EUROPEA STOP FINNING – STOP THE TRADE PER FERMARE L’ATROCE PRATICA E IL COMMERCIO DI PINNE DI SQUALO IN EUROPA

 

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Se nel triste commercio di corpi interi di squalo le 12 specie protette dal Cites possono essere facilmente identificate e il traffico illecito punito, trasportando le sole pinne l’identificazione diventa davvero difficile

 

 

Centinaia di squali ogni minuto, in tutto il mondo, vengono mutilati da vivi e lasciati poi morire dopo essere ributtati in mare. E ogni anno 3.500 tonnellate di pinne sono esportate ogni anno dall’Europa. Perché? Le pinne di squalo sono l’ingrediente di una tradizionale zuppa asiatica e l’Europa è uno dei principali esportatori di questa multimilionaria e sanguinaria industria.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) lancia nei suoi canali l’iniziativa dei cittadini europei Stop Finning – Stop the Trade raccogliendo le firme per  fermare quest’atrocità e porre fine al commercio (importazione, esportazione e transito) delle loro pinne in Europa. Poiché lo spinnamento impedisce l’adozione di misure efficaci per la conservazione degli squali, con questa petizione europea si richiede di estendere il Regolamento UE n. 605/2013 Fins Naturally Attached e bandire definitivamente ogni forma di commercio di squali e razze nell’UE, rendendolo il meno proficuo possibile e quindi preservando questi meravigliosi animali.

«Il finning, o spinnamento, è una pratica brutale usata nella pesca in alto mare che sempre più frequentemente viene praticata attraverso le cosiddette “catture accessorie indesiderate” di tonno e pescespada», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Agli squali catturati vengono tagliate le pinne da vivi: una crudele e dolorosa mutilazione dopo la quale gli animali sono ributtati in mare dove affondano e muoiono dissanguati. Lo spinnamento è un metodo di pesca “salvaspazio” e in quanto tale altamente proficuo».

Sebbene il taglio delle pinne nelle acque e a bordo di navi dell’Unione Europea sia vietato, così come lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco, questa pratica continua a essere attuata per la carenza di dovuti controlli. Se nel triste commercio di corpi interi di squalo le 12 specie protette dal Cites possono essere facilmente identificate e il traffico illecito punito, trasportando le sole pinne l’identificazione diventa davvero difficile.

È tempo di proteggere questi bellissimi animali e proteggere i nostri mari.

 

Leggi, firma e diffondi la petizione pubblicata nel sito dell’Unione Europea

Sito dell’iniziativa

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