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DA ‘CATARATTIFICI’ A ECCELLENZE,
COSÌ SONO CAMBIATI GLI OSPEDALI

AIMO: “DA CHIRURGHI RETINICI ITALIANI OTTIMI RISULTATI’

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TRA LE NOVITÀ LA TECNOLOGIA 3D E LE CELLULE STAMINALI

IL PRESIDENTE SOCIETÀ EUROPEA CHIRURGIA VITREO RETINICA: “CON AIMO CONDIVIDIAMO FILOSOFIA ‘DEMOCRAZIA SCIENTIFICA’”

A Roma il XII Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti

L’evento in corso a Roma fino domani presso l’Hotel Villa Pamphili
(In via della Nocetta, 105)

 

Roma, 1 ott. – “Rispetto a qualche anno fa, quando c’erano pochissimi chirurghi che si occupavano di chirurgia retinica, oggi il livello raggiunto dai professionisti in questo settore è molto buono: ci sono tanti ottimi chirurghi retinici in quasi tutti gli ospedali italiani. Da questo punto di vista il nostro sistema sanitario è molto invidiato”. Lo ha detto Paolo Michieletto, segretario dell’Associazione Italiana dei Medici Oculisti, nel corso del suo intervento oggi al XII Congresso Nazionale di AIMO, in programma a Roma fino a domani, presso l’Hotel Villa Pamphili (in via della Nocetta, 105). “Il Servizio sanitario nazionale, che è un sistema pubblico- ha ribadito- offre la possibilità di essere curati molto bene nella maggior parte degli ospedali italiani. Non dobbiamo denigrare sempre la nostra sanità. Quando iniziai a fare il chirurgo, a Roma, c’erano soltanto due o tre professionisti esperti in chirurgia della retina, ma la maggior parte degli interventi era nelle mani di un eccellente chirurgo che però operava privatamente. Negli ospedali quasi nessuno faceva chirurgia, si trattava quasi sempre di ‘catarattifici’, cioè di ospedali dove si eseguivano soltanto interventi di cataratta. Mentre oggi quasi tutti gli ospedali hanno lo specialista di chirurgia retinica”.

Ma come è avvenuto questo cambiamento? “Più persone si sono dedicate nel tempo a questa chirurgia- ha spiegato Michieletto- la tecnologia è cambiata e anche i congressi hanno fatto vedere molta più chirurgia in diretta, quindi anche questi momenti formativi hanno contributo a migliorare la preparazione dei chirurghi stessi”. Oggi gli interventi di chirurgia retinica sono inoltre “più sicuri e la loro durata è molto inferiore rispetto al passato- ha fatto sapere l’esperto- In media possono durare un’ora, mentre anni fa duravano almeno qualche ora”. Il tasso di successo di un intervento non è però mai “il 100%, in qualche caso bisogna intervenire una seconda volta- ha tenuto a sottolineare Michieletto- anche perché oggi i pazienti non accettano più il concetto di malattia o di insuccesso. Ma in questa chirurgica, purtroppo, qualche volta si deve prendere in considerazione il fatto che ogni tanto si possono verificare delle recidive”. Sul versante della retina chirurgica, intanto, non ci sono grosse novità. Tuttavia oggi c’è la possibilità di utilizzare una tecnologia 3D, che “coinvolge molto di più tutto il personale di sala operatoria. In alcuni ospedali questa tecnologia viene già utilizzata e alcuni chirurghi si trovano bene; all’Oftalmico di Roma, dove lavoro- ha fatto sapere Michieletto- non eseguiamo il 3D perché non sentiamo questa necessità, ma facciamo circa 1.000 distacchi di retina all’anno”.

Ad intervenire al Congresso anche Giampaolo Gini, presidente della European Vitreo Retinal Society (EVRS) e consigliere di AIMO, che ha parlato dell’importanza della chirurgia della retina: “La chirurgia della retina è estremamente importante perché viene chiamata a risolvere situazioni molto impegnative- ha detto- che possono altrimenti risultare nella perdita della vista nell’occhio affetto. Mi viene da pensare al distacco di retina, ai traumi, ai tumori oculari ma anche alla retinopatia diabetica, che può essere particolarmente devastante nei giovani. La chirurgia della retina ha dunque a che fare con persone davvero malate che rischiano di perdere la vista, per questo ha una valenza molto significativa per quanto riguarda la salute pubblica”. Tra le altre affezioni della retina, ha ricordato l’esperto, ci sono “ovviamente anche quelle classiche legate all’anziano, come la maculopatia, per la quale stiamo sperimentando attualmente nuove strade come l’impianto di cellule staminali. Siamo ancora agli albori, ma la ricerca è proiettata anche in questa direzione”. Tra i segnali che possono far pensare ad un distacco di retina, possono esserci dei “flash seguiti da una parte scura del campo visivo”.

Gini ha quindi parlato della mission della società che presiede: “La Società Europea di Chirurgia Vitreo Retinica o più semplicemente EVRS, è stata fondata nel 2001 e ormai da vent’anni porta avanti la sua mission nel diffondere conoscenza scientifica sulla chirurgia della retina, attraverso congressi, incontri e relazioni, con uno sguardo particolare rivolto ai più giovani. Perché se da una parte il nostro obiettivo è cercare di guarire nel miglior modo possibile i pazienti, dall’altro abbiamo il dovere di preparare le generazioni future a portare avanti questo compito. A dimostrazione del buon lavoro fatto in questo senso sta il fatto che in questi anni siamo andati ben oltre gli originali confini europei, accogliendo soci provenienti da ogni parte del Globo in rappresentanza di oltre 60 Paesi diversi. A tutti i nostri soci abbiamo offerto importanti momenti formativi. Anche in epoca Covid abbiamo mantenuto il nostro impegno educativo attraverso una serie ininterrotta di webinars con cadenza mensile. Dal 2001 abbiamo anche creato una scuola di chirurgia vitreoretinica a Brema, in Germania, che in vent’anni ha contribuito a formare circa 1.000 chirurghi (con una media di 50 all’anno), dopo una full immersion nella materia di due settimane”.

Ma qual è la filosofia della European Vitreo Retinal Society e in che modo si accosta a quella di AIMO? “La nostra filosofia si fonda sulla condivisione delle esperienze professionali tra ‘pari’- ha spiegato Gini- in un contesto di vera ‘democrazia scientifica’, con il fine ultimo del benessere del paziente. Mi spiego: un tempo esisteva la figura del ‘maestro’ che, in direzione univoca, infondeva a tutti le proprie conoscenze. Si era quasi intimiditi da questi personaggi e i più giovani avevano difficoltà a proporre le proprie idee. Società come la nostra hanno avuto l’innegabile merito di abbattere queste barriere favorendo il progresso delle conoscenze e la diffusione del sapere creando sicuramente medici migliori a tutto beneficio dei pazienti. Tengo a sottolineare che con AIMO condividiamo questa stessa filosofia”, ha concluso.

 

 

 

L’Associazione:

 

L’AIMO, nata a Roma nel 2010, è un’associazione che riunisce circa 1.000 iscritti tra oculisti e medici specializzandi in oculistica che esercitano la professione in Italia a qualunque categoria appartengano: universitari, ospedalieri, convenzionati, specialisti ambulatoriali e libero professionisti. Tutte le categorie sono rappresentate nel Consiglio Direttivo. L’A.I.M.O. è iscritta nel Registro delle persone giuridiche ai sensi del D.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361.

 

L’Associazione non ha scopo di lucro e si prefigge soprattutto di tutelare la figura morale e professionale del medico oculista in un’ottica di trasparenza, coinvolgimento dei soci e contenimento dei costi. In particolare, l’AIMO si prefigge di promuovere l’aggiornamento scientifico-professionale, di favorire il collegamento di tutti i medici oculisti ovunque esercitino la professione, di promuovere e affiancare ogni iniziativa per il miglioramento delle condizioni di carriera, giuridiche e culturali dei medici oculisti con il fine di tutelare la salute visiva della popolazione italiana.

 

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