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SOMMARIO: – GRAZIE – CENTRO-DESTRA NEI GUAI – TRAPPOLONI – I BULGARI – ENEL GAS E LUCE SOM

 

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GRAZIE !

Volevo ringraziare tutte le persone (alcune centinaia) che hanno partecipato alla festicciola per il mio 70° compleanno o che nei modi più diversi da distanza si sono messi in contatto con me. Tra l’altro – e ringrazio particolarmente gli amici rotariani del mio club Pallanza Stresa VCO – sono state raccolte offerte per 3.580 euro a favore del Verbania Center per il costruendo ospedale di Macala (Mozambico).

Ricordo che chi volesse ulteriormente contribuire può farlo tramite versamento sul c/c/b  IT94L0306922401100000002801 (Banca Intesa – Verbania Pallanza), sul conto a me intestato, ma con indicazione “pro VB Center”.

Per me – rivedendo e salutando tanti amici – questo incontro è stato davvero un momento di gioia e condivisione, grazie !!!

 

I GUAI DEL CENTRO DESTRA

I lettori del “Punto” non potranno che darmi atto che ero stato facile profeta: il centro-destra ha perso non solo nei comuni più importanti, ma anche la sicurezza di vincere alle prossime elezioni politiche.

E’ soprattutto Matteo Salvini ad essere finito nei guai, guai grossi. Anche la Meloni lo è, ma Salvini lo è ancora di più perché – comunque si muova – rischia di cacciarsi in guai ancora peggiori. Tutto sarebbe diverso se il premier non fosse Draghi, ovvero il nome più credibile che l’Italia ha sul mercato europeo. Draghi ha un gran seguito nell’opinione pubblica anche tra gli elettori di centro-destra e quindi abbatterlo è pericoloso, oltre che – probabilmente – una sciagura nazionale.

Se Salvini resta al governo rischia di compromettere l’alleanza di centro-destra, indispensabile in vista di una potenziale maggioranza futura, ma se esce dall’esecutivo dimostrerebbe poca credibilità, anche se forse – ovviamente dichiarando il contrario –  vorrebbe unirsi alla Meloni proprio per tentare di recuperare voti di protesta.

Al governo Salvini deve quindi restare, ma o si intesta qualche particolare successo o potrà distinguersi solo alzando la voce per farsi notare, magari bloccando ogni iniziativa politica che – se approvata – lo renderebbero indigesto al proprio elettorato soprattutto sui temi caldi (tasse, gender, immigrazione). Ma se Salvini alza troppo la voce allora dà ragione alla Meloni che dall’opposizione può farlo meglio di lui.

La Lega è quindi costretta a muoversi a strappi con il rischio di dare segnali contrapposti eppure, a conti fatti, non ha perso nelle proprie roccaforti locali, ma piuttosto sembra aver esaurito la spinta propulsiva di due anni fa. Tra l’altro in tutte le grandi città andate al voto domenica c’erano giunte uscenti di sinistra, ma nella percezione collettiva il centro-destra avrebbe comunque dovuto vincere e invece si è visto come andata (con rischio di un KO completo su Roma e Torino).

Un centro-destra quindi in crisi di nervi, perché la stessa Giorgia Meloni non è messa meglio: in questi mesi ha giocato la carta dell’opposizione a Draghi ma nonostante i sondaggi non ha catalizzato grandi successi. Certo, FdI ha ben migliorato le sue posizioni rispetto al passato, ma domenica si è dimostrato che i sondaggi sono teorie ben diverse dalla realtà, soprattutto quando metà degli elettori (tradizionalmente più di destra che di sinistra) se ne stanno a casa se non vengono adeguatamente motivati.

E allora, che si fa? Dalle sconfitte si impara (o si dovrebbe farlo) e la prima cosa che a destra mi sembra invece non si voglia capire è come le candidature proposte a livello locale devono essere sempre credibili o non “tirano”.

Ma se le elezioni amministrative si giocano sui nomi, se non cambia il sistema di scelta dei candidati il centro-destra sarà sempre perdente. Forse che a Milano la partita sarebbe stata identica se tutti avessero puntato da subito su Albertini pungolandolo ad accettare? Forse che a Roma una apertura a Calenda non avrebbe sparigliato le carte visto che comunque amministrare la capitale è un’annunciata epidemia di disastri? Forse che a Torino il povero Damilano non ha dovuto attendere mesi e mesi per avere un sospirato “si” a candidarsi, perdendo però tempo prezioso?  Sono errori che si pagano, soprattutto quando non ci sono quadri di partito sufficientemente preparati e che quindi un candidato a sindaco credibile va scelto spesso fuori dal recinto di casa per avere chances di vittoria.

Ma soprattutto al centro-destra manca una piattaforma serie di idee programmatiche chiare e condivise, indispensabili se nel 2023 vorrà davvero vincere le elezioni.

Una vittoria non più scontata, anche perché il PD (che ben controlla i media) nel frattempo sta recuperando i voti degli ex grillini.

 

IL TRAPPOLONE

Mentre “l’affare Morisi” si sgonfia dopo aver danneggiato l’immagine della Lega vi racconto un inedito che inquadra bene l’ “Affare Fidanza”, altro caso ben costruito per fiocinare la Meloni e Fratelli d’Italia e due giorni dalle elezioni.

Qualcuno ricorderà che anni fa “Le Jene” stazionavano davanti a Montecitorio e – porgendo domande ai deputati di passaggio – facevano fare loro la figura degli idioti.

Personalmente non caddi nella trappola e anzi feci un figurone, ma i fatti – in realtà – cominciavano con una intervista al malcapitato su temi di attualità passando poi a domande con ritmi sempre più veloci su infiniti argomenti diversi saltando da un tema all’altro finchè (almeno di solito) il prescelto si impappinava e andava per frasche confondendo la data della scoperta dell’America con la morte di Napoleone.

La settimana dopo Le Jene proponevano in TV solo un piccolo spezzone dell’intervista mandando in onda praticamente solo la risposta sbagliata e l’interessato faceva appunto una figuraccia, creando anche il sillogismo che tutti (o quasi) i deputati fossero degli ignoranti e dei cretini.

Se da cento ore di filmati selezioni solo dieci minuti con la volontà specifica di mettere una persona in cattiva luce credo che sarà infilzato anche Papa Francesco (anzi, soprattutto Papa Francesco) perché volendo si sarà estrapolato il senso delle cose.

E’ il caso dei contributi in “nero” per il malcapitato on.le Carlo Fidanza (che resta un mio amico): se in più occasioni sotto false vesti proponi a chiunque di dare un “aiutino” in nero – ma non è un reato istigare a delinquere? – prima o poi l’interessato accetterà: basterà poi mandare in onda solo quello spezzone (e non magari numerosi precedenti rifiuti) e a tutti i teleutenti sembrerà uno scandalo, esattamente come era l’obiettivo della trasmissione. Parliamoci chiaro: sono cose riprovevoli e sbagliate, ma alzi la mano chi in vita sua non ha accettato di evitare una ricevuta fiscale emessa dal dentista, dall’idraulico o anche solo per una cena, in cambio – ovviamente –  dello “sconticino”.

E’ chiaro che ben diversa è la questione se viene generalizzata, ma allora le sponsorizzazioni “ufficiali” a questo o quell’evento di partito non sono forse un modo elegante per arrivare di fatto allo stesso scopo? Su Rai 3 in questi giorni Bianca Berlinguer pontificava, ma nessuno gli ha chiesto delle tangenti che il PCI di suo padre aveva istituzionalizzato per lavorare con i paesi dell’Est ? E qualcuno ricorda quanto l’affare MPS sia costato ai contribuenti per aiutare indirettamente il PD ?

Circa invece la questione “nostalgici” e i vari “baroni neri” bisogna scegliere: o si tagliano i contatti con certa gente che al 99% fa millantato credito o prima o poi si finisce nei guai. Però è anche ora di dire “basta” a questo pseudo antifascismo da salotto che a 78 anni dalla fine del regime ancora imperversa a reti unificate affibbiando a comando patenti di “buoni” e “cattivi”. Guardino piuttosto Lor Signori al colore delle dittature di OGGI e ne prendano le distanze, cosa che invece ben si guardano dal fare.

Infine un tema che il centro-destra distratto sembra si sia dimenticato di sollevare: la par condicio, come per la candidatura di Enrico Letta a Siena

Tutti sappiamo che il candidato era pure il segretario del PD, ma non trovo corretto che sia passato in TV mille volte di più del suo sconosciuto avversario che di nome faceva Tommaso e con un cognome che neppure si ricorda più. Nessuno voleva (e poteva) imbavagliare il PD, ma le regole sono chiare: per il partito poteva parlare qualcun altro, ma non proprio il segretario-candidato che ha così violato platealmente non solo lo spirito, ma direi anche la sostanza della legge. Quando alla fine (come a Siena) vota solo un terzo degli elettori anche questa questione della equa visibilità è cosa che conta.

 

LINEA NOVARA-DOMODOSSOLA

Troverei corretto che si desse più spazio a quei sindaci che si ripropongono e al secondo mandato ottengono maggioranze “bulgare” dimostrando quindi di aver lavorato bene.

Nella nostra zona ALESSANDRO CANELLI (Lega) a Novara ha preso il 69,6% dei voti, LUCIO PIZZI (civica di destra) a Domodossola ha raccolto il 74,8%. Complimenti davvero meritati!

 

ENEL GAS E LUCE

Basta, non se ne può più! Solo nella giornata di ieri ho ricevuto 4 telefonate da “Enel gas e luce” che da diverse parti d’Italia propone continuamente  nuovi contratti. Sono stufo: chi ha dato loro il permesso di scocciarmi in ogni momento, chi gli ha venduto il mio numero, perché non esiste una norma VERA sulla privacy con la possibilità di bloccare i venditori fastidiosi? Sarebbe ora che qualche “autority” (visto quanto ci costano questi inutili baracconi) cominciasse a pretenderlo.

 

Un saluto a tutti                                                      MARCO ZACCHERA

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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