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LA MEDICINA PERSONALIZZATA E L’ONCOLOGIA DI PRECISIONE: NUOVE RESPONSABILITA’ NELLE COMPETENZE DEL FARMACISTA OSPEDALIERO

 

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 NEL FUTURO TERAPIE SEMPRE PIÙ MIRATE ED EFFICACI,
BASATE SULLA BIOLOGIA DEL TUMORE

 

 

XLII CONGRESSO SIFO
14-17 OTTOBRE 2021
www.congressosifo.com

 

ROMA 15 ottobre – Per anni le uniche opzioni terapeutiche di natura farmacologica nell’oncologia sono stati i farmaci citotossici, l’ormonoterapia e le terapie aspecifiche, poi è iniziata l’era della target therapy a cui si è affiancata l’immunoterapia. Lo studio della genetica dei tumori e delle loro caratteristiche biologiche ha portato però ad un maggiore livello di dettaglio individuando target sempre più specifici su cui disegnare i nostri farmaci, target che spesso si possono trovare in popolazioni cellulari derivanti da sedi tumorali diverse. Se n’è discusso nel corso della sessione dal titolo ‘La medicina personalizzata e l’oncologia di precisione’, che si è svolta in occasione del XLII Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO, in programma a Roma fino a domenica 17 ottobre, presso l’Hotel Rome Cavalieri.

“La complessità del panorama biologico è ancora tutta da scoprire – ha spiegato la professoressa Emanuela Omodeo Salè, componente del Direttivo SIFO e alla guida della Farmacia dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), durante il suo intervento – e ogni giorno si fa un passo in più, identificando sottocategorie e mutazioni ‘targettable’. Presto ci abitueremo ad una classificazione della patologia non più basata esclusivamente sulla sede o sulla istologia tumorale, ma basata sulla biologia stessa del tumore. Oggi abbiamo il primo farmaco approvato in Italia con indicazione agnostica (larotrectinib) e siamo alle porte di una nuova era di cui l’istituzione dei vari Molecular Tumor Board sono il primo passo”.

Il primo passo, dunque, sarà proprio rendere affidabile l’identificazione dei pannelli di ricerca mutazionale e valutare su quale popolazione sia necessario effettuare lo screening, sapendo che “le analisi si possono avvalere di diverse tecniche- ha proseguito la professoressa Omodeo Salè- che i pannelli disponibili oggi contengono informazioni diverse e che sono richiesti costi e competenze sia per effettuare le analisi che poi per valutarne i risultati”. Il sistema della ricerca clinica si sta muovendo da tempo su questi temi e ormai i criteri di inclusione di diversi studi, come anche i disegni sperimentali, si stanno adeguando a questa realtà. Ma la clinica è pronta a questa nuova impostazione? E le agenzie regolatorie sono pronte a raccogliere la sfida, creando strumenti di accessibilità dei nuovi farmaci (ma anche dei vecchi) su base agnostica?

“Oggi sappiamo che il rapporto tra presenza di un traget actionable non significa in maniera automatica avere una risposta effettiva – ha chiarito la professoressa Omodeo Salè – perché la biologia dei tumori e i meccanismi di sopravvivenza e resistenza sono complessi e imprevedibili”. La ricerca di un corretto equilibrio tra opportunità e costi, tra evidenza clinica e scelta basata sui concetti, sarà allora la sfida che abbiamo di fronte. “La mia opinione è che il futuro sia in quella direzione: terapie più mirate, più efficaci, anche se più costose. Le nostre scelte non influiranno sul risultato finale, ma sui tempi e le modalità con cui questo sarà raggiunto, sapendo che il tempo è un parametro che ha scale di valore diverse se misurato con gli occhi di un paziente oncologico”, ha concluso Emanuela Omodeo Salè.
 

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