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Di Maio: “Così l’export italiano ha fatto il record” (Milano Finanza)

Caro direttore,
vorrei condividere con lei e con i suoi lettori qualche riflessione sui numeri registrati dall’export italiano negli ultimi mesi e sul contributo dato dalla Farnesina per giungere a questo risultato. Dopo la profonda recessione registrata lo scorso anno, il 2021 si conferma come un anno di transizione, caratterizzato – seppure con divergenze significative tra Paesi – da un forte rimbalzo dell’economia mondiale. Come Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale avevamo intuito gli effetti che i fenomeni accelerati dalla pandemia avrebbero esercitato sul nostro sistema produttivo e abbiamo promosso oltre un anno fa il Patto per l’Export, risultato di un processo di dialogo e confronto che ha coinvolto oltre 140 associazioni di categoria.

Abbiamo ridisegnato le finalità del sostegno pubblico all’export, ne abbiamo rivisto la dotazione finanziaria, oggi pari a ben 5,4 miliardi di euro, concentrandoci su transizione digitale, rafforzamento del capitale umano e crescita tecnologica per il rilancio del Made in Italy sui mercati esteri. Oltre il 60% del nostro export proviene da sole quattro Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio). Per questo, ho voluto dare priorità al sostegno all’internazionalizzazione delle imprese del Sud Italia e all’aumento della quota di export realizzata dal Mezzogiorno, anche a fronte delle gravi ripercussioni economiche e sociali della pandemia.

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Abbiamo quindi ripensato le strategie di accompagnamento delle nostre imprese del Sud sui mercati esteri e messo a punto nuovi e più efficaci strumenti. Abbiamo, inoltre, rafforzato il partenariato tra la Farnesina e il Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, promosso nell’ambito dell’ultima Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione e che ha preso forma, lo scorso maggio, nella firma di un Protocollo d’Intesa tra i due Dicasteri. Grazie anche a queste riforme, quest’anno abbiamo registrato un vero boom delle esportazioni. Mettendo a confronto, infatti, i primi otto mesi del 2021 con il medesimo periodo dell’anno scorso, abbiamo registrato un aumento dell’export del +22%. In valori assoluti, le esportazioni dei primi otto mesi del 2021—che hanno sfiorato i 332 miliardi di euro – hanno superato non solo i 271 miliardi del medesimo periodo dei 2020, ma anche i 316 miliardi registrati nei primi otto mesi dei 2019, l’anno d’oro dell’export italiano. Stiamo facendo meglio anche rispetto ai nostri principali partner europei: l’aumento delle esportazioni italiane nel periodo gennaio-agosto 2021 è stato superiore all’incremento di Germania (+16%), Francia (+17%) e Spagna (+21%).
A livello geografico, la crescita del nostro export è stata sostenuta sia verso i mercati maturi che verso molti mercati extra-europei.

Da un lato infatti, le nostre esportazioni verso i principali partner dell’Unione Europea — in particolare Francia, Germania e Spagna – stanno fortemente crescendo. Dall’altro, nel periodo gennaio-agosto 2021 si sono registrati forti aumenti su base annua verso tutti i principali mercati di sbocco extra-europei. Particolarmente importanti sono stati gli aumenti delle vendite di prodotti italiani in Cina e India – a riprova della strategicità dei mercati asiatici per le aziende italiane – ma anche nei Paesi Mercosur, in Turchia e Stati Uniti. Queste previsioni infondono fiducia e offrono alle nostre imprese la possibilità di riposizionarsi e cogliere nuove opportunità di business.

Per il prossimo futuro vogliamo continuare a presidiare i mercati più maturi, cercando di aumentare ulteriormente la nostra quota di mercato, e investire nel contempo per aumentare la nostra presenza in mercati nuovi e ad alto potenziale. Tra i Paesi su cui vogliamo puntare per la nostra attività di sostegno alle imprese, vi sono — oltre ai nostri tradizionali mercati di sbocco già citati — anche Giappone, Vietnam, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Canada, Qatar, che presentano ancora un potenziale inespresso per il Made in Italy. A questi, si aggiungono per il loro peso demografico o in virtù di prospettive economiche favorevoli: Brasile, Messico e Arabia Saudita. Inoltre, voglio evidenziare l’importanza dell’Asia, specialmente alla luce della firma dell’accordo Rcep (Regional Comprehensive Economic Partnership), al quale partecipano, oltre ai 10 paesi dell’ Asean, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Si tratta di mercati che per l’Italia valgono nel complesso 39 miliardi di euro (l’8% del suo export) e il cui presidio rimane fondamentale per la ripresa dei prossimi anni. Infine, per lo straordinario potenziale di crescita e la prevedibile trasformazione delle abitudini di consumo meritano particolare attenzione alcuni Paesi africani, tra cui Sud Africa, Nigeria e Senegal.

A questo riguardo, tra le numerose iniziative messe in campo dalla Farnesina nell’ambito delle attività previste dalla Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, vogliamo realizzare, in collaborazione con i Centri Studi di Cassa Depositi e Prestiti, Sace, Simest ed Ice, approfonditi studi sui settori più promettenti in alcuni mercati ad alto potenziale (i primi studi pilota riguarderanno Cina e Vietnam). Queste analisi costituiranno la base per lo sviluppo di veri e propri piani industriali per sostenere le nostre imprese nella penetrazione di mercati strategici in maniera sistemica e con uno sforzo coordinato. Nel medesimo filone, si colloca l’iniziativa che estenderà ulteriormente, nei prossimi giorni, gli strumenti del Patto per l’Export, attraverso una nuova Piattaforma di Business Matching, disegnata da Cassa depositi e prestiti.

Questo strumento consentirà alle imprese italiane di trovare controparti imprenditoriali all’estero e, allo stesso tempo, alle imprese straniere di identificare i potenziali partner italiani tra le aziende registrate sulla piattaforma. La piattaforma, che verrà attivata in una prima fase con un focus su tre paesi target (Cina, India, Giappone), si estenderà poi ad altre aree prioritarie e sarà resa accessibile dal portale export.gov.it, strumento che abbiamo fortemente voluto in Farnesina per mettere a sistema tutta l’offerta istituzionale a supporto dell’internazionalizzazione delle nostre imprese. Il nostro obiettivo è rendere permanenti e strutturali, sia grazie a questo insieme di iniziative che attraverso stanziamenti dedicati che abbiamo previsto nel disegno di legge di bilancio le politiche volte a rafforzare il posizionamento della nostra imprenditoria sui mercati esteri lungo due direttrici: intensificare la percezione dell’unicità e dell’alta qualità dei prodotti italiani e promuovere sempre più operatori d’eccellenza sui mercati globali, maturi e nuovi. Il Made in Italy ha tra i suoi più grandi vantaggi quello di riuscire a coniugare innovazione e creatività con il rispetto per la tradizione e il territorio: questi tratti, che l’azione della Farnesina e della sua rete diplomatico-consolare continuerà a valorizzare, restano elementi cardine per il successo dell’Italia negli anni a venire.

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