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Una volta, diversi anni fa,  ero alla presenza di  Etain Addey, durante un incontro bioregionale tenuto a Pratale. Ricordo che Etain mi rimproverò di portare scompiglio e disaccordo ad ogni incontro a cui partecipassi e mi chiese “perché non cerchi di essere più costruttivo? Porta elementi di coesione invece che di divisione?”.  Al che  le risposi “…posso portare con me solo distruzione…”.

Sto ancora meditando su quella risposta, anche perché  so che il senso di quelle parole non  è letterale, ma che in esse è celato un significato diverso, più profondo. Con questa considerazione in mente stamattina presto mi sono alzato per scrivere qualcosa da inserire nel blog di Saul Arpino, avevo già in mente di condividere  uno scambio epistolare, un commento con commento, fra me e Roberto. Tra l’altro in tema di scissione continua del sé debbo dirvi che Roberto è un altro mio nome, che per un periodo usai anche nei documenti ufficiali, sulla patente, codice fiscale, etc. poi decisi di cancellarlo ma non potei cancellare il mio rapporto con vari altri Roberto che incontrai nella mia vita. Infatti il Roberto di cui sotto leggerete è uno dei pezzi del mio destino crudele, è il mio “grillo parlante”.

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Lettera ricevuta da Roberto:
“…il nuovo ed il vecchio sono solo un’illusione, il leader del mio partito non ha mai fatto battaglie generazionali e il mio partito non ha mai avuto sezioni giovanili (salvo poi fare un mare di altre cazzate…). Il nuovo cos’è? Il parto in ospedale piuttosto del parto in casa o le centrali nucleari invece delle candele o il… si stava meglio quando si stava peggio, o il “io questo a mio padre non l’avrei mai fatto..”. Hagakure ammonisce che c’è del buono in ogni generazione, il mio pessimismo costruttivo sente puzza… nipote e figlio sono la stessa persona salvo che il nipote di Paolo D’Arpini non vuole pagare le colpe (o i conti…) del nonno!? Per cui i D’Arpini sono uno proprio perché sono due! io questo l’ho sempre saputo sennò non si sarebbe spiegato il cognome plurale.
Vi saluto con affetto.”

Mia rispostina:
“Ed in fondo chi è questo ipotetico o inesistente “Saul Arpino”, autore del Giornaletto di Saul? (http://saul-arpino.blogspot.com/).  Sono convinto che non servirebbe un alter ego… od un passaggio di consegne del genere “largo ai giovani”.  In ogni caso, come spesso succede, il nuovo è il vecchio ed il vecchio è il nuovo! Ma non c’entra nulla con il nonno od il nipote, anche se  c’è un fondo di verità nel mio essere nipote di Paolo D’Arpini, in quanto lo sono veramente, contemporaneamente vedo me stesso come nonno che sta lasciando un’eredità dell’essere… al nipote rinato, in forma di un vecchio/nuovo  “Saul Arpino”.
Forse il discorso è poco chiaro. Ti ricordi la storia della fondazione del Circolo   VV.TT. (derivante da Vecchi Tufi)?

Ebbene… Ma a questo punto non specifico oltre altrimenti il significato diventa una spiegazione e questo non vale nulla rispetto all’ipotetico “nuovo/vecchio” Saul Arpino (riedizione di un possibile me stesso in altra forma)…”

 

Paolo D’Arpini  (o Saul Arpino?)

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