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Zone franche montane, approvato odg all’Ars. Foti (Attiva Sicilia): “Ora basta, serve una svolta: legge ferma al Senato da un anno e mezzo”

Programmare con urgenza un incontro tra le istituzioni regionali e quelle nazionali per superare le criticità relative alle risorse finanziarie da destinare alle zone montane e per agevolare la definitiva approvazione dell’iniziativa legislativa necessaria all’istituzione delle Zone franche montane in Sicilia. Legge che attualmente è ferma in Senato. È l’impegno chiesto al governo regionale attraverso un ordine del giorno presentato da Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia, che ha ricevuto il riscontro trasversale di tutti i gruppi parlamentari siciliani.

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“Bisogna dare una svolta alla definitiva istituzione delle Zone franche montane superando tutte le criticità – afferma Foti – La norma è stata approvata all’Ars quasi due anni fa ed è ferma al Senato da un anno e mezzo. Il territorio ha bisogno di questo strumento per contrastare lo spopolamento e per dare a queste comunità una speranza in più. Le Zfm rappresenterebbero, con le loro agevolazioni fiscali e i contributi sociali, una spinta per creare lavoro e ricchezza in aree sempre in maggiore difficoltà. La copertura finanziaria può essere trovata anche destinando, in via prioritaria, le risorse provenienti dal gettito dell’Iva all’importazione”.

Il ddl sulle Zone franche montane in Sicilia è stato approvato all’Ars a dicembre 2019 ma, trattandosi di legge voto, necessita di essere esaminato e approvato dalle Camere: il ddl è stato annunciato al Senato nel febbraio 2020 ed poi stata assegnato alla sesta Commissione permanente al Senato “Finanze e tesoro”. Lo scorso 10 novembre la Commissione ha inviato una nota al presidente della Regione, Nello Musumeci, per un confronto per superare definitivamente le divisioni sulle risorse finanziarie da destinare alle zone montane e le incertezze sull’iniziativa di legge. Fra l’altro, l’istruttoria presso il Ministero Economia e Finanze sul contenuto e sugli oneri finanziari del disegno di legge va conclusa con una comunicazione da parte degli organi di governo della Regione Siciliana che accettino la formulazione che gli uffici della Ragioneria Generale dello Stato hanno delineato e che si fonda sulle risorse preordinate dall’accordo Stato-Regione.

Nel frattempo, la Regione ha approvato l’individuazione delle Zone franche montane: vi rientreranno 159 comuni siciliani. Di questi, 117 Comuni hanno una popolazione residente inferiore ai 15 mila abitanti e occupano un territorio con oltre il 50 per cento della superficie totale posto ad almeno 500 metri sul livello del mare: 44 sono in provincia di Messina, 37 a Palermo, 15 a Catania, 8 a Enna, 5 a Siracusa, 3 nel Nisseno e nell’Agrigentino e due a Ragusa. Un secondo elenco comprende complessivamente 42 Comuni situati in aree densamente edificate e poste sempre al di sopra di 500 metri sul livello del mare, con meno di 15 mila abitanti, ma nei quali sono presenti fenomeni di spopolamento calcolati in funzione dell’andamento demografico degli ultimi 50 anni. Di questi 10 ricadono nella provincia di Palermo, 7 nell’Agrigentino, nel Messinese e nell’Ennese, 6 a Caltanissetta, 3 a Catania, e uno a Ragusa e a Trapani.

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