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La lingua dell’anno 2121? I dati suggeriscono un’evoluzione guidata dalle donne, un crescente divario generazionale e la fine delle Emoji.

 

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In questa recentissima ricerca, Preply ha posto la domanda: “Come sarà la lingua nel 2121?” Per affrontare un argomento così complesso è stato commissionato un sondaggio di 1.500 partecipanti da tre diversi paesi e un’intervista esclusiva con accademici di spicco esperti di linguistica.

 

Ecco alcuni dei risultati chiave:

 

  • Il 66% degli intervistati in Italia pensa che le emoji nelle comunicazioni aziendali siano inappropriate e il 67% pensa che le comunicazioni di lavoro ne siano degradate.
  • Esperti di scienze linguistiche tracciano la mappa temporale dell’evoluzione linguistica nell’era della colonizzazione spaziale
  • Gli stessi, inoltre, rispondono a domande sul gergo generato da internet e a come le politiche d’identità stanno e modificheranno la comunicazione
  • Il Cinese semplificato potrebbe essere destinato a sostituire l’Inglese come prossima lingua franca del mondo, ma probabilmente non nella sua forma attuale
  • I dati del sondaggio hanno mostrato chiaramente che le donne risultano essere, in media, due volte più competenti degli uomini nell’uso dello slang

Ironia della sorte, l’emoji numero più usato del 2021 si rivela essere la “Faccina Che Piange Sconsolata”, infatti, secondo i dati di questo nuovo sondaggio stiamo collettivamente iniziando a stancarci delle emoji. Non soltanto, ma il sondaggio ha dimostrato che, nonostante il marcato divario generazionale sotto ogni altro aspetto, il crescente disinteresse nei confronti delle emoji sembra accomunare Gen.Z, Millennials e Boomer.

 

Il professore di Lingua e Scienze Linguistiche, Giuseppe Longobardi, non è però sorpreso da questa tendenza:

“Le emoji non sono il primo esempio storico di abbreviazione del linguaggio [Prendiamo ad esempio il telegramma]. Questa forma di scrittura non è sopravvissuta all’estinzione della tecnologia del telegramma come mezzo di comunicazione”.

Come accennato in precedenza, la generazione boomer e la generazione X hanno ottenuto scarsi risultati sulla conoscenza delle nuove parole gergali e sebbene questo non sia un risultato sorprendente, il dott. Gareth Carroll suggerisce un approccio cauto su come valutiamo i nuovi termini generati negli spazi Internet come TikTok, poiché non è chiaro quali parole diventeranno parte del linguaggio comune.

 

“Quanti slogan pubblicitari sono diventati popolari nel corso degli anni con il potenziale di fare lo stesso [diventare parte del linguaggio] ma poi questo magari non e accaduto (…) Allo stesso modo lo slang usato da persone con un enorme seguito sui social (ad esempio su TikTok) ha il potenziale di mettere radici, ma è probabile che il 90% di queste nuove parole scomparirà e non andrà mai oltre.”

 

Un’altra chiara scoperta ha mostrato che le donne hanno molte più probabilità di conoscere lo slang e il gergo giovanile rispetto agli uomini, e questo le posizionerebbe in prima linea nell’evoluzione linguistica. Portandoci a chiederci se il linguaggio sia principalmente un fenomeno guidato dalle donne.

 

E parlando di politiche di genere ed identità, questo argomento innegabilmente scottante e la sua capacità di modificare le interazioni quotidiane non è certo sfuggito al dottor Carroll che commenta:

 

“La lingua riflette la società e la cultura. Mentre la cultura avanza le nostre priorità cambiano (…) penso che sia una questione generazionale, i giovani saranno sempre meno inclini a usare un linguaggio che ora è visto come accettabile, che si tratti di termini specifici o se significherà diventare più au fait con i pronomi di genere neutro. Quindi necessariamente il linguaggio si evolve, e coloro che non stanno al passo vengono lasciati indietro”.

 

Infine abbiamo chiesto ai nostri esperti di descrivere la lingua del futuro, sia essa la lingua dei viaggi spaziali o semplicemente riflettiamo su quale lingua terrestre, dopo l’inglese, è destinata a conquistare il mondo.

 

Sul primo punto, il professor Longobardi commenta:

 

“È molto probabile che non troveremo abitanti su Marte quando ci arriveremo, ma in tal caso, allora, beh, chissà quale potrebbe essere la loro lingua. Ora, supponiamo […] di essere in grado di stabilire colonie su Marte. Naturalmente, se il contatto tra le persone che vivono sulla Terra e le persone che vivono su Marte fosse interrotto per alcuni decenni, è probabile che inizierebbe la differenziazione delle lingue”.

 

Mentre, sul secondo punto il dottor Carroll suggerisce che il Cinese mandarino potrebbe essere la prossima lingua globale, ma con un avvertimento importante:

 

“Circa 10 anni fa (…) un famoso esperto di linguistica disse che se la Cina fosse intenzionata a divenire una vera potenza mondiale, dovrebbe cercare di adottare una sorta di pinyin, che è il modo di scrivere Cinese con un alfabeto occidentalizzato. E farlo di default , il che lo renderebbe [il cinese mandarino] molto più accessibile al pubblico globale.”

Per maggiori informazioni vistitate: https://preply.com/it/blog/il-futuro-delle-lingue-moderne/#scroll-to-heading-3

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