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 ASSOCIAZIONE UNITARIA FAMILIARI E VITTIME ODV

Intervento di Alberto Pallotti, presidente Aufv, all’Audizione davanti alla IX Commissione Trasporti

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Un piano di sicurezza che prevede il coinvolgimento della società civile. Lo ha presentato Alberto Pallotti, presidente dell’Aufv, Associazione unitaria familiari e vittime Odv, che riunisce tre associazioni: l’Associazione familiari vittime della strada, l’Associazione Unitaria Familiari e Vittime e dell’A.M.C.V.S e l’Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada ODV, nel suo intervento all’Audizione davanti alla IX Commissione Trasporti il 30 novembre scorso, nell’ambito dell’esame dello schema del decreto ministeriale recante l’approvazione del documento “Piano nazionale sicurezza stradale 2030: indirizzi generali e linee guida di attuazione.
«L’Aufv – ha detto Pallotti in Commissione – di cui sono presidente nazionale comprende altre associazioni che hanno lo scopo di portare avanti un progetto per dare voce alle realtà piccole del territorio in merito alle vittime degli incidenti stradali. Noi siamo preoccupati per la ripresa degli incidenti nell’anno in corso, che ha registrato un aumento di 4000 morti, una soglia che non si superava da almeno 10 anni. Ciò è dovuto a molteplici fattori, ma la ripresa degli incidenti in questo stato di pandemia è drammatica, ci sono stati 600 morti nelle cosiddette stragi del sabato sera e questo è inaccettabile».

L’audizione di Pallotti in Commissione, su incarico della Presidente della IX Commissione Trasporti della Camera dei deputati, Raffaella Paita, è stata l’occasione per presentare il piano di sicurezza che le associazioni hanno predisposto.


«Riteniamo giusto – ha continuato Pallotti – che il Parlamento voglia portare avanti un piano di sicurezza stradale. Noi lo abbiamo predisposto e lo riassumo in una sola parola: coinvolgimento della società civile all’interno delle scelte. Mancano, infatti, delle associazioni rappresentative nelle stanze dei bottoni, manca un rappresentante della società civile delle associazioni nell’IVAS o nel Consap che gestisce il fondo Garanzia vittime della strada. Noi abbiamo gli strumenti per aiutare il legislatore a porre un freno alle stragi stradali, che portano via molte vite all’anno e causano circa 12000 feriti gravi».


L’Aufv, che sostiene da anni i familiari delle vittime della strada, si è posta l’obiettivo di prevenire gli incidenti con la predisposizione di piani di prevenzione che rendano le strade sicure e gli automobilisti più responsabili. «Abbiamo molte proposte – ha dichiarato Pallotti – si deve partire dall’educazione stradale, ma oggi, a causa della pandemia non si può entrare nelle scuole. Si dovrebbe investire in educazione stradale, questo va messo nel codice della strada e devono essere coinvolte le associazioni per aiutare i giovani a far rispettare le regole. Non possiamo relegare la responsabilità solo all’utente della strada. Dovremmo avere tutti una applicazione sul telefonino in grado di segnalarci la velocità in auto. Tra le proposte della nostra associazione da allegare agli atti ci sono le seguenti: Cinture sullo scuolabus, uso dello smartphone per controllare la velocità, istituzione di un organo centrale per le statistiche ufficiali».

Nel suo intervento, il presidente Pallotti ha anche posto l’attenzione sulla legge sull’omicidio stradale, approvata nel 2016, che sta dando buoni risultati, ma «l’applicazione della pena non sempre è ‘corretta’ perché viene svilita da patteggiamenti e concordati in appello. Questo – ha sottolineato Pallotti – è inaccettabile, noi dobbiamo eliminare la possibilità di patteggiare in caso di concorso di colpa ipotetico di primo grado, perché di fatto si dà la colpa, o una parte di essa, a un morto che non può difendersi. Anche l’istituto del concordato in appello, istituito lo scorso anno, si rivela un rito premiale che dà la possibilità di avere un doppio sconto di pena con rito abbreviato. Va rivisto il codice, non si può patteggiare con la morte come sta accadendo con il caso del bus ungherese, stiamo facendo la figura di un paese da terzo mondo dal punto di vista giudiziario».
Alla domanda dell’onorevole De Girolamo, che ha chiesto come implementare un coinvolgimento di tutte le associazioni e come selezionarle, Pallotti ha risposto che sarebbe necessaria la formazione di una task force «un ente a parte, magari collaterale come il Consap o l’IVAS, ovvero una commissione composta da onorevoli e da membri della società civile, dotata di propria autonomia e di fondi finanziari per poter intervenire. C’è un’emergenza nazionale – ha concluso Pallotti – che va affrontata con mezzi più efficaci, dando a una commissione dei poteri di intervento sia sugli istituiti di vigilanza dell’assicurazione privata, sia sul fondo garanzie vittime della strada, segnalando i casi al Parlamento, eliminando il risarcimento in quota capitale alle vittime della strada e privilegiando il meccanismo della rendita, tipo quello del’INAIL, perché non ha senso dare tanti soldi a chi ha perso un familiare sulla strada. Vanno, invece, eliminate le cause di queste stragi. Va poi riformato il codice delle RC Auto e si deve portare l’Italia più verso il modello INAIL che verso il modello RCA. Infine, chiediamo il ripristino dello stato dei luoghi dopo un incidente stradale».

Qui il video dell’intervento:

https://fb.watch/9CpIhUrOPj/

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