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Sommario: RIFLESSIONI – MONTI – PRESIDENZIALISMO – FORMICHE – GENTE DI LAGO

 

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Mentre in Europa la cosa più intelligente che riescono a fare è proporre di eliminare il “Buon Natale” perché termine “divisivo” (ma come nascono certe idee se non per la volontà di abbattere e distruggere ogni radice, tradizione, “cemento” continentale? Questa è forse la “loro” Europa, non certo la mia!) e prendendo atto della successiva retromarcia – che però non c’è stata in altre analoghe situazioni – meglio non prendersela troppo e proporre magari qualche spunto di riflessione.

 

Per esempio un confronto tra le multinazionali del farmaco e Albert Bruce Sabin , ebreo, colui che scoprì il vaccino contro la poliomielite e decise di non brevettarlo per permettere a tutti di vaccinarsi. Anni prima il nazismo aveva sterminato la sua famiglia, così un giorno gli chiesero se non provava sentimenti di vendetta contro i tedeschi e lui rispose: “Le SS mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutta Europa, sia in Germania che nel mondo, non la trovate una splendida vendetta?”

 

DIRITTI & DOVERI

“Vax-No Vax”, non entro più nella polemica, ma invito alla riflessione chi non vuole vaccinarsi leggendo questa piccola testimonianza (assolutamente vera).

“Sono Laura D.S . di Pavia, ho 42 anni e sono malata di cancro. Ho fatto un ciclo di chemioterapie per ridurre la massa del mio tumore al timo ed ora sarebbe il momento dell’intervento, ma in Italia ci sono solo 3 centri specializzati (tutti in Lombardia). Mi hanno chiamato e attendevo con ansia la convocazione, invece mi hanno comunicato che sono stati ridotti i posti letto dedicati per l’aumento dei ricoveri Covid e rimarrò quindi in lista d’attesa, non so per quanto tempo ”. Se i ricoverati “no-vax” (che sono la gran parte dei degenti Covid) si fossero vaccinati, quanti posti liberi in più sarebbero stati disponibili per pazienti come Laura?

Chi ha (avrebbe) oggi più diritto ad occupare quei posti-letto?

 

CHI L’HA DETTO ?

A proposito del Covid e delle informazioni che girano «Comunicazione di guerra significa che ci deve essere un dosaggio dell’informazione. Che nel caso di guerre tradizionali è odioso, perché vuole far virare la coscienza e la consapevolezza della gente. Ma nel caso della pandemia, quando la guerra non è contro un altro Stato, io credo che bisogna trovare delle modalità meno democratiche secondo per secondo».

Tranquilli, la dichiarazione non è della Meloni o di Salvini altrimenti le accuse di sovranismo, fascismo, autoritarismo ecc.ecc. sarebbero salite al cielo, ma semplicemente del senatore a vita “per meriti capital-finanziari” Mario Monti , già premier e braccio ufficiale della finanza internazionale, quella che – tanto per intenderci – copre ed appoggia anche gli interessi delle multinazionali dei farmaci, ben protetti da Bruxelles. Visto però che frasi come questa le ha dette Monti allora non si è scandalizzato nessuno.

 

PERCHE’ SERVE UN PRESIDENTE ELETTO DAI CITTADINI

Puntuale come l’arrivo dell’inverno, da settimane (o già sono passati mesi?) si intrecciano pronostici e commenti sul toto-Quirinale, complicati questa volta dall’ingombrante presenza sul mercato politico-finanziario di Mario Draghi , uno che sarebbe un candidato “doc” e più o meno appoggiato da tutti, ma che – abbandonando Palazzo Chigi – rischierebbe di lasciare un vuoto incolmabile.

Grande incertezza, quindi, e consueti maneggi di palazzo con rischi di crisi di governo, eppure tutto questo avviene perché agli italiani – ai sensi del dettato costituzionale – è vietato ancora una volta il sacrosanto diritto-dovere di eleggersi direttamente il proprio presidente.

Proprio l’attività di Draghi come premier sottolinea che quando una persona è di valore sa fare argine con la propria autorevolezza all’orgia arrembante di partiti e partitini che banchettano sulle briciole del potere, e ancora di più lo sarebbe se quel leader fosse legittimato dalla volontà popolare.

Eppure l’elezione diretta del Capo dello Stato in Italia è da sempre un tabù, quasi come l’energia nucleare: non se ne deve parlare “a prescindere”, il parlamento si dimostra incapace di portare avanti il progetto (o non lo vuole proprio appoggiare) e non c’è neppure la possibilità di mettere sul tappeto pregi e difetti delle alternative a un parlamentarismo in fase calante.

Se questo sistema poteva essere credibile nel 1948 – quando il timore generale era un ripetersi della dittatura – il concetto del parlamentarismo perfetto è oggi del tutto superato, soprattutto perchè ha dimostrato “a posteriori” molti difetti nella gestione della cosa pubblica che non potevano essere considerati nelle volontà dei Padri Costituenti.

A far maggior danno, poi, le incrostazioni che man mano si sono si sono moltiplicate negli anni portando fuori dal parlamento il “vero” potere e soprattutto i diversi sistemi elettorali che hanno sostituito il concetto di merito con quello delle liste a scatola chiusa, dove capi e capetti impongono i loro yesman e ti saluto democrazia.

Mai come ora una elezione diretta dell’inquilino del Quirinale permetterebbe al Paese di sentirsi più unito, rappresentato, coeso.

Tra l’altro l’elezione diretta a uno o a due turni (meglio il sistema con ballottaggio) darebbe al Presidente non solo una chiara investitura popolare, ma anche sarebbe garanzia della sua autorevolezza e quindi dell’autonomia che potrebbe e dovrebbe vantare proprio nei confronti dei partiti politici di cui oggi è invece spesso un ostaggio, proprio perché solo grazie a loro è stato eletto.

Bisognerebbe anche riflettere che – mentre la legge elettorale per il parlamento è in affanno e se ne chiedono continui cambiamenti – una sola riforma elettorale ha attecchito e dato frutto in Italia: l’elezione diretta del sindaco.

Fu una scelta decisa in poche settimane da un mondo politico in agonia nel 1993 sull’onda di “mani pulite” e di una morente “prima repubblica”, ma che si è dimostrata formula vincente e che quindi dovrebbe essere significativamente allargata.

Forse è davvero ora di riparlare di presidenzialismo in modo serio e sereno, perché l’Italia ha bisogno di decisioni, di tempi di reazione adeguati alla situazione internazionale ed europea con persone che abbiano il coraggio di prendere decisioni senza rimanere impigliate nell’eterno scontro tra partiti, correnti, gruppi e sottogruppi e la necessità di centellinare nomine e responsabilità, insomma di accontentare sempre tutti.

L’Italia democratica ha compiuto 75 anni, gli italiani non sono più quelli del 1948 e sono stufi di “delegare” soprattutto quando in loro nome si organizzano pateracchi e si combinano pasticci.

Se la sinistra langue, che almeno il centro-destra prenda in mano con forza questa tematica che forse potrebbe trovare ampi consensi in ogni settore politico, ma soprattutto nell’opinione pubblica.

 

FORMICHE

Da circa un anno collaboro ad una rivista on line che mi sembra ben fatta: FORMICHE, testata diretta da Giorgio Rutelli e Valeria Covato che ospita approfondimenti quotidiani su molti argomenti di attualità.

Cercate “www.formiche.net “per dare un’occhiata, aggiungendo “zacchera” se si vogliono leggere i miei articoli spesso poi ripresi o sintetizzati sul “Punto”.

 

GENTE DI LAGO

E’ nuovamente disponibile il libro “ GENTE DI LAGO 2 “ edito l’anno scorso con nuove storie e nuovi racconti  del Lago Maggiore.   Il volume riprende quello uscito l’anno scorso (ed andato esaurito) ed in 172 pagine – tutte a colori – ripropone anche altri ricordi, personaggi, storie e curiosità della zona del Lago Maggiore e delle sue valli, insieme ad oltre un centinaio di foto storiche.

Una testimonianza interessante della vita sulle rive del Verbano in tempi quasi dimenticati, un omaggio a chi è venuto prima di noi.

Il volume è firmato anche da Carlo Alessandro Pisoni, (che è purtroppo deceduto nella primavera scorsa di Covid e quindi temiamo sia questa l’ultima opera di questo genere, considerandola anche un omaggio alla Sua memoria) Ivan Spadoni e altri autori locali. GENTE DI LAGO 2 è in vendita al pubblico a 20 euro, ma i lettori de IL PUNTO possono richiedermi direttamente il libro – se lo desiderano, con dedica! – al prezzo ridotto di 18 euro (spese di spedizione comprese) o di 35 euro se verranno richieste almeno 2 copie.

Il volume va richiesto direttamente a marco.zacchera@libero.it ricordando di comunicare sempre il proprio INDIRIZZO POSTALE PER LA SPEDIZIONE.

Per spedizione via raccomandata aggiungere 5 euro a pacco. UN’IDEA PER UN REGALO DI NATALE…

 

I RICAVI PROVENIENTI DALLA VENDITA DEL LIBRO SONO DEVOLUTI AL”VERBANIA CENTER” PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DI UN CENTRO SANITARIO IN MOZAMBICO

 

UN SALUTO A TUTTI                                            MARCO ZACCHERA

 

 

 

 

 

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