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SE NON CI SI FERMA UN ATTIMO …PARTIAMO TUTTI.   LO VOGLIAMO CAPIRE ??!!

Da troppo tempo, senza essere  né scienziato né del tutto uno  sprovveduto,  ma semplicemente nella veste di uomo della strada con una certa cultura fornitami anche dall’esperienza di vita vissuta,  dico che ad un ..catino pieno non si può aggiungere più neanche una goccia di acqua, pena  far traboccare il  tutto dal recipiente.

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Considerazione, la suddetta, che si può accostare al mondo di oggi che, inseritosi, più o meno felicemente in una nuova era della quale non sappiamo niente o poco se non delle patologie climatiche e sanitarie che sin qui, in chiusura di detta era che ci stiamo lasciando (?) alle spalle  ci sono piombate addosso, dovremo affrontare e scoprire man mano, giorno dopo giorno, alla luce di nuovi parametri esistenziali che potrebbero mettere in discussione tutti i precedenti.

Non si tratta di cosa semplice neanche da immaginare nella sua articolata vastità planetaria ove si pensi semplicemente, tanto per fare un esempio in piccolo da recepire nella sua immediatezza, quanta fatica si faccia a cambiare anche la più semplice abitudine nelle operazioni iniziali conseguenti al cambio di un telefonino, di una macchina o anche di un menù attinente alla quotidiana alimentazione..

Oggi si parla di cambiare niente meno che il clima, di cambiare le modalità energetiche, di nuovi approcci sanitari anche in prospettiva di potenziali pandemie, di migrazioni difficili da controllare, di leader politici a livello mondiale, i quali, attraverso la loro fame di potere,  scombinano gli stessi cambiamenti che si vorrebbero.

Ma siamo davvero sicuri che, quand’anche i vari Putin, Biden, Bolzonaro e quelli della Cina ed India,  di cui mi risparmio il nome non avendo voglia  e memoria per di memorizzarli, si “innamorassero”  e  che dal loro amore venisse  “partorito”  un mondo vivibile, buono, felice e quant’altro, ove tutti potessero stringersi la mano, ma anche darsi una mano…? –  ma questa è fantasia evangelica e quindi non vado oltre.

A titolo, dicevo che ci dobbiamo fermare un attimo sugli interrogativi che seguono.

Anzitutto ci si deve fermare, costi quel che costa, di fronte ad un progresso che fa arretrare la qualità della vita, realtà che, ad un certo momento,  e cioè quando il contenitore sociale trabocca per una inevitabile insopportabilità esistenziale, potrebbe portarci alle leggi della giungla per sopravvivere. Si rifletta bene su questa considerazione  e non si eccepisca che, fermando le attività, l’economia va a rotoli e quindi non si mangia, a meno che non si anteponga quest’ultima alla vita. A fine guerra, tanto per parlare di cose di casa nostra, l’Italia era un paese essenzialmente agricolo e si è trasformato poi in industriale: ricordo, grazie alla mia età non più giovane che, malgrado la guerra, l’agricoltura ci dava non solo da mangiare, ma anche ci offriva una vita migliore: tutti si volevano bene e si aiutavano.

Oggi, l’agricoltura è allo sbando per miopia ed ignoranza politica e si privilegiano i telefonini di ultima generazione rispetto al frumento, agli allevamenti ed alla sana alimentazione del bestiame ed al buon trattamento delle campagne con il risultato che, insieme con le concentrazioni industriali, sanitarie, urbane e quant’altro,  si finisce per produrre anche le…pandemie (allevamento dei suini docet !). Il discorso sarebbe lungo e, personalmente, sarei in grado di  affrontarlo, meglio di…Draghi e dello stesso  Ministro dell’Agricoltura… questa la dovevo dire !!!

Scrivendo random,  che dire della tanto acclamata necessità ed urgenza di cambiare il modo di alimentare le macchine facendole andare a corrente elettrica rispetto al gasolio, benzina ed altro ?  Sarà una soluzione o costituirà una fucina per altri grossi problemi ?   Parlando ieri con un tecnico (che non parla certamente a vanvera come tanti, anche della sanità, che inflazionano le televisioni) mi è stato detto che la conversione della modalità energetica del parco macchine in modalità elettrica produrrà altri grossi e gravi problemi susseguenti, fors’anche impossibili da affrontare e gestire, (difficili da spiegare anche per mia scarsa conoscenza in materia) tanto da dover riflettere  ancora su questa opzione. Da parte mia, io mi limito a ripetere per l’ennesima volta quanto segue.  Se è vero, come dicono molte fonti scientifiche che, tutto il parco macchine circolanti su questa terra, inquina  molto e molto meno rispetto alla circolazione aerea e delle navi, ciò vorrà dire che il problema sarà risolto a metà in attesa di risolvere poi anche questo nei prossimi anni. Insomma si tampona un buco provvisoriamente.

E’ difficile, rebus sic stantibus, trovare una soluzione nel breve-medio termine.  Oggi una soluzione sta in un immaginario surreale: tornare indietro, accontentandoci di tutto ciò che oggi abbiamo, ad evitare che il succitato catino trabocchi  affondando Venezia, Trieste e gran parte dell’Italia, che le pandemie diventino “gioielli di famiglia in cimitero” e che il raffreddamento sociale ormai consolidato in quasi tutti i contesti della vita quotidiana, improvvisamente esploda con  conseguenze non difficili da presagire.

Modus in rebus…………in una sostenibilità da giostrare in un nuovo mondo ?

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

 

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