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UNA STRANA PASSEGGIATA…CON RIFLESSIONE “DEAMBULATORIA” SULLA PARITA’ DI GENERE…

Mi capita, seppur molto raramente, di non voler di proposito pensare a niente almeno per qualche ora, esattamente come oggi,  e ciò, allo scopo di far riposare la testa, come normalmente si dice.

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Le  ottime condizioni meteo stanno anche favorendo questa giornata di riposo, ma,  man mano che conto i “passi”  di questa passeggiata col telefonino come è diventato di moda, nel mio subconscio scorrono varie riflessioni sul concetto di famiglia, tanto da dover constatare che sto vanificando lo scopo della passeggiata stessa, ossia il necessario riposo della mente. Nessuna meraviglia per me, in quanto, vuoi per l’età piuttosto avanzata che suggerisce di non sprecare ..minuti “vegetativi” di vita invano, vuoi perché proprio non mi riesce di estraniarmi da tutto e da tutti,  oggi mi lascio andare sulla cosiddetta “parità di genere”.

Premetto che, sin da quando si è incominciato a parlare di questo aspetto, mi son sentito disturbato “dentro” in quanto, personalmente, non ho mai discriminato la donna rispetto all’uomo, anzi, pur considerando la diversa natura anche in funzione del concepimento dei figli, ho sempre evidenziato la necessità di garantire alle donne  parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, alla rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici,  ecc.ecc.,  insomma a tutto in egual misura come per l’uomo.

Può anche essere, anzi è,  che l’uomo fino ad ora non abbia tenuto in debito conto detto aspetto, tuttavia mi par di poter dire che egli,  eccezion fatta per la precarietà intellettiva di taluni, spesso fisiologica, cosa che peraltro investe pari pari anche la controparte femminile, non dovrebbe essere colpevolizzato dalle controparti femminili  in quanto madre natura ha stabilito delle regole iniziali che, col passare degli anni, si sono modificate: una volta era la madre che “allattava” i figli, mentre il padre si prodigava affinché non mancasse niente alla famiglia:  insomma questo era uno schema di vita familiare esistito fino a diversi decenni fa che, giorno dopo giorno, almeno a mio avviso, parliamoci chiaro,  a seguito modificazione di detto schema in base anche al nuovo modo di vivere, ha destabilizzato le famiglie, togliendo spesso quei sani presupposti che  costituivano l’autenticità di un legame familiare.

Sarà meglio, sarà peggio ?

A questo non so rispondere: di una cosa sono però assolutamente certo, e cioè che sembra essere venuto meno in larghissima misura il  “calore umano” tanto da indurre molti a modificare il legame familiare,  legame che sta assumendo sempre più spesso la natura “simil-contrattuale”  rispetto ad una condivisione d’amore totale nella coppia. Non per niente, separazioni e divorzi sono all’ordine del giorno e la cosa non desta quasi più nessun effetto.

E’ retorica dirlo, anche se c’è una spiegazione oggettiva:  essendo la famiglia una cellula della società, non ci vuol tanto a capire che, mettendo insieme tante cellule in sofferenza,  ne fa le spese la società che, in questo momento, è disgregata socialmente e politicamente all’ennesima potenza. Questa riflessione mi offre lo spunto per un “transfert” , se vuoi anche ormai fuori dalla storia stante i molti anni trascorsi.

Non vorrei sembrare un..matusa ripristinando un ritorno virtuale al passato, ma non posso non esimermi dal ricordare che la famiglia tradizionale ai tempi di mio nonno era altra cosa.   E qui siamo certamente tutti d’accordo. Di certo, una volta la donna non era emancipata come adesso, ma non certo perché l’uomo non lo voleva, ma semplicemente perché anche l’istituto familiare aveva bisogno di crescere, nella consapevolezza, almeno a mio personale giudizio,  che nella donna si constatava anche allora istintiva maggiore saggezza rispetto all’uomo, ma purtroppo “penalizzata” dal fatto che doveva “guardare i vecchi” e badare ai “fratelli minori”, aspetto questo sostituito oggi dalle case di riposo, dalle badanti e dagli asili nidi e/o scuole dell’infanzia … (in questi ultimi, ad onor del vero, va detto che i bimbi imparano molto meglio e più velocemente rispetto a casa),  aspetto questo, al di là di quest’ultimo,   che non mi suona come soluzione ottimale sotto l’aspetto etico-familiare. Prima, in una famiglia cosiddetta “patriarcale”, anche se impossibile la convivenza fra fratelli, cognate, nonni  ecc., anche a causa di mancanza di una necessaria intimità, la famiglia era maggiormente legata (sia pur mandando già qualche rospo), ma erano garantiti l’assistenza, l’aiuto, l’ affettuosa vicinanza e tantissime altre cose che ora sono demandate alle fredde istituzioni, con le conseguenze che sappiamo. Non ne parliamo nel caso di pandemie…

Ah..  dimenticavo di dire, ritornando a titolo,  che io ho sempre odiato i gruppi femministi, quelli che urlavano, per intenderci,  “il corpo è mio e lo gestisco io..” in quanto sono da sempre convinto che detti gruppi, anziché esprimere intelligenza e capacità rispetto all’uomo,  mettevano e mettono in atto degli sfoghi rivenienti dal fatto contrario, e cioè che, comunque, non sarebbero arrivati da nessuna parte quanto ad emancipazione professionale, culturale, istituzionale ecc.ecc.

Ricordo aspetti della vita familiare dei miei avi, certamente superati ed anche non del tutto condivisibili: il nonno sudava  dalla mattina alla sera per raccogliere il frumento, le verdure, seguire il bestiame, ammassare il fieno ecc.  mentre la nonna era la donna più felice di questo mondo quando vedeva il nonno che ritornava dai campi e non sapeva, la nonna, come fargli apprezzare amorevolmente il calore del focolare, attorno ad una bella polenta accompagnata da qualche fetta di salame… insomma, esisteva il gusto-piacere sia da una parte che dall’altra, alla faccia della tanto conclamata intimità, seppur giustissima per certi versi..

Come si fa a non provare anche oggi una certa tenerezza ricordando quei tempi ? Tuttavia, anche per non essere bersagliato da chi la pensa diversamente per partito preso, mi par di poter dire che la stramaggioranza delle donne lavora solo per arrotondare lo stipendio spesso magro del marito e che, molto verosimilmente, starebbero volentieri a casa;  poi ci sono ai tempi nostri le eccezioni in ogni contesto fino a diventare delle Angela Merkel o dirigenti di multinazionali… ma tutto contemperato in un quadro di situazioni che spesso si inquadrano anche nell’inserimento in determinate circostanze, fortuite o non, causali o davvero perseguite sulla base di specifiche condizioni: insomma, per farmi capire, di Papi ce n’è uno solo…al di là degli attuali emeriti.

In conclusione, mi pare evidente che, il rapporto di genere abbia seguito fin qui un determinato filone suggerito ed accompagnato dalla stessa madre natura, esattamente come dal quadretto della famiglia di Betlemme, e che, sulla scia di determinati input imposti dalle necessità, dalle modifiche comportamentali non escluso quelle scarsamente, o per nulla etiche, non poteva non arrivare a tutto ciò che stiamo vivendo ora, in quasi tutti i contesti, persino religiosi.

Insomma, non si tratta di rivalità fra il cosiddetto “rapporto di genere”, ma semplicemente di un passaggio natural-fisiologico dettato e , oserei dire, programmato da madre natura, e successivamente modificato in negativo da parte di tutti noi,  ivi compreso anche il mondo femminile.

Arnaldo De Porti

Belluno-Feltre

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