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Le angenzie di stampa già lo scorso ottobre avevano rilanciato la presa di posizione dell’Ambasciatore del Regno del Marocco che aveva dichiarato come ”  L’Algeria si assumerà le sue responsabilità davanti alla storia e davanti alla comunità internazionale. Dovrà rendere conto in merito all’iscrizione dei bambini nei campi” a Tindouf, ha sottolineato Hilale, intervenuto in conferenza stampa a seguito dell’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza della risoluzione 2602 che proroga il mandato della MINURSO fino al 31 ottobre 2022 . Con prove a sostegno, il signor Hilale ha denunciato lo “sfruttamento e l’addestramento militare” di bambini da parte del Polisario sul territorio algerino. “Quello che fanno l’Algeria e il Polisario è grave”, si indignava. Il reclutamento militare di bambini è un “crimine di guerra” vietato da tutte le convenzioni e trattati internazionali, nonché dalla Carta delle Nazioni Unite, dalla Carta dei diritti umani e dai Patti politici, economici e sociali, ha ricordato il diplomatico . Questa pratica è vietata anche dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia del 1989, dai principi di Vancouver e dai principi di Parigi, ha affermato, aggiungendo che una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza (2601), che parla di bambini in conflitto, condanna il reclutamento militare Di bambini..

Dal canto suo anche l’Alleanza internazionale per la difesa dei diritti e le libertà aveva sostenuto in un comunicato la ferma ” condanna (..) e criminalizza il reclutamento di bambini e il loro sfruttamento per coinvolgerli in conflitti e guerre. L’ufficio informazioni dell’International AIDL Alliance: Parigi – Ginevra – Bruxelles – Barcellona – New York L’Alleanza internazionale per la difesa dei diritti e delle libertà (AIDL) ha rinnovato la sua condanna totale per il reclutamento e lo sfruttamento dei bambini gettandoli in zone di conflitto e di guerra, perché è un crimine di diritto internazionale che richiede procedimenti giudiziari e monitoraggio internazionale per tutti i soggetti coinvolti . Nell’ambito delle indagini e del follow-up dell’AIDL in questo contesto, abbiamo ricevuto una videocassetta pubblicata sui social media che mostrava un certo numero di bambini che trasportavano armi. Secondo il video, si tratta di bambini della regione di Tindouf che praticano il tiro con le armi e vengono indottrinati e incoraggiati a partecipare al conflitto in corso con il Marocco. L’Alleanza internazionale AIDL afferma che tutto il reclutamento di bambini, il loro sfruttamento e il loro coinvolgimento in conflitti e guerre è completamente proibito e criminalizzato dal diritto internazionale, quindi pone tutti i responsabili di questa pratica sotto la responsabilità legale internazionale e il perseguimento penale. In questo contesto, noi, all’interno dell’AIDL, chiediamo ai vertici del Polisario una maggiore chiarezza su questo tema. L’Alleanza Internazionale AIDL ribadisce inoltre la sua posizione costante e ferma che tutte le parti (Polisario e Marocco) dovrebbero tornare al dialogo e mezzi pacifici per risolvere il conflitto esistente e tornare sul percorso dei negoziati sponsorizzato dalle Nazioni Unite. L’Alleanza Internazionale AIDL, sulla base dei suoi doveri e dei suoi impegni internazionali, mette a disposizione tutti i suoi mezzi per sostenere e rafforzare gli sforzi per raggiungere la pace.

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Si tratta di un fatto grave che pone ancora attenzione sulla vita nel campo di Tinduf e delle resposabilità che l’Algeria ha nella gestione della vita di chi abita . Un anno fa il Il 7 Gennaio 2021, I Signori Felipe Gonzalez Morales, responsabile per diritti umani, la Signora Agnes Callamand, responsabile sulle problematiche relative alle esecuzioni sommarie e il Signor Nils Melzer , responsabile sulle questioni relative alle torture per le hanno notificato, a nome delle Nazioni Unite alla Repubblica di Algeria la nota AL DZA 7/2020.

“Questo atto composto da una parte principale e da allegati . In particolare i rappresentati delle nazioni unite nel documento citato chiedono di fare luce su “ esecuzioni extragiudiziali di due rifugiati saharawi da parte delle forze di sicurezza algerine in un sito minerario a sud della città algerina di Auinet Balakraa. Si dice che queste violazioni facciano parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti (….) Queste violazioni sembrano far parte di una tendenza più generale di violazioni sistematiche presumibilmente commesse dalle forze di sicurezza algerine contro rifugiati saharawi e minori migranti. Episodi simili di presunti abusi su minori migranti da parte delle forze di sicurezza algerine sono stati segnalati a gennaio e maggio 2020 vicino al confine algerino-Niger. Il 1 ° gennaio 2020, secondo quanto riferito, le forze di sicurezza algerine hanno ucciso tre minori migranti che cercavano di attraversare il confine”

Inoltre prosegue il documento “i rifugiati del Sahara occidentale che vivono nei campi di Tindouf sono considerati rifugiati a prima vista dal 1975. Si stima che 173.600 sahrawi vivono nei campi di Tindouf, di cui circa 90.000 vivono in condizioni precarie, secondo il rapporto. per le stime sui rifugiati.2 La popolazione dei rifugiati rimane estremamente vulnerabile e completamente dipendente dall’assistenza internazionale per i propri bisogni primari e la sopravvivenza. La malnutrizione e l’anemia sono problemi comuni tra i saharawi nei campi di Tindouf, secondo il rapporto del Segretario generale (S / 2020/938) . Le limitate opportunità economiche, legate al clima rigido e alla lontananza, hanno lasciato ai profughi saharawi pochissime fonti di reddito. In assenza di un quadro giuridico adeguato all’asilo, i rifugiati non beneficiano di alcuna protezione, poiché sono considerati persone in situazione irregolare.”

Dalla lettura di tutto il documento consultabile al sito (ttps://spcommreports.ohchr.org/TMResultsBase/DownLoadPublicCommunicationFile?gId=25805) emerge un quadro veramente drammatico che se provato pone diversi problemi sul piano etico e morale . Sul piano etico , perché l’uso sistematico della forza sia contro coloro che vivono nei campi di Tinduf e le ripercussioni sociali che le famiglie dei malcapitati è un fatto che merita chiarezza e una risposta che sia soddisfacente . Sul piano morale dobbiamo domandarci se gli abitanti o migranti  di questi campi sono effettivamente liberi di godere le garanzie consacrate nei documenti delle Nazioni Unite? Domande legittime visto che spesso , troppo spesso in questi campi in territorio algerino le libertà fondamentali delle persone sembrano essere calpestati. Se non vi fossero problemi come mai né l’unione europea, ne le Nazioni Unite possono accedere?

Viviamo in mondo che non può più tollerare aree dove non si possano verificare le condizioni dei profughi. Se si fa parte delle Nazioni Unite occorre applicare sempre i principi di questa organizzazione. La società ed il mondo di oggi non può avere solo il sospetto di aree prive di uno stato di diritto I campi di Tinduf sono in territorio algerino e per la trasparenza che ogni nazione deve dare non è possibile avere sospetti di mancanza di una corretta applicazione dei principi di legalità che si deve ad ogni Nazione.  Anche e soprattuto per garantire una vera infanzia ai bambii

Anche questi sono elementi che coloro che hanno a cuore i diritti umani dovrebbero valutare. Ma non solo. Queste zone grige presenti in Algeria possono a lungo pesare sulla popolazione algerina stessa. Infatti, sempre più spesso le economie degli stati vengono valutate non solo in termini di risorse che dispongono nel proprio sottosuolo ma anche in termini di risvolti etici, morali o economici. In altre parole, l’affidabilità sociale , la garanzia della salvaguardia dei diritti dell’uomo e dei migranti, l’assenza di uso massiccio della forza hanno sempre più peso nelle valutazioni di affidabilità economica delle nazioni . Il bilancio etico di una Nazione quindi riveste , non solo questioni di coscienza ma anche di natura economica . Mi domando se fosse provato quanto affermato dalle Nazioni Unite non sarebbe il caso per l’Algeria porvi rimedio? Sarebbe un bene per l’intera umanità e per certi versi anche la riaffermazione di quei principi di libertà ed eguaglianza per i quali il popolo algerino ha lottato nella conquista della meritata indipendenza.

In conclusione dissipare le nubi conviene a tutti in primo luogo al mondo arabo ed algerino nel caso concreto.

Marco Baratto

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