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PIERFRANCO BRUNI  ED IL… GATTOPARDO   (Politicamentecorretto 29/1).

 

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Un paio d’ore dopo che si era trovato un accordo fra Conte e Salvini su di una convergenza certa sulla nomina di Elisabetta Bellotti, nonché  sulla base delle ripetute asserzioni del Presidente Mattarella secondo le quali  egli non avrebbe più accettato di fare il bis al Colle, ho cercato di salvare il salvabile facendo di necessità virtù in merito a quanto era stato messo sul piatto del popolo italiano: “mangia questa minestra o salta dalla finestra”, come si dice dalle mie parti.

Abituato,  come tutti, a fare una scelta sulle cose buone bocciando quelle cattive, realtà che normalmente sono insite in queste trattative politiche, ho tirato in ballo Aldo Moro e l’attuale presidente Mattarella riferendomi alle loro intenzioni volte a creare una riappacificazione politica, il primo con il famoso “compromesso storico”, il secondo con la chiamata di Draghi al governo. E lo dicevo con il pezzo che trascrivo pari pari, concepito  solo un paio d’ore dopo che le emittenti avevano dato per certo al 99%   (La7 per bocca del suo direttore) che ormai il dado era tratto in favore della Bellotti. Altro non potevo né pensare né scrivere se non come in appresso, cercando con molta fatica di trovare un bandolo di natura “meno peggio”. Eccolo :

ASSE CONTE SALVINI-MELONI. E SE FOSSE EVENTO POLITICO VOLTO ALLA RIAPPACIFICAZIONE ?

Premetto di essere tutt’altro che un fan del duo Salvini-Meloni, anzi !, personaggi questi due ultimi lontani anni luce dal mio concetto politico, tuttavia mi par di poter ipotizzare che, sia pur in chiave forzatamente ottimistica, le strategie di tutti gli attori in questione, potrebbero avere una chiave di lettura positiva nell’interesse di un più pacato ragionamento politico. Sin qui le strategie per l’elezione del capo dello Stato si sono rivelate tutte all’insegna dello scontro al punto che tutti gli osservatori non hanno mai saputo prevedere un minuto prima ciò’ che sarebbe successo un minuto dopo: esattamente come i fatti lo hanno dimostrato per la candidatura Elisabetta Belloni.

In questo contesto, come sono solito fare dal piedistallo della mia età, ho fatto ricorso più volte “al naso” per tentare le strategie in divenire e, molto sinceramente, questa volta il “naso” mi ha tradito: mai infatti avrei pensato che Giuseppe Conte, dopo ciò che è successo con Salvini, sarebbe addivenuto ad una composizione tanto astuta quanto pericolosa. Pensandoci un po’, dopo la notizia più vicina ad un personale trauma psicologico che alla razionalità di cui mi ritenevo portatore, ho avuto un transfert verso Aldo Moro, ma prima ancora, a Sergio Mattarella. Aldo Moro infatti, pagandone le conseguenze con la vita, aveva capito che allora c’era assolutamente bisogno di un dialogo forte con la sinistra, anche estrema, tanto da far nascere un nuovo vento politico che prese il nome di “compromesso storico”, successivamente seguìto ed alimentato da altri. E l’intuizione di Moro sembra aver funzionato, sia pur in presenza di molti detrattori che, ancor oggi, vedono i…comunisti anche in camera da letto. Da allora le ideologie, spesso forzate più per il potere che in funzione del benessere della collettività, si sono abbastanza “diradate” in direzione di un certo pragmatismo seppur privo di intelligenza politica, dando vita ad un nuovo tipo di dialogo che prima assolutamente non c’era: chi la pensa diversamente da me è un nemico, era allora (un poco anche adesso purtroppo) il concetto base. Ma il dado era tratto !

Poi è arrivato Sergio Mattarella, il quale, a mio avviso, emulando il pensiero di Aldo Moro, trovandosi in un paese in cui la conflittualità politica non permetteva di governare democraticamente con il sistema dell’alternanza, ha suggerito Mario Draghi alla guida del governo convinto che un personaggio della specie sarebbe stato in grado di aggregare tutti, anche e soprattutto allo scopo di calmare una situazione che abbiamo visto, e cioè: dentro tutti, in modo da spegnere la troppa conflittualità, in parte riuscendoci, sia pur assistendo a dei “distinguo” di qualcuno anche per salvare la faccia e soprattutto il…posto.

Fatto questo necessario preambolo, mi vien da pensare che anche Giuseppe Conte, costruendo un asse con il duo Salvini-Meloni, stia tentando di ingenerare un dialogo con le controparti, così come fecero in precedenza, Aldo Moro e recentemente Mario Draghi su input di Sergio Mattarella.

Non va sottaciuto che, con il passare del tempo, anche le mele maturano fino a diventar marce, per cui, Giuseppe Conte, da persona intelligente, colta e per bene quale è, avrà pensato di raccogliere le mele prima del marciume lenticellare della pianta, al fine di guarire un processo politico degenerativo per il quale, come detto dianzi, si sono prodigati sia Moro che Mattarella, ma anche per evitare che un Paese dalle consolidate radici culturali come l’Italia, avesse a precipitare in un baratro istituzionale, privo di governo, rischiando non solo le conseguenze della pandemia ancora in atto, ma anche di perdere i finanziamenti UE che sarebbero alla base della ripresa attraverso Mario Draghi, personaggio non alieno da critiche, anche personali, ma l’unica ruota ancora funzionante del carro.

Mentre scrivo, non so ancora niente sulla potenziale elezione della Belloni, ma se mi è permesso un giudizio “a naso” come mi piace dire, la vedo come persona a posto e con una strana somiglianza nei movimenti all’attuale Ursula von der Leyen, Presidente Commissione Europea, realtà che potrebbe arricchirla (posto che abbia davvero bisogno) di spessore politico anche virtuale, ma questo è solo un mio ininfluente pensiero.

Quanto a Matteo Renzi, guastatore politico di professione, che non smette di criticare la scelta della Belloni, mi limito a dire che questo soggetto viene da me considerato alla pari di uno “sfasciacarrozze”.

Ieri, 29/1, Pierfranco Bruni, su “Politicamentecorretto”, anziché scomodare Moro e Mattarella, come ho fatto io, scomoda il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, arrivando alla conclusione  “vogliamo che tutto possa cambiare affinché realmente non cambi nulla”  sulla base appunto  di una filosofia gattopardiana.

Non posso che concordare con Bruni che, tra l’altro, ha fatto una disanima eccellente sullo status ormai alla canna del gas della politica italiana, cosa che peraltro  scrivo pure io da molti anni, in maniera meno forbita ed elegante di Bruni (al quale va pertanto il mio forte apprezzamento), tuttavia dovrei mettere in evidenza le motivazioni diverse che hanno dato un incipit ai nostri ragionamenti: il mio, volto a salvare (se possibile) il salvabile nell’attuale marasma politico, quello di Bruni invece si impernia in una forte e giusta critica non costruttiva che non solo non si sforza  di salvare il il salvabile, ma tende ad evidenziare un  “made in Italy”  della stagnazione politica nella quale il valore endemico della stessa tende a consolidarsi senza soluzione, mentre lo scrivente, ripetendosi ancora una volta in questo pezzo, e ciò  sulla base di una necessità assoluta di riappacificazione, si spinge per dar avvio a qualcosa di accettabile  onde evitare di dover …ristampare, in chiave attuale,  il Gattoppardo , su cui Bruni ha tratto uno spunto interessantissimo ed anche piacevole da leggere..

La realtà è che, purtroppo, il Mattarella bis ha messo allo scoperto una situazione politico-virale che ha impoverito fortemente tutti, compreso il Capo del Governo, tanto da ipotizzare giorni futuri da incubo,  durante i quali, più che di garante della Costituzione, il capo dello Stato,  dovrà assumere la veste di…commissario, cosa non prevista dalla Costituzione.

Staremo a vedere, anche se sarebbe auspicabile che, da questa lezione da cui tutti sono usciti con armi spuntate, ne potesse uscire un severo monito,  avulso dalla troppa presuntuosa saccenza di Matteo Renzi, il quale,  pur avendo anche delle ragioni, è capace solo do guastare anche i buoni propositi facendo del male al Paese ! E la probabile ricomposizione del futuro politico del Paese dovrà considerare anche questo signore che, anche ieri, si è auto-qualificato, come il politico più antipatico d’Italia.

Solo antipatico ?

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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