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E QUESTO SAREBBE IL PAESE CHE AMO, OSSIA L’ITALIA ?

Giornalisti che si massacrano fra loro, politici che si scontrano sul niente, magistratura che procede in  distonia al suo stesso interno, primo ministro che risponde a se stesso e non al parlamento  con modalità avulse dal sistema democratico, cittadini che non credono più a niente, talvolta nemmeno al Presidente della Repubblica dopo quanto è successo per la sua elezione, invadenza continua fra i tre poteri  tanto da ossidare (e non poco) il concetto ed il principio della suddivisione degli stessi in nome della democrazia, un mondo sanitario che si esprime in maniera pesante ed in continua distonia fra esponenti, soldi UE per PNRR che marciano in direzione  futura di una potenziale difficile erogazione ed infine prezzi alle stelle, inflazione altissima, crescita che sta invertendo la rotta rispetto alle previsioni, debito pubblico che non fa dormire ed infine, il caos politico dei “tutti dentro” in un governo nel quale ciascuno la pensa diversamente, tutto ciò non costituisce certo un viatico che prelude all’ottimismo. Il guaio è che, rebus sic stantibus, oggi come oggi,  non si intravvede  soluzione.

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A questo riguardo, come ho sempre detto, non è che sia cambiato molto rispetto ai governi Conte, anzi ! Mi verrebbe da dire che, rispetto a Draghi, l’ex primo ministro Conte non sarebbe stato da meno, non sottacendo che è stato proprio Conte ad aprire la strada ai fondi UE e che, se non fosse perché Draghi si porta appresso l’alone di grandi esperienze europee che gli consentono di chiudere la bocca a tutti i componenti del suo governo certamente molto sprovveduti rispetto a lui (ed oggi più che mai visto che praticamente il parlamento più non esiste) anche Giuseppe Conte avrebbe potuto muoversi bene. Non dimentichiamoci che quest’ultimo aveva ed ha ancora molta stima e considerazione in Europa, tanto che ancor oggi il suo indice di apprezzamento non ha subito nessuna flessione, tranne in Italia, per motivi interni che non possono non avviarsi ad una composizione nel breve termine.

Oggi l’Italia, come abbiamo visto, non ha bisogno dei politici che abbiamo, ma semplicemente di persone serie, capaci, moderate, educate, rispettose, realtà tutte che, ahimè, vengono bersagliate dai somari di turno, tanto per mutuare un recente aggettivo  esplicitato da Vincenzo De Luca  rivolto ai vari Salvini, Meloni ed altri… anche del centro-sinistra.

Intravvedere vie d’uscita in un panorama della specie significa, a mio avviso, soffrire di grave e patologica miopia politico-istituzionale, realtà che non trova antidoti per la guarigione, tanto da ipotizzare che solo un miracolo riveniente dall’imponderabilità degli eventi, potrebbe rimuovere ignoranza, cattiveria, fame di potere, ma anche la fame intesa nella sua vera accezione, cose tutte che non vedo all’orizzonte anche con Draghi al governo. Oserei dire che, se ci dovesse essere una reazione a Draghi, cosa peraltro non esclusa, anche quella specie di piano Marshall che ci è stato destinato da UE per rimettere a posto le cose,  potrebbe tradursi in un doppio fallimento, proprio perché il Paese ha fino ad oggi confidato tutto su quest’ultimo primo ministro, che, giocoforza (e questa è un’attenuante per lui) deve far la guerra con i soldati che ha, vale a dire soldati  quasi tutti da…infermeria.

E’ proprio il caso di affidarci a Dio !

Arnaldo De Porti

Belluno Feltre

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