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FOTO: GAMeC, esterno. Foto: Antonio Maniscalco

 

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DALL’11 MARZO ALLA GAMeC LE NUOVE MOSTRE

 

LA COLLEZIONE IMPERMANENTE #3.0

a cura di Sara Fumagalli,Valentina Gervasoni e A. Fabrizia Previtali

 

 

DANCING PLAGUE

PREMIO LORENZO BONALDI PER L’ARTE – ENTERPRIZE

XI EDIZIONE

a cura di Panos Giannikopoulos

 

La Collezione Impermanente #3.0. Veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022. Foto: Antonio Maniscalco.

Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

 

 

LA COLLEZIONE IMPERMANENTE #3.0

a cura di Sara Fumagalli,Valentina Gervasoni e A. Fabrizia Previtali

 

11 marzo 2022 – 8 gennaio 2023

 

 

Terzo capitolo del ciclo La Collezione Impermanente, la mostra inaugura le celebrazioni dedicate ai trent’anni della GAMeC presentando al pubblico una ricca selezione di opere del patrimonio del museo realizzate da autori di generazioni diverse, dagli anni Novanta a oggi.

 

L’esposizione è un display fluido che da un lato si prefigge di approfondire temi che hanno attraversato la storia dell’arte degli ultimi trent’anni, partendo dalle opere della Collezione organizzate in una serie di allestimenti tematici, con l’intento di creare collegamenti inediti e rivelare contrasti e risonanze inaspettate; dall’altro intende porre l’accento sull’impermanenza, intesa come apertura a nuove possibilità e prospettive future.

 

La mostra lavora anche sulla temporaneità, sottolineando il carattere non definitivo delle sue narrazioni grazie a riallestimenti ciclici nel corso dell’esposizione, accanto a nuove presentazioni e interventi di giovani artisti chiamati a dialogare con le opere del museo.

 

***

 

ARTISTI IN MOSTRA

Giorgio Andreotta Calò, Cory Arcangel, Carlo Benvenuto, Ruth Beraha, Filippo Berta, Mariella Bettineschi, Stefano Boccalini, Pol Bury, Maurizio Cattelan, Bruno Ceccobelli, Isabelle Cornaro, Mario Cresci, Berlinde De Bruyckere, Latifa Echakhch, Ettore Favini, Gianfranco Ferroni, Roland Fischer, Anna Franceschini, Giuseppe Gabellone, Gelitin, Rochelle Goldberg, Renaud Jerez, Roberto Kusterle, Sol LeWitt, Lorenza Longhi, Iva Lulashi, Kris Martin, Nicola Martini, Eva e Franco Mattes, Ryan McGinley, Nunzio, Ken Okiishi, Ornaghi&Prestinari, Aitor Ortiz, Yan Pei-Ming, Cesare Pietroiusti, Pablo Reinoso, Antonio Rovaldi, Namsal Siedlecki, Ettore Spalletti, Priscilla Tea, Jol Thoms, Josh Tonsfeldt, Remco Torenbosch, Federico Tosi, Sislej Xhafa, Chen Zhen.

 

 

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Dancing Plague. Veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022. Foto: Antonio Maniscalco.

Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

 

 

DANCING PLAGUE

PREMIO LORENZO BONALDI PER L’ARTE – ENTERPRIZE

XI EDIZIONE

a cura di Panos Giannikopoulos

 

11 marzo – 29 maggio 2022

 

 

Il curatore greco porta al museo il progetto vincitore della XI edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize che mette in dialogo storia europea, colonialismo e pandemia attraverso le opere di Benni Bosetto, Ufuoma Essi, Klaus Jürgen Schmidt, Lito Kattou, Petros Moris, Eva Papamargariti, Konstantinos Papanikolaou, Mathilde Rosier, Michael Scerbo ed Elisa Zuppini.

 

Partendo dall’episodio della Piaga del ballo – fenomeno sociale verificatosi in Europa tra il XIV e il XVII secolo, quando, in una sorta di isteria collettiva, gruppi di persone ballarono ininterrottamente in uno stato di trance per intere settimane – la mostra rivisita questo episodio di contagio e viralità culturali, esaminandone il contesto sociale e di genere, la ricomparsa nei secoli e la somiglianza con avvenimenti accaduti in altri luoghi.

 

La mostra affronta temi come la teoria queer e la pulsione di morte, la danza come mezzo per creare identità e resistenza culturale per i corpi meno privilegiati, il movimento degli organi essenziali e degli arti trasformato in linguaggio, il ballo come esplorazione e invenzione delle possibilità dei nostri corpi, come mezzo per entrare in relazione con altri corpi e trasformare noi stessi e le persone intorno a noi, come prassi interlinguistica che abbatte i confini sociali e rivela una sorta di consapevolezza che è stata oppressa dall’ordine simbolico.

 

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