LA LOLA – DE FLAMENCO Y POESIA
Con
Francesca Stocchi – Baile
Ana Rita Rosarillo – cante
Marco Perona – chitarra
Lisa Colosimo – poesia
Irene Colosimo – lettura versi in lingua originale
E con la speciale partecipazione di Marco Rual – nel ruolo di Federico Garcia Lorca
9 e 10 aprile
Altrove Teatro Studio – Via Giorgio Scalia, 53 Roma
ll flamenco è un potere misterioso che tutto il mondo sente e che nessuna filosofia spiega…un potere e non un modo di fare, una lotta non un pensiero…non è questione di capacità, ma di stile vivente…non è nella gola, sale dall’interno a cominciare dalla pianta dei piedi.~(F.G.Lorca)
Le calde e avvolgenti atmosfere del flamenco e i versi di Federico Garcia Lorca avvolgono l’ Altrove Teatro Studio il 9 e 10 aprile con lo spettacolo LA LOLA – DE FLAMENCO Y POESIA, con Lisa Colosimo e Marco Rual nel ruolo del poeta.
La LOLA è un profilo, uno sguardo, una parola, un cenno, un suono, è dare corpo e voce all’amore profondo che Federico García Lorca, famoso poeta e drammaturgo spagnolo, nutriva per la sua terra d’Andalusia, per il suo popolo e le sue tradizioni. Il progetto, ideato da ItinerArte e Compartir Flamenco insieme, vuole ispirare un’armonica fusione tra letteratura e danza, musica e poesia.
La Lola de Flamenco y Poesia, vuole dunque essere un omaggio al grande poeta spagnolo Federico García Lorca, morto prematuramente 86 anni fa, a causa della guerra civile che ha lacerato la Spagna negli anni ’30. Preso di mira dai franchisti, anche per la sua omosessualità, García Lorca venne fucilato a soli 38 anni e il suo corpo mai più ritrovato.
“Lorca è, purtroppo, uno dei tanti artisti che ci ha regalato parole indimenticabili che toccano l’anima e di cui l’umanità non ha potuto godere appieno._ annota Lisa Colosimo. “E, mai come ora, il nostro riallestimento per Altrove Teatro Studio grida alla sopravvivenza della cultura e alla libertà di espressione! La ripresa oggi di questo spettacolo nasce dall’esigenza degli artisti che ne fanno parte di “gridare” che la cultura poetica, la danza, il teatro stesso, sono veicoli potenti e necessari, ora come non mai…Un patrimonio dell’umanità da difendere e che dà speranza di generazione in generazione. In questi tempi cupi siamo voluti tornare in scena, dare voce ad un grande poeta, eliminato come tanti nel mondo, per ridare “battito e dibattito ” alla nostra arte,tramite la sua!
Le passioni e le atmosfere dell’ Andalusia e del suo popolo scaturiranno attraverso un’interpretazione inedita e coinvolgente, dando corpo e voce alle parole e al sentimento che il poeta nutriva per l’arte flamenca. Le poesie troveranno ideale espressione in questo avvicendarsi di recitazione, baile, musica e cante dal vivo. “
A guidare l’alternanza di emozioni sarà il diario immaginario della Argentinita, bailaora intima amica del Poeta, che ricorda il loro legame, i viaggi e gli spettacoli messi in scena nelle piazze e i cortili di Spagna… ai tempi della compagnia universitaria La Barraca (1932-1936), che García Lorca diresse, con grande spirito pedagogico. Fu il suo teatro ambulante, per far conoscere testi classici della letteratura spagnola alla gente che non aveva facilmente accesso alla cultura, il suo sogno di un Teatro per tutti.
Il pubblico godrà dell’interpretazione in italiano alternata alla musicalità dei versi in lingua originale, da cui scaturirà la dirompente energia del baile, del cante e della chitarra, anima e ritmo della messa in scena.
Nelle poesie tratte da Romancero gitano e Poema del cante jondo è presente tutto l’universo emotivo del giovane Lorca che, con uno stile diretto, fa vibrare la terra d’Andalusia attraverso il vento, i colori e i riferimenti simbolici, all’arte flamenca e all’universo che la abita.
Inoltre, nel gioco di illusione temporale, si immaginerà un finale diverso per il Poeta, che, grazie alla magia del teatro, tornerà a trovarci, per il tempo dello spettacolo, come se non ci avesse mai lasciato.
Lo vediamo ancora, muoversi tra i suoi artisti, silenzioso, anziano, ma sicuro e creativo a dirigere la sua Barraca! Come se avesse potuto vivere tutti i suoi giorni, tutti i suoi sogni, così come a noi sarebbe piaciuto fosse stato nella realtà.